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Varietà dalla Russia

Questa pianta è resistente all'inverno e al gelo. Vedi di più nella descrizione.
Semi di Olivo di Boemia (Elaeagnus angustifolia) 2.95 - 1

Semi di Olivo di Boemia...

Prezzo 2,55 € SKU: T 39
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5/ 5
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <div id="idTab1" class="rte"> <h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Semi di Olivo di Boemia (Elaeagnus angustifolia)</strong></span></h2> <h2><span style="color: #ff0000; font-size: 14pt;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</strong></span></h2> <p>L’Olivo di Boemia, o Olivagno (Elaeagnus angustifolia) è un piccolo albero o un arbusto, appartenente alla famiglia delle Eleagnaceae, originario dell’Asia e diffuso nel sud della Russia, Turchia, Kazakistan ed Iran. Il suo nome deriva dalla somiglianza col più diffuso olivo (Olea europea). L’Olivagno è naturalizzato in Italia solo in Emilia Romagna, Veneto e Friuli tra 0 e 600 metri sul livello del mare. Il suo habitat tipico lo vede associato con i consimili a formare densi boschetti; lo si trova sovente in ambienti marittimi, da solo oppure associato a Populus o Tamarix. Specie colonizzatrice, pioniera, eliofila che non teme concentrazioni saline elevate, viene usata anche come siepe frangivento, soprattutto lungo i corsi d'acqua.</p> <p><strong>Caratteristiche generali della pianta</strong></p> <p>L’Olivo di Boemia è un genere di piccolo arbusto o albero ornamentale deciduo che può raggiungere i 5-7 m di altezza, coltivabile con grandi soddisfazioni sia con educazione in stile bonsai, che come albero in piena terra od in vaso profondo. Interessante è la sua chioma tondeggiante ricca di fogliame grigio argenteo e il portamento. I rami giovani sono bianco-argentei, mentre i rami più vecchi divengono marroni, a volte sono spinosi e coperti di scaglie; la corteccia è compatta, verde-grigiastra. La fioritura avviene tra maggio e giugno, con piccoli fiori giallo-biancastri e profumati ed è seguita da grappoli di frutti giallo-rosso e arancio, commestibili e di cui sono ghiotti gli uccelli. In Iran, la polvere essiccata dei frutti viene utilizzata, mescolata con il latte, per curare l'artrite reumatoide ed i dolori articolari.</p> <p><strong>Esposizione, clima, terreno</strong></p> <p>Pianta molto rustica che non teme il freddo, preferisce le posizioni soleggiate, anche se cresce senza problemi a mezz'ombra. Cresce sia su suoli sabbiosi che su quelli grassi e argillosi, preferendo in ogni caso un’umidità da media a elevata. Non cresce su suoli acidi.</p> <p><strong>Come riprodurre l’Olivo di Boemia dal seme</strong></p> <p>La coltivazione da seme si fa in primavera, utilizzando i semi dell'anno precedente. Interrare di pochi cm in un composto di terra, torba e sabbia il seme. Annaffiare periodicamente, ma non troppo, e assicurarsi che ci sia un buon drenaggio idrico in modo da non far marcire i semi. Sistemare il contenitore per la semina in una posizione luminosa, non a contatto diretto coi raggi solari, e mantenere umidità costante, magari usando una busta di plastica o un foglio di cellophane. La germinazione può richiedere anche un periodo di 18 mesi; le piantine nuove vanno coltivate in vaso per almeno due anni prima di essere poste a dimora.</p> </div>
T 39 (5 S)
Semi di Olivo di Boemia (Elaeagnus angustifolia) 2.95 - 1

Questa pianta è resistente all'inverno e al gelo. Vedi di più nella descrizione.
Semi di Edera Comune...

Semi di Edera Comune...

Prezzo 2,15 € SKU: MHS 102
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Semi di Edera Comune (Hedera helix)</strong></span></h2> <h2><span style="color: #f90606; font-size: 14pt;"><strong>Prezzo per Confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p><span>L'edera comune (Hedera helix, