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Varietà dalla Thailandia


Questa pianta ha frutti giganti
Semi Di Riso Thai Jasmine al Gelsomino 1.9 - 1

Semi Di Riso Thai Jasmine...

Prezzo 2,45 € SKU: VE 227
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><strong>Semi Di Riso Thai Jasmine al Gelsomino</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 20 semi.</strong></span></h2> <p><span>Il riso al gelsomino (anche riso fragrante o riso siam) è principalmente coltivato nel nord della Thailandia, ma anche in Laos, Vietnam e Italia.</span></p> <p><span>Si chiama "riso profumato" perché odora piacevolmente di gelsomino durante la cottura.</span></p> <p><span>Considerato come la migliore qualità di Riso Thai, il Thai Jasmine Rice è riconosciuto come il riso preferito dai buongustai sia a livello nazionale che internazionale. A cottura ultimata il Thai Jasmine Rice è lucido, morbido e tenero con un sapore aromatico naturale, più pronunciato se appena raccolto.</span></p> <p><span>Il riso (Oryza sativa L., dal greco antico όρυζα óryza) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Graminacee, di origine asiatica. Insieme alla Oryza glaberrima, dal pericarpo pigmentato rosso coltivata in Africa, è una delle due specie di piante da cui si produce il riso.</span></p> <p><span>L'Oryza sativa costituisce la stragrande maggioranza in quanto coltivata su circa il 95% della superficie mondiale di riso. Le origini del riso non sono certe, si ritiene che le varietà più antiche siano comparse oltre quindicimila anni fa lungo le pendici dell'Himalaya. L'unica cosa che sappiamo per certo sulle origini di questo alimento è che è nato in Asia, precisamente in Cina verso il VI millennio a.C. Costituisce il cibo principale per circa la metà della popolazione mondiale e viene coltivato in quasi tutti i paesi del mondo.</span></p> <p><strong><span>Storia</span></strong></p> <p><span>La pianta ha origini asiatiche: i cinesi la coltivavano a scopo alimentare già nel VI millennio a.C., così come testimoniato da diversi siti del neolitico, nella Cina orientale. </span>Si diffuse poi in Mesopotamia, Persia, Egitto e infine in Europa.</p> <p><strong>Caratteri botanici</strong></p> <p>È una pianta erbacea, alta da 120 a 195 cm (può raggiungere anche i 5 metri di altezza) con radici avventizie e embrionali, le quali hanno la caratteristica di sviluppare dei parenchimi aeriferi, che permettono al riso di vivere in ambiente acquatico. <span>Il fusto (detto culmo) presenta internodi cavi e nodi pieni e si sviluppa in maniera simile al frumento. Ha foglie di colore verde chiaro, a forma di guaina, lunghe parecchi centimetri e larghe due, con peli bianchi, corti e spessi; la ligula è lunga e sono presenti auricole pelose. All'apice dello stelo presenta una pannocchia (infiorescenza a panicolo) terminale, a maturità pendente, costituita da spighette uniflore con fiori ermafroditi a sei stami e un pistillo; l'ovaia contiene un solo ovulo. Il frutto è una cariosside ellittica o sferica con glumelle molto sviluppate, la cariosside è vestita (risone), peso 25–45 mg, importanti sono le sezioni trasversali e longitudinali delle cariossidi per classificare le tipologie di riso, uno dei parametri è il rapporto lunghezza/larghezza, altro carattere è l'evidenziazione del dente (presenza dell'embrione) la striscia può essere più o meno scura, la perla può essere vitrea o perlata. A livello italiano la classificazione è: tondo, semifino, fino, superfino. Il risone una volta liberato delle glumette che lo racchiudono ed opportunamente lavorato (dopo la sbramatura-raffinatura a volte si esegue anche l'oleatura con olio di lino o di vaselina e la brillatura con talco e glucosio) presenta un colore bianco avorio e consistenza dura.</span></p> <p><strong><span>Il riso in cucina</span></strong></p> <p><span>In ambito gastronomico, con il termine riso viene indicata la cariosside della pianta Oryza sativa.</span></p> <p><span>Il riso, oltre a trovare largo impiego come piatto base, nella forma di riso salato bollito, si presta alla preparazione di piatti salati più elaborati come il risotto ma anche di dolci come il risolatte o budino di riso e la torta degli addobbi.</span></p> <p><span><strong>quele</strong>:</span></p> <h2><span>WIKIPEDIA</span></h2> <p><strong><span>Leggi di più qui:</span></strong></p> <p><span>https://it.wikipedia.org/wiki/Oryza_sativa</span></p>
VE 227 (20 S)
Semi Di Riso Thai Jasmine al Gelsomino 1.9 - 1
Semi di spinaci d'acqua...

Semi di spinaci d'acqua...

Prezzo 1,35 € SKU: P 9
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><strong>Semi di spinaci d'acqua (Ipomoea aquatica)</strong></h2> <h2><span><strong><span style="color: #ff0000;">Prezzo per Pacchetto di 10 semi.</span><br /></strong></span></h2> <p>L'ipomoea aquatica è una pianta semi-acquatica tropicale coltivata come ortaggio per i suoi teneri germogli e non si sa dove abbia avuto origine. Questa pianta è conosciuta in inglese come spinaci d'acqua, spinaci di fiume, gloria mattutina d'acqua, convolvolo d'acqua, o con i nomi più ambigui spinaci cinesi, crescione cinese, convolvolo cinese o cavolo di palude, o kangkong nel sud-est asiatico e ong choy in cantonese.</p> <p>Gli spinaci d'acqua produrranno masse di teneri germogli e foglie, ricchi di vitamine e minerali, e avranno un piacevole sapore dolce e una consistenza leggermente scivolosa che contrasta bene con la croccantezza dei gambi una volta cotti. Le foglie e i germogli possono essere utilizzati crudi in insalata, al vapore o saltati in padella come gli spinaci.</p> <p>Cibo per animali</p> <p>Gli spinaci d'acqua vengono somministrati al bestiame come foraggio verde con un alto valore nutritivo, specialmente le foglie, poiché sono una buona fonte di carotene. Viene somministrato a bovini, maiali, pesci, anatre e polli. Inoltre, si dice che in quantità limitate, I. Aquatica può avere un effetto alquanto lassativo.</p> <p>Uso medicinale</p> <p>I. Aquatica è utilizzato nella medicina tradizionale del sud-est asiatico e nella medicina tradizionale di alcuni paesi dell'Africa. Nella medicina del sud-est asiatico è usato contro emorroidi e sangue dal naso, come antielmintico e per trattare l'ipertensione. In Ayurveda, gli estratti di foglie sono usati contro l'ittero e la debolezza nervosa. [51] Nella medicina indigena dello Sri Lanka, gli spinaci d'acqua dovrebbero avere proprietà simili all'insulina. Gli estratti d'acqua di I. Aquatica hanno mostrato un effetto ipoglicemizzante nei ratti Wistar. Un succo acquoso di 100 g di materiale vegetale è stato somministrato 30 minuti prima di mangiare glucosio a 2 pazienti diabetici. Dopo 2 ore è stato possibile osservare che il livello massimo di glucosio nel sangue è stato ridotto di circa il 30%.</p> <p>Inoltre, negli spinaci d'acqua potrebbero essere rilevati composti bioattivi antiossidanti e sostanze antimicrobiche. [53] Inoltre, gli estratti vegetali di spinaci d'acqua inibiscono la crescita delle cellule cancerose delle cellule Vero, Hep-2 e A-549, sebbene abbiano una moderata attività anti-cancro.</p> <p>Semina e impianto:</p> <p>Il seme può essere messo a bagno per 24 ore prima della semina per favorire la germinazione. La temperatura del suolo richiesta per la germinazione è di 20 ° C.</p> <p>Quando le precipitazioni sono basse, è necessaria un'irrigazione intensa e frequente per piante di alta qualità.</p> <p>Per produrre piantine robuste, i semi dovrebbero essere seminati a 5-10 mm di profondità in vassoi con un terriccio abbastanza profondo da consentire alle piante di sviluppare un buon apparato radicale. Il trapianto dovrebbe avvenire quando le piante sono alte 10-15 cm, con quattro foglie vere. Le rese più elevate si ottengono distanziando le piante a 15x15cm. Possono anche essere coltivate in file a circa 30 cm di distanza con piante a 20 cm di distanza all'interno delle file.</p>
P 9 (10 S)
Semi di spinaci d'acqua (Ipomoea aquatica)

Varietà dalla Thailandia
Semi di Riso Nero Royal Pearl

Semi di Riso Nero Royal Pearl

Prezzo 1,95 € SKU: VE 108 BR (1g)
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5/ 5
<h2><strong>Semi di Riso Nero Royal Pearl</strong></h2> <h2 class=""><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 50 (1g) semi.</strong></span></h2> <p><span>Royal Pearl Rice è un riso aromatico dall'aroma di nocciola. Il delizioso gusto e l'odore di questo riso è perfetto per tutti i tipi di piatti, in particolare la cucina asiatica e tailandese.</span></p> <p><span>Il riso (Oryza sativa L., dal greco antico </span><span>όρυζα</span><span> óryza) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Graminacee, di origine asiatica. Insieme alla Oryza glaberrima, dal pericarpo pigmentato rosso coltivata in Africa, è una delle due specie di piante da cui si produce il riso.</span></p> <p><span>L'Oryza sativa costituisce la stragrande maggioranza in quanto coltivata su circa il 95% della superficie mondiale di riso. Le origini del riso non sono certe, si ritiene che le varietà più antiche siano comparse oltre quindicimila anni fa lungo le pendici dell'Himalaya. L'unica cosa che sappiamo per certo sulle origini di questo alimento è che è nato in Asia, precisamente in Cina verso il VI millennio a.C. Costituisce il cibo principale per circa la metà della popolazione mondiale e viene coltivato in quasi tutti i paesi del mondo.</span></p> <p><span>La pianta ha origini asiatiche: i cinesi la coltivavano a scopo alimentare già nel VI millennio a.C., così come testimoniato da diversi siti del neolitico, nella Cina orientale. </span>Si diffuse poi in Mesopotamia, Persia, Egitto e infine in Europa.</p> <p>È una pianta erbacea, alta da 120 a 195 cm (può raggiungere anche i 5 metri di altezza) con radici avventizie e embrionali, le quali hanno la caratteristica di sviluppare dei parenchimi aeriferi, che permettono al riso di vivere in ambiente acquatico. <span>Il fusto (detto culmo) presenta internodi cavi e nodi pieni e si sviluppa in maniera simile al frumento. Ha foglie di colore verde chiaro, a forma di guaina, lunghe parecchi centimetri e larghe due, con peli bianchi, corti e spessi; la ligula è lunga e sono presenti auricole pelose. All'apice dello stelo presenta una pannocchia (infiorescenza a panicolo) terminale, a maturità pendente, costituita da spighette uniflore con fiori ermafroditi a sei stami e un pistillo; l'ovaia contiene un solo ovulo. Il frutto è una cariosside ellittica o sferica con glumelle molto sviluppate, la cariosside è vestita (risone), peso 25–45 mg, importanti sono le sezioni trasversali e longitudinali delle cariossidi per classificare le tipologie di riso, uno dei parametri è il rapporto lunghezza/larghezza, altro carattere è l'evidenziazione del dente (presenza dell'embrione) la striscia può essere più o meno scura, la perla può essere vitrea o perlata. A livello italiano la classificazione è: tondo, semifino, fino, superfino. Il risone una volta liberato delle glumette che lo racchiudono ed opportunamente lavorato (dopo la sbramatura-raffinatura a volte si esegue anche l'oleatura con olio di lino o di vaselina e la brillatura con talco e glucosio) presenta un colore bianco avorio e consistenza dura</span></p> <p><span>In ambito gastronomico, con il termine riso viene indicata la cariosside della pianta Oryza sativa.</span></p> <p><span>Il riso, oltre a trovare largo impiego come piatto base, nella forma di riso salato bollito, si presta alla preparazione di piatti salati più elaborati come il risotto ma anche di dolci come il risolatte o budino di riso e la torta degli addobbi.</span></p> <p><span>Sugli scaffali dei rivenditori troviamo comunemente il riso bianco, il quale è caratterizzato da un contenuto in carboidrati pari circa al 78%, in proteine al 7% circa e in lipidi per circa lo 0,6%. Il riso, fra tutti i cereali, è l'alimento più completo: 100 g forniscono circa 330 chilocalorie con un notevole contenuto di fibra e vitamine, oltre a vari sali minerali.[2] La sua digeribilità è superiore a quella degli altri cereali, tanto da essere assimilato in 60/100 minuti.[3] Il riso contiene acidi grassi essenziali: acido linoleico fra il 29-42%, e acido linolenico fra 0,8-1%. Ha un rapporto sodio/potassio di 5 mg di sodio ogni 100 di riso, e 9 mg di potassio. Il riso è privo di glutine e quindi è un alimento prezioso per i soggetti celiaci e nelle allergie alimentari.</span></p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
VE 108 BR (1g)
Semi di Riso Nero Royal Pearl
Semi di Manioca, Cassava,...

Semi di Manioca, Cassava,...

Prezzo 4,95 € SKU: MHS 101
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<h2 class=""><strong>Semi di Manioca, Cassava, Yuca (Manihot esculenta)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 3 semi.</strong></span></h2> <p>La<span>&nbsp;</span><b>manioca</b><span>&nbsp;</span>(<i><b>Manihot esculenta</b></i><span>&nbsp;</span><small>Crantz</small>), anche nota come<span>&nbsp;</span><b>cassava</b><span>&nbsp;</span>o<span>&nbsp;</span><b>yuca</b><span>&nbsp;</span>(da non confondere con la<span>&nbsp;</span>yucca, pianta succulenta dell'America centrale), è una pianta della<span>&nbsp;</span>famigliadelle<span>&nbsp;</span>Euphorbiaceae<span>&nbsp;</span>originaria del<span>&nbsp;</span>Sudamerica. Ha una<span>&nbsp;</span>radice<span>&nbsp;</span>tuberizzata<span>&nbsp;</span>commestibile, molto ricca in amido. La specie è coltivata in gran parte delle regioni<span>&nbsp;</span>tropicali<span>&nbsp;</span>e subtropicali del mondo. La radice di manioca è in effetti la terza<sup id="cite_ref-1" class="reference">[1]</sup><span>&nbsp;</span>più importante fonte di<span>&nbsp;</span>carboidrati<span>&nbsp;</span>(e senza<span>&nbsp;</span>glutine) nell'alimentazione umana mondiale nei Paesi tropicali, assieme all'ignamee all'albero del pane, ed è una delle principali fonti di cibo per molte popolazioni<span>&nbsp;</span>africane.<sup id="cite_ref-2" class="reference">[2]</sup><span>&nbsp;</span>La radice viene preparata e cucinata in moltissimi diversi modi; tra l'altro, se ne ricava una<span>&nbsp;</span>fecola<span>&nbsp;</span>nota come<span>&nbsp;</span>tapioca. Tutte le varietà moderne di<span>&nbsp;</span><i>M. esculenta</i><span>&nbsp;</span>sono prodotte dalla<span>&nbsp;</span>selezione artificiale<span>&nbsp;</span>da parte dell'uomo, partendo da varietà naturali.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Storia">Storia</span></h2> <div class="thumb tleft"> <div class="thumbinner"><img alt="" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7e/Albert_Eckhout_-_Mandioca.jpg/220px-Albert_Eckhout_-_Mandioca.jpg" width="220" height="221" class="thumbimage"> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Dipinto settecentesco di<span>&nbsp;</span>Albert Eckhout<span>&nbsp;</span>nel<span>&nbsp;</span>Brasile olandese.</div> </div> </div> <p>Popolazioni selvatiche di<span>&nbsp;</span><i>M. esculenta</i>, sottospecie<span>&nbsp;</span><i>flabellifolia</i>, progenitrici della cassava coltivata, sono originarie del<span>&nbsp;</span>Brasile<span>&nbsp;</span>centro-occidentale, dove furono coltivate da non oltre 10&nbsp;000 anni<span>&nbsp;</span>BP.<sup id="cite_ref-3" class="reference">[3]</sup></p> <p>Forme di specie coltivate moderne si possono anche trovare come selvatiche nel Brasile del sud. Verso il<span>&nbsp;</span>4600 a.C., pollini di cassava compaiono nelle pianure del<span>&nbsp;</span>golfo del Messico, nel sito archeologico di<span>&nbsp;</span>San Andrés.<sup id="cite_ref-4" class="reference">[4]</sup><span>&nbsp;</span>La più antica evidenza di cassava coltivata proviene dal sito archeologico della civiltà<span>&nbsp;</span>Maya, antico di 1400&nbsp;anni, di<span>&nbsp;</span>Joya de Cerén, a<span>&nbsp;</span>El Salvador.<sup id="cite_ref-5" class="reference">[5]</sup><span>&nbsp;</span>Con il suo alto potenziale nutritivo, essa è diventata un<span>&nbsp;</span>alimento di base<span>&nbsp;</span>per le popolazioni originarie del<span>&nbsp;</span>Sudamerica<span>&nbsp;</span>settentrionale, della Mesoamerica meridionale e dei<span>&nbsp;</span>Caraibi, al tempo dei contatti con il mondo europeo nel 1492.</p> <p>Le cassava era un alimento di base delle<span>&nbsp;</span>civiltà precolombiane<span>&nbsp;</span>nelle Americhe ed è spesso rappresentata nelle arti indigene pre-colombiane. I<span>&nbsp;</span>Moche<span>&nbsp;</span>dipinsero spesso la<span>&nbsp;</span><i>yuca</i>nelle loro ceramiche.<sup id="cite_ref-6" class="reference">[6]</sup></p> <p>Gli spagnoli, durante la loro iniziale occupazione delle isole dei Caraibi, non volevano mangiare cassava o mais, che essi consideravano inconsistenti, pericolosi e non nutrienti. Essi preferivano di gran lunga i cibi spagnoli, specificatamente il pane bianco, l'olio di oliva, il vino rosso e la carne e consideravano la cassava dannosa per gli europei.<sup id="cite_ref-7" class="reference">[7]</sup><span>&nbsp;</span>Per questi cristiani nel<span>&nbsp;</span>Nuovo Mondo, la cassava non era idonea ai riti religiosi poiché essa non poteva essere utilizzata per la<span>&nbsp;</span>comunione<span>&nbsp;</span>e divenire Corpo di Cristo. «La farina di grano era il simbolo della cristianità stessa» e l'era coloniale del catechismo stabiliva esplicitamente che solo il fior di farina poteva essere usato.<sup id="cite_ref-8" class="reference">[8]</sup><span>&nbsp;</span>La coltivazione e il consumo di cassava continuò ciò non di meno sia nell'America portoghese sia in quella spagnola. La produzione di massa di pane da cassava divenne la prima industria<span>&nbsp;</span>cubana<span>&nbsp;</span>da parte degli spagnoli,<sup id="cite_ref-9" class="reference">[9]</sup><span>&nbsp;</span>con le navi che partivano per l'Europa dai porti cubani di<span>&nbsp;</span>L'Avana,<span>&nbsp;</span>Santiago di Cuba<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span>Baracoa<span>&nbsp;</span>per portare merci in Spagna, ma i cui marinai avevano bisogno di provviste per il viaggio. Gli spagnoli quindi dovevano riempire le loro imbarcazioni con carne secca, acqua, frutta e grandi quantità di pane di cassava.<sup id="cite_ref-10" class="reference">[10]</sup><span>&nbsp;</span>I marinai si lamentavano che ciò causava loro problemi intestinali.<sup id="cite_ref-11" class="reference">[11]</sup><span>&nbsp;</span>Il clima tropicale cubano non era adatto alla coltivazione e il pane di cassava non diventava stantio in fretta come quello di farina normale.</p> <p>La cassava fu introdotta in Africa dal Brasile da mercanti portoghesi nel<span>&nbsp;</span>XVI secolo. Nel medesimo periodo essa venne introdotta in Asia con lo<span>&nbsp;</span>scambio colombiano<span>&nbsp;</span>da mercanti portoghesi e spagnoli, piantata nelle colonie di Goa, Malacca, Indonesia orientale, Timor e le Filippine. Il<span>&nbsp;</span>mais<span>&nbsp;</span>e la cassava sono oggi importanti alimenti di base, che hanno rimpiazzato i raccolti originari africani.<sup id="cite_ref-12" class="reference">[12]</sup><span>&nbsp;</span>Essa è anche diventata un alimento importante in Asia, coltivato estensivamente in Indonesia, Thailandia e Vietnam.<sup id="cite_ref-13" class="reference">[13]</sup><span>&nbsp;</span>La cassava è talvolta descritta come il "pane dei tropici"<sup id="cite_ref-14" class="reference">[14]</sup><span>&nbsp;</span>ma non deve essere confusa con i tropicali ed equatoriali cosiddetti "alberi del pane"<span>&nbsp;</span><i>Encephalartos</i>,<span>&nbsp;</span><i>Artocarpus altilis</i><span>&nbsp;</span>o con il cosiddetto "frutto del pane"<span>&nbsp;</span><i>Treculia africana</i>.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Descrizione">Descrizione</span></h2> <p>La radice di manioca è lunga e si assottiglia a una estremità, come una<span>&nbsp;</span>carota; contiene una polpa dura, bianca o giallastra, racchiusa in una scorza spessa pochi millimetri, ruvida e marrone. Le varietà di manioca coltivate per la commercializzazione possono essere lunghe fino a 80&nbsp;cm, con un<span>&nbsp;</span>diametro<span>&nbsp;</span>di circa 5 centimetri. Un cordone legnoso corre lungo l'asse del tubero.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Coltivazione">Coltivazione</span></h2> <h3><span class="mw-headline" id="Tecnica">Tecnica</span></h3> <p>La manioca viene raccolta a mano, sollevando la parte inferiore del gambo e tirando per estrarre la radice dal terreno. Dopo aver rimosso la radice, i gambi vengono tagliati in pezzi e ripiantati nel terreno prima della<span>&nbsp;</span>stagione umida.</p> <h3><span class="mw-headline" id="Storia_e_impatto_economico">Storia e impatto economico</span></h3> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/55/2005cassava.PNG/350px-2005cassava.PNG" width="350" height="154" class="thumbimage"> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Produzione di manioca nel 2005.</div> </div> </div> <p>Si ritiene che la manioca moderna derivi dalla<span>&nbsp;</span>sottospecie<span>&nbsp;</span><i>flabellifolia</i>, proveniente dal<span>&nbsp;</span>Brasile<span>&nbsp;</span>centro-occidentale. In quest'area la manioca viene coltivata probabilmente da non meno di 10.000 anni.<sup id="cite_ref-15" class="reference">[15]</sup><span>&nbsp;</span>Il ritrovamento di<span>&nbsp;</span>polline<span>&nbsp;</span>nel<span>&nbsp;</span>sito archeologico<span>&nbsp;</span>di San Andrés dimostra la presenza della manioca nel<span>&nbsp;</span>Golfo del Messico<span>&nbsp;</span>6.600 anni fa.<sup id="cite_ref-16" class="reference">[16]</sup><span>&nbsp;</span>La più antica prova certa di coltivazione della manioca è stata trovata nel sito<span>&nbsp;</span>Maya<span>&nbsp;</span>di<span>&nbsp;</span>Joya de Cerén, in<span>&nbsp;</span>Salvador, e risale a 1.400 anni fa.<sup id="cite_ref-17" class="reference">[17]</sup>.</p> <p>A motivo delle sue proprietà nutrizionali, la manioca divenne una delle coltivazioni principali di diverse popolazioni del<span>&nbsp;</span>Sudamerica<span>&nbsp;</span>settentrionale e dell'America Centrale. L'importanza della yuca (manioca) presso questi popoli è testimoniata dalle numerose rappresentazioni artistiche di questa pianta nell'arte precolombiana.<sup id="cite_ref-18" class="reference">[18]</sup><span>&nbsp;</span>I colonizzatori<span>&nbsp;</span>spagnoli<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span>portoghesi<span>&nbsp;</span>nelle Americhe mantennero la produzione di manioca nei territori conquistati.</p> <p>Oggi la produzione di manioca è ancora largamente diffusa (si stimano circa 184 milioni di tonnellate di radici di manioca prodotte nel<span>&nbsp;</span>2002); il continente dove la si produce in misura maggiore è l'Africa<span>&nbsp;</span>(99,1 milioni di tonnellate nel 2002), seguita dall'Asia<span>&nbsp;</span>(51,5 milioni di tonnellate) e da<span>&nbsp;</span>America Latina<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span>Caraibi(33,2 milioni di tonnellate). Il primo produttore mondiale è la<span>&nbsp;</span>Nigeria.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Usi">Usi</span></h2> <h3><span class="mw-headline" id="Impiego_alimentare">Impiego alimentare</span></h3> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/8f/Manihot_esculenta_dsc07325.jpg/220px-Manihot_esculenta_dsc07325.jpg" width="220" height="165" class="thumbimage"> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Radici di manioca.</div> </div> </div> <h4><span class="mw-headline" id="Preparazione">Preparazione</span></h4> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/bd/PeeledCassava.jpg/220px-PeeledCassava.jpg" width="220" height="185" class="thumbimage"> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Radice di manioca pelata.</div> </div> </div> <p>La radice di manioca può essere cucinata in una grande varietà di modi, molti dei quali identici a quelli impiegati per le<span>&nbsp;</span>patate. La si può mangiare bollita, eventualmente schiacciata in forma di<span>&nbsp;</span>purè; dopo la bollitura o la<span>&nbsp;</span>cottura a vapore<span>&nbsp;</span>può essere affettata o ridotta in piccoli pezzi e fritta come le<span>&nbsp;</span>patatine<span>&nbsp;</span>o arrostita come le patate al forno.</p> <p>La manioca può essere anche pestata per ottenere una<span>&nbsp;</span>fecola<span>&nbsp;</span>o<span>&nbsp;</span>farina<span>&nbsp;</span>insapore nota come<span>&nbsp;</span>tapioca, simile al<span>&nbsp;</span>sago, che ha diversi impieghi; la si può utilizzare per creare un dolce simile al<span>&nbsp;</span>budino<span>&nbsp;</span>di<span>&nbsp;</span>riso, o per realizzare alimenti simili al pane e altri derivati della farina di<span>&nbsp;</span>grano. Per questo motivo, la tapioca (o farina di manioca) compare fra gli ingredienti di molti prodotti<span>&nbsp;</span>dietetici<span>&nbsp;</span>pensati per le persone affette da<span>&nbsp;</span>celiachia<span>&nbsp;</span>o altre forme di intolleranza al<span>&nbsp;</span>glutine. Dalla polpa della radice di manioca, schiacciata e fatta fermentare, si possono ottenere anche bevande alcoliche.</p> <h4><span class="mw-headline" id="Piatti_tradizionali">Piatti tradizionali</span></h4> <h5><span class="mw-headline" id="Caraibi">Caraibi</span></h5> <p>In diversi paesi dei<span>&nbsp;</span>Caraibi<span>&nbsp;</span>con la<span>&nbsp;</span>tapioca<span>&nbsp;</span>si produce un alimento simile al<span>&nbsp;</span>pane, chiamato<span>&nbsp;</span><i>casabe</i><span>&nbsp;</span>in<span>&nbsp;</span>Repubblica Dominicana<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span>Porto Rico; a<span>&nbsp;</span>Haiti<span>&nbsp;</span>lo si mangia con<span>&nbsp;</span>burro di arachidio<span>&nbsp;</span>latte, in Porto Rico con<span>&nbsp;</span>olio<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span>aceto. La farina di manioca viene usata anche per fare alcune varianti locali della<span>&nbsp;</span><i>empanada</i>: due esempi sono la<span>&nbsp;</span><i>catibía</i><span>&nbsp;</span>dominicana e le<span>&nbsp;</span><i>pasteles</i>portoricane, ripiene di manzo, pollo o maiale (un piatto tipicamente<span>&nbsp;</span>natalizio). In<span>&nbsp;</span>Giamaica<span>&nbsp;</span>con la tapioca si realizza il tradizionale<span>&nbsp;</span><i>bammy</i>, un tortino fritto originariamente tipico dell'etnia<span>&nbsp;</span>arawak. Altre ricette caraibiche a base di tapioca sono la<span>&nbsp;</span><i>musa</i><span>&nbsp;</span>(o<span>&nbsp;</span><i>moussa</i>) haitiana (fatta con tapioca bollita), il<span>&nbsp;</span><i>sancocho</i><span>&nbsp;</span>dominicano (un bollito misto di verdure) e le<span>&nbsp;</span><i>arepitas de yuca</i><span>&nbsp;</span>dominicane (fettine di radice di manioca fritte).</p> <h5><span class="mw-headline" id="America_Centrale">America Centrale</span></h5> <p>In<span>&nbsp;</span>El Salvador,<span>&nbsp;</span>Costa Rica<span>&nbsp;</span>e altri paesi dell'America centrale la manioca (chiamata<span>&nbsp;</span><i>yuca</i>) viene usata per preparare<span>&nbsp;</span>zuppe, bollita o fritta. Fra i piatti tipici salvadoregni a base di manioca si possono citare la<span>&nbsp;</span><i>yuca frita con chicharrón</i><span>&nbsp;</span>(manioca fritta nell'olio servita con una salsa chiamata<span>&nbsp;</span><i>curtido</i><span>&nbsp;</span>e carne di maiale o sardine) e il<span>&nbsp;</span><i>pan con pavo</i>, un panino fatto con farina di manioca, di forma simile a una<span>&nbsp;</span>baguette, farcito con carne di<span>&nbsp;</span>tacchino<span>&nbsp;</span>marinata. In Costa Rica sono molto diffusi panini di manioca con carne di maiale e<span>&nbsp;</span>lime. A<span>&nbsp;</span>Panama<span>&nbsp;</span>si mangia un panzerotto fritto di farina di manioca ripieno di carne speziata, che prende il nome di<span>&nbsp;</span><i>carimanola</i>. In<span>&nbsp;</span>Nicaragua<span>&nbsp;</span>la manioca si usa in almeno tre ricette tradizionali: il<span>&nbsp;</span><i>vigoron</i>, i<span>&nbsp;</span><i>buñuelos</i><span>&nbsp;</span>e il<span>&nbsp;</span><i>vaho</i>.</p> <h5><span class="mw-headline" id="Sudamerica">Sudamerica</span></h5> <p>In<span>&nbsp;</span>Bolivia<span>&nbsp;</span>la manioca (anche qui chiamata<span>&nbsp;</span><i>yuca</i>) si mangia in moltissimi modi. Fritta viene spesso accompagnata con una salsa piccante nota come<span>&nbsp;</span><i>llajwa</i>,<span>&nbsp;</span>formaggio, o<span>&nbsp;</span><i>choclo</i><span>&nbsp;</span>(mais<span>&nbsp;</span>essiccato). I piatti tipici<span>&nbsp;</span>brasiliani<span>&nbsp;</span>in cui si impiega la manioca (qui chiamata<span>&nbsp;</span><i>mandioca</i>,<span>&nbsp;</span><i>macaxeira</i><span>&nbsp;</span>o<span>&nbsp;</span><i>aipim</i><span>&nbsp;</span>a seconda delle zone) sono moltissimi: dalla<span>&nbsp;</span><i>vaca atolada</i><span>&nbsp;</span>(un bollito di carne e manioca) al<span>&nbsp;</span><i>pirão</i><span>&nbsp;</span>(pezzetti di pesce cotti nella farina di manioca,<span>&nbsp;</span><i>farinha de mandioca</i>), al<span>&nbsp;</span><i>pão de queijo</i><span>&nbsp;</span>(un pane al formaggio); cotta da sola, la farina di manioca viene chiamata<span>&nbsp;</span><i>farofa</i>, e costituisce uno degli elementi principali dell'alimentazione quotidiana del brasiliano medio. Sempre in Brasile la manioca bollita viene usata per fare un<span>&nbsp;</span>budino<span>&nbsp;</span>dolce molto popolare. In<span>&nbsp;</span>Colombia<span>&nbsp;</span>con la manioca si fa il<span>&nbsp;</span><i>sancocho</i><span>&nbsp;</span>(come a Santo Domingo), un tipo di pane chiamato<span>&nbsp;</span><i>pandebono</i>, un panzerotto chiamato<span>&nbsp;</span><i>bollo de yuca</i>, servito con<span>&nbsp;</span>burro<span>&nbsp;</span>e formaggio, e un dessert a base di manioca,<span>&nbsp;</span>anice,<span>&nbsp;</span>zucchero<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span>marmellata<span>&nbsp;</span>di<span>&nbsp;</span>guava<span>&nbsp;</span>detto<span>&nbsp;</span><i>enyucado</i>. In<span>&nbsp;</span>Ecuador<span>&nbsp;</span>la manioca viene mangiata bollita o affettata e fritta (<i>yuquitos</i>), e diversi tipi di pane e panzerotto come i<span>&nbsp;</span><i>bolitos de yuca</i><span>&nbsp;</span>(in genere ripieni di formaggio). La popolazione<span>&nbsp;</span>quechua<span>&nbsp;</span>del<span>&nbsp;</span>Rio delle Amazzoni<span>&nbsp;</span>dalla manioca ricava una bevanda fermentata chiamata<span>&nbsp;</span><i>chicha</i>. Nel<span>&nbsp;</span>Paraguay<span>&nbsp;</span>la manioca si mangia a tutti i pasti, in genere bollita o nella forma di<span>&nbsp;</span><i>chipa</i><span>&nbsp;</span>(un pane al formaggio che si prepara nelle festività). Nel<span>&nbsp;</span>Venezuela<span>&nbsp;</span>si trova lo stesso pane di manioca di Santo Domingo, il<span>&nbsp;</span><i>casabe</i>; qui viene però solitamente cotto più a lungo, fino a raggiungere la consistenza dei<span>&nbsp;</span>cracker, eccetto quando lo si usa per fare panini (come il<span>&nbsp;</span><i>naiboa</i>).</p> <h5><span class="mw-headline" id="Africa">Africa</span></h5> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/ec/Dried_manioc.jpg/220px-Dried_manioc.jpg" width="220" height="187" class="thumbimage"> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Manioca essiccata in vendita (Abong-Mbang,<span>&nbsp;</span>Camerun).</div> </div> </div> <p>In<span>&nbsp;</span>Nigeria,<span>&nbsp;</span>Sierra Leone<span>&nbsp;</span>e altri paesi dell'Africa occidentale, la cassava viene solitamente pelata, schiacciata, lasciata fermentare, fritta e quindi messa a bollire in acqua, fino a formare una pastella spessa; questa ricetta prende il nome di<span>&nbsp;</span><i>garri</i><span>&nbsp;</span>o<span>&nbsp;</span><i>eba</i>. In alcuni paesi (per esempio nella<span>&nbsp;</span>Guyana) il succo della manioca amara viene bollito fino a fargli raggiungere la viscosità di uno<span>&nbsp;</span>sciroppo<span>&nbsp;</span>e poi insaporito con<span>&nbsp;</span>spezie; la salsa che se ne ottiene, nota come<span>&nbsp;</span><i>cassareep</i>, serve come base per la preparazione di diverse salse e condimenti. In Sierra Leone vengono usate come alimento anche le foglie della pianta; vengono lavate ripetutamente per renderle meno amare, e poi pestate insieme con l'olio di palma<span>&nbsp;</span>per realizzare una salsa. In<span>&nbsp;</span>Africa centrale<span>&nbsp;</span>la manioca viene generalmente bollita e poi pestata in una sorta di<span>&nbsp;</span>purè<span>&nbsp;</span>o<span>&nbsp;</span>porridge<span>&nbsp;</span>chiamato<span>&nbsp;</span><i>fufu</i><span>&nbsp;</span>o<span>&nbsp;</span><i>cuscus</i><sup id="cite_ref-19" class="reference">[19]</sup>, che viene talvolta poi ulteriormente elaborato (per esempio mischiato a spezie e poi cotto); viene anche cucinata alla griglia dopo essere stata marinata per alcuni giorni in acqua salata. Nell'Africa<span>&nbsp;</span>swahili, dove la manioca è nota come<span>&nbsp;</span><i>mihogo</i>, la si fa soprattutto fritta a pezzetti, talvolta con un salsa chiamata<span>&nbsp;</span><i>pilipili</i>, ottenuta dalla cottura di peperoncini piccanti in<span>&nbsp;</span>olio di palma. Nelle campagne si prepara un porridge di manioca, che viene chiamato<span>&nbsp;</span><i>ugali</i><span>&nbsp;</span>in<span>&nbsp;</span>Tanzania,<span>&nbsp;</span><i>nshima</i><span>&nbsp;</span>in<span>&nbsp;</span>Zambia<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span><i>mwanga</i><span>&nbsp;</span>dai<span>&nbsp;</span>Kikuyu<span>&nbsp;</span>del<span>&nbsp;</span>Kenya. In<span>&nbsp;</span>Repubblica Centrafricanaesiste una grande varietà di ricette basate sulla manioca, che viene usata anche per fare pane e<span>&nbsp;</span>biscotti. Anche in questa zona dell'Africa si mangiano anche le foglie della pianta, dopo averle bollite a lungo per eliminarne le proprietà tossiche; il sapore di questo piatto, chiamato<span>&nbsp;</span><i>gozo</i><span>&nbsp;</span>nella lingua sango, è simile a quello degli<span>&nbsp;</span>spinaci. Un piatto tipico della<span>&nbsp;</span>Costa d'Avorio<span>&nbsp;</span>a base di polpa fermentata di manioca grattugiata o fatta a granelli è l'attiéké, spesso servito come accompagnamento di carni<span>&nbsp;</span>stufate.</p> <h5><span class="mw-headline" id="Asia">Asia</span></h5> <p>In<span>&nbsp;</span>India<span>&nbsp;</span>la manioca si mangia spesso con piatti al<span>&nbsp;</span>curry, insieme con pesce o carne; due esempi sono il<span>&nbsp;</span><i>kappayum meenum</i><span>&nbsp;</span>(letteralmente "manioca con pesce") e il<span>&nbsp;</span><i>kappa biriyani</i><span>&nbsp;</span>("manioca con carne"), molto popolari nello stato di<span>&nbsp;</span>Kerala. In<span>&nbsp;</span>Indonesia<span>&nbsp;</span>la manioca si chiama<span>&nbsp;</span><i>singkong</i><span>&nbsp;</span>e viene bollita, fritta o cotta al forno; fermentandola e mischiandola con lo zucchero si ottiene una<span>&nbsp;</span>bevanda alcolica<span>&nbsp;</span>di colore verde chiamata<span>&nbsp;</span><i>es tape</i>. A<span>&nbsp;</span>Giava<span>&nbsp;</span>si mangia un piatto a base di radice di manioca essiccata chiamato<span>&nbsp;</span><i>gaplek</i>, ma anche le foglie della pianta sono usate in molte ricette: per esempio nel<span>&nbsp;</span><i>gulai daun singkong</i><span>&nbsp;</span>(foglie di manioca in latte di cocco), nell'<i>urap</i><span>&nbsp;</span>(un'insalata mista) e nel<span>&nbsp;</span><i>buntil</i><span>&nbsp;</span>(un involtino vegetariano). Nelle<span>&nbsp;</span>Filippine<span>&nbsp;</span>la manioca viene bollita con lo zucchero e usata per fare torte e altri dolci.</p> <h4><span class="mw-headline" id="Prodotti_derivati">Prodotti derivati</span></h4> <ul> <li>Perle di tapioca</li> </ul> <h3><span class="mw-headline" id="Altri_usi">Altri usi</span></h3> <p>La manioca ha applicazioni nella medicina tradizionale di alcuni dei paesi in cui è coltivata. Le radici delle varianti amare sono usate per trattare la<span>&nbsp;</span>diarrea<span>&nbsp;</span>e la<span>&nbsp;</span>malaria.</p> <p>Le foglie possono essere impiegate come<span>&nbsp;</span>analgesici<span>&nbsp;</span>e per ridurre l'ipertensione. I<span>&nbsp;</span>cubani<span>&nbsp;</span>impiegano la cassava nel trattamento dei sintomi della<span>&nbsp;</span>sindrome del colon irritabile.</p> <p>In moltissimi paesi (per esempio<span>&nbsp;</span>Thailandia,<span>&nbsp;</span>Cina,<span>&nbsp;</span>Nigeria<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span>Brasile) i tuberi e i fusti della manioca sono usati come foraggio per gli animali da<span>&nbsp;</span>allevamento. I fusti vengono raccolti in fase giovanile (dopo tre - quattro mesi di crescita) quando hanno raggiunto una altezza di circa 30÷45&nbsp;cm. Vengono poi fatti essiccare al sole per uno o due giorni fino a quando il contenuto finale di materia secca si avvicina all'85%. Questo materiale ha un alto contenuto di proteine (20÷27&nbsp;%) e di tannini condensati (1,5÷4&nbsp;%) ed è considerato una buona fonte di crusca per i ruminanti<span>&nbsp;</span><sup id="cite_ref-20" class="reference">[20]</sup>.</p> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/84/Cassava_drying_on_a_road.jpg/220px-Cassava_drying_on_a_road.jpg" width="220" height="165" class="thumbimage"> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> "Fieno" di cassava in essiccazione lungo una strada.</div> </div> </div> <p>In<span>&nbsp;</span>Repubblica Centrafricana<span>&nbsp;</span>la manioca viene anche utilizzata per realizzare una sorta di<span>&nbsp;</span>vernice<span>&nbsp;</span>utilizzata per imbiancare le pareti esterni degli edifici.</p> <p>La manioca è anche un ingrediente di molti appretti per inamidare durante la stiratura, disponibili in commercio.</p> <p>In diversi paesi sono stati avviati progetti di ricerca per valutare i possibili impieghi della manioca per la produzione di<span>&nbsp;</span>biocarburante.</p> <h3><span id="Tossicit.C3.A0_potenziale"></span><span class="mw-headline">Tossicità potenziale</span></h3> <table class="noprint disclaimer"> <tbody> <tr> <td> <div class="center"> <div class="floatnone"><img alt="Avvertenza" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f7/Nuvola_apps_important.svg/27px-Nuvola_apps_important.svg.png" title="Avvertenza" width="27" height="23"></div> </div> </td> <td><i>Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico:<span>&nbsp;</span>leggi le avvertenze.</i></td> </tr> </tbody> </table> <h4><span class="mw-headline" id="Presenza_di_sostanze_cianiche">Presenza di sostanze cianiche</span></h4> <p>Le radici di cassava, le bucce e le foglie non devono essere consumate crude poiché contengono<span>&nbsp;</span>glicosidi<span>&nbsp;</span>cianogenici,<span>&nbsp;</span>linamarina<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span>lotaustralina. Questi vengono decomposti dalla<span>&nbsp;</span>linamarase, un<span>&nbsp;</span>enzima<span>&nbsp;</span>della cassava che libera<span>&nbsp;</span>acido cianidrico<span>&nbsp;</span>(HCN).<sup id="cite_ref-cereda_21-0" class="reference">[21]</sup><span>&nbsp;</span>Le varietà di cassava sono spesso categorizzate come "dolci" o "amare", significando rispettivamente prive o contenenti glicosi cianogenici. I<span>&nbsp;</span><i>cultivar</i><span>&nbsp;</span>delle cosiddette "dolci" (effettivamente non amare) possono produrre qualcosa come 20&nbsp;milligrammi di<span>&nbsp;</span>cianuro<span>&nbsp;</span>(CN) per chilogrammo di radici fresche, mentre quelle "amare" possono produrne più di 50&nbsp;volte tanto (1 g/kg). Le cassava cresciute durante la siccità hanno un tasso particolarmente elevato di queste tossine.<sup id="cite_ref-22" class="reference">[22]</sup><sup id="cite_ref-23" class="reference">[23]</sup><span>&nbsp;</span>Una dose di 25&nbsp;mg di glucoside cianogenico di pura cassava, che contiene 2,5&nbsp;mg di cianuro è sufficiente a uccidere un topo.<sup id="cite_ref-24" class="reference">[24]</sup><span>&nbsp;</span>Si sa che un eccesso di cianuro residuo da una preparazione non adeguata di cassava causa un'intossicazione acuta di cianuro, e il<span>&nbsp;</span>gozzo, ed è stato associato all'atassia(una patologia neurologica che colpisce la capacità di camminare, conosciuta anche come<span>&nbsp;</span><i>konzo</i>).<sup id="cite_ref-fao.org_25-0" class="reference">[25]</sup></p> <p>Esso è stato anche associato alla pancreatite tropicale calcifica nelle persone, che conduce alla pancreatite cronica.<sup id="cite_ref-26" class="reference">[26]</sup></p> <p>I sintomi di intossicazione acuta da cianuro compaiono quattro o più ore dopo l'ingestione di cassava grezza o male trattata: vertigine, vomito e collasso. In alcuni casi la morte sopraggiunge entro un paio d'ore. L'intossicazione può essere facilmente trattata con iniezioni di<span>&nbsp;</span>tiosolfato<span>&nbsp;</span>(che rende lo zolfo disponibile all'organismo del paziente per disintossicarlo convertendo il velenoso cianuro in tiocianato).<sup id="cite_ref-27" class="reference">[27]</sup></p> <p>«L'esposizione cronica a bassi livelli di cianuro è associata allo sviluppo del gozzo e all'atassia neuropatica tropicale, un'indisposizione che danneggia i nervi e rende una persona instabile e scoordinata. Grave avvelenamento da cianuro, particolarmente durante le carestie, è associato con l'epidemia di disturbi debilitanti e paralizzanti irreversibili denominati<span>&nbsp;</span>konzo<span>&nbsp;</span>e in alcuni casi anche la morte. L'incidenza del konzo e della neuropatia atassica tropicale può raggiungere, in certe zone, anche il tre per cento.»<sup id="cite_ref-28" class="reference">[28]</sup><sup id="cite_ref-29" class="reference">[29]</sup></p> <p>Durante la carestia in<span>&nbsp;</span>Venezuela<span>&nbsp;</span>alla fine degli anni 2010, si sono verificate dozzine di decessi dovuti al ricorso dei venezuelani al cibo costituito da cassava "amara" per sopperire alla carestia.<sup id="cite_ref-30" class="reference">[30]</sup><sup id="cite_ref-31" class="reference">[31]</sup></p> <p>Società che si nutrono abitualmente di cassava comprendono in genere che questa deve essere sottoposta a qualche processo (ammollo, cottura, fermentazione, ecc.) per evitare di cadere ammalati.<sup id="cite_ref-32" class="reference">[32]</sup><span>&nbsp;</span>Un ammollo breve (quattro ore) della cassava non è sufficiente, ma uno di 18–24 ore può rimuovere fino alla metà del contenuto in cianuro. Anche l'essiccazione può non essere sufficiente.<sup id="cite_ref-33" class="reference">[33]</sup></p> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/bd/PeeledCassava.jpg/220px-PeeledCassava.jpg" width="220" height="185" class="thumbimage"> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Radici di cassava, pelatura e ammollo.</div> </div> </div> <p>Per alcune radici piccole delle varietà "dolci" la cottura è sufficiente a eliminare la tossicità. Il cianuro viene rimosso nella preparazione in acqua e le quantità prodotte a seguito del consumo domestico sono troppo piccole per avere un impatto ambientale.<sup id="cite_ref-cereda_21-1" class="reference">[21]</sup><span>&nbsp;</span>Le radici grosse delle varietà "amare" usate per produrre farina o amido devono subire un processo di eliminazione del cianuro. Le grosse radici vengono pelate e macinate in farina, che viene immersa in acqua, spremuta poi più volte fino ad asciugarla e riscaldata a temperatura opportuna. I grani di amido che galleggiano in superficie durante il processo di ammollo vengono usati nella cottura.<sup id="cite_ref-34" class="reference">[34]</sup><span>&nbsp;</span>La farina viene utilizzata in tutto il<span>&nbsp;</span>Sudamerica<span>&nbsp;</span>e nei<span>&nbsp;</span>Caraibi. La produzione di farina di cassava, anche a livello di attività di nicchia, può generare una quantità sufficiente di cianuro e glicosidi cianogenici negli scarichi da provocare un grave impatto ambientale.<sup id="cite_ref-cereda_21-2" class="reference">[21]</sup></p> <h4><span class="mw-headline" id="Preparazione_del_cibo">Preparazione del cibo</span></h4> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/d2/Cassava_bread.jpg/220px-Cassava_bread.jpg" width="220" height="165" class="thumbimage"> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Pani di cassava.</div> </div> </div> <p>Un metodo di procedimento sicuro, noto come<span>&nbsp;</span><i>wetting method</i><span>&nbsp;</span>è quello di miscelare farina di cassava e acqua formando una pasta spessa e quindi lasciare quest'ultima all'ombra per cinque ore in uno strato sottile allargato su un cesto.<sup id="cite_ref-fca_35-0" class="reference">[35]</sup><span>&nbsp;</span>In questo tempo circa l'83% dei<span>&nbsp;</span>glicosidi<span>&nbsp;</span>cianogeni sono decomposti dalla linamarase; il risultante acido cianidrico si disperde nell'atmosfera, rendendo sicura per il consumo la farina nella sera stessa.<sup id="cite_ref-fca_35-1" class="reference">[35]</sup></p> <p>Il metodo tradizionale in uso nell'Africa occidentale è quello di pelare le radici e metterle in acqua per tre giorni a fermentare. Le radici quindi vengono essiccate o cotte. In<span>&nbsp;</span>Nigeriae in numerosi altri paesi africani, tra cui il<span>&nbsp;</span>Ghana, il<span>&nbsp;</span>Camerun, il<span>&nbsp;</span>Benin<span>&nbsp;</span>il<span>&nbsp;</span>Togo, la<span>&nbsp;</span>Costa d'Avorio<span>&nbsp;</span>e il Burkina Faso, le radici vengono abitualmente grattuggiate e fritte leggermente in olio di palma per preservarle. Ne risulta un alimento chiamato<span>&nbsp;</span><i>gari</i>. La fermentazione è anche usata in altri paesi come l'Indonesia, producendo pani detti<span>&nbsp;</span><i>tapai</i>. Il processo di fermentazione riduce anche il livello di<span>&nbsp;</span>composti antinutrizionali<span>&nbsp;</span>e rende così la cassava un cibo più nutriente.<sup id="cite_ref-36" class="reference">[36]</sup></p> <p>L'assegnamento sulla cassava come fonte alimentare e la conseguente esposizione agli effetti<span>&nbsp;</span>goitrogeni<span>&nbsp;</span>del<span>&nbsp;</span>tiocianato<span>&nbsp;</span>è stato responsabile per l'affezione endemica del<span>&nbsp;</span>gozzoriscontrata nella zona degli<span>&nbsp;</span>Akoko<span>&nbsp;</span>nel sudovest della Nigeria.<sup id="cite_ref-pmid10497657_37-0" class="reference">[37]</sup><sup id="cite_ref-38" class="reference">[38]</sup></p> <p>Un progetto chiamato "BioCassava Plus" utilizza la bioingegneria per coltivare la cassava con un più basso tenore di glicosidi cianogeni insieme con il<span>&nbsp;</span>rafforzamento alimentarecon<span>&nbsp;</span>vitamina A,<span>&nbsp;</span>ferro<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span>proteine<span>&nbsp;</span>per migliorare il nutrimento dei popoli dell'Africa subsahariana.<sup id="cite_ref-39" class="reference">[39]</sup><sup id="cite_ref-40" class="reference">[40]</sup></p> <h2><span id="Avversit.C3.A0"></span><span class="mw-headline">Avversità</span></h2> <p>In<span>&nbsp;</span>Africa, i principali nemici delle coltivazioni di manioca sono tradizionalmente la<span>&nbsp;</span>cocciniglia<span>&nbsp;</span><i>Phenacoccus manihoti</i><span>&nbsp;</span>e l'acaro<span>&nbsp;</span><i>Mononychellus tanajoa</i>, che fino agli<span>&nbsp;</span>anni settanta-ottanta<span>&nbsp;</span>erano responsabili dell'80% delle perdite di piante; importanti progressi nella lotta a questi infestanti sono stati raggiunti negli ultimi decenni dal Biological Control Centre for Africa.</p> <p>Il virus del mosaico della manioca è un virus simile a<span>&nbsp;</span>quello del tabacco, e trasmesso da alcune specie di insetti. Negli<span>&nbsp;</span>anni ottanta<span>&nbsp;</span>ha cominciato a diffondersi a partire dall'Uganda<span>&nbsp;</span>una<span>&nbsp;</span>mutazione<span>&nbsp;</span>del virus che è risultata essere ancora più dannosa; oggi questa mutazione affligge le coltivazioni di Uganda,<span>&nbsp;</span>Ruanda,<span>&nbsp;</span>Burundi,<span>&nbsp;</span>Repubblica Democratica del Congo<span>&nbsp;</span>e<span>&nbsp;</span>Repubblica del Congo.</p> <h2><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Manihot_esculenta" target="_blank" title="Fonte Wikipedia Manihot esculenta" rel="noreferrer noopener"><strong>Fonte Wikipedia Manihot esculenta</strong></a></h2> <script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
MHS 101 (3 S)
Semi di Manioca, Cassava, Yuca (Manihot esculenta)

Varietà dalla Thailandia
Semi di pomodoro autentici tailandesi Sida  - 4

Semi di pomodoro autentici...

Prezzo 1,85 € SKU: VT 117
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<h2 class=""><strong>Semi di pomodoro autentici tailandesi Sida</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p>Il pomodoro Sida è un pomodoro da insalata tailandese e una delle varietà di pomodori più popolari in Thailandia. e il nome locale è "pomodoro Sida" (มะเขือเทศ สี ดา). Il pomodoro Sida è un determinato tipo di pomodoro, la pianta raggiunge un'altezza di 60-100 cm.</p> <p>I frutti sono succosi, spessi e ben strutturati. Il peso medio del frutto è di 20 grammi. I frutti sono di colore rosso ma tendono a colorare il rosa con un po 'di verde anche quando molto maturi e hanno un sapore leggermente acido.</p> <p>Il periodo di raccolta è generalmente di 75-90 giorni dopo la piantagione.</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
VT 117 (10 S)
Semi di pomodoro autentici tailandesi Sida  - 4

Varietà dalla Thailandia

Semi di ZENZERO THAI  - GALANGA (Alpinia galangal) 1.95 - 11

Semi di ZENZERO THAI -...

Prezzo 1,95 € SKU: P 372
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<h2><strong>Semi di ZENZERO THAI  - GALANGA (Alpinia galangal)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di <span class="tlid-translation translation" lang="it" xml:lang="it"><span title="">3 o 6</span></span> semi.</strong></span></h2> <p>La galanga (Alpinia galanga (L.) Willd.), è una pianta erbacea della famiglia delle Zingiberaceae (la stessa famiglia dello zenzero e del cardamomo) originaria del sud-est asiatico.</p> <p>In Indonesia la varietà maggiore è conosciuta come Laos mentre la varietà minore è denominata Kecur, Khaa in Thailandia e Lengkaus in Malesia.</p> <p><strong>Aspetto</strong></p> <p>La pianta si sviluppa da un rizoma simile a quello dello zenzero, con foglie grandi e abbondanti e frutti rossi. La varietà minore raggiunge il metro di altezza e produce piccoli fiori striati di rosso, mentre la varietà maggiore raggiunge anche i 2 metri d'altezza.</p> <p><strong>Storia</strong></p> <p>La galanga era conosciuta già nell'antico Egitto, e impiegata per fumigazioni. Venne introdotta in Europa nel medioevo, ma è andata col tempo in disuso al di fuori del sudest asiatico.</p> <h2><em>Usi</em></h2> <h2>In cucina</h2> <p>È usata soprattutto in gastronomia come spezia per insaporire le pietanze, in particolare nella cucina tailandese e indonesiana, il suo rizoma ha un odore pungente e un gusto dolce. Nel medioevo veniva utilizzata, insieme ad altre spezie, per la preparazione dell'Ippocrasso, un vino liquoroso speziato, molto apprezzato sia dal popolo che dagli aristocratici del tempo.</p> <h2>In medicina</h2> <p>Nel sudest asiatico si prepara un tonico con succo di limetta e galanga grattugiata. È usata nella medicina orientale come rimedio per il catarro e altri problemi respiratori.[1] I frutti sono impiegati nella medicina tradizionale cinese.</p> <script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
P 372 (3 S)
Semi di ZENZERO THAI  - GALANGA (Alpinia galangal) 1.95 - 11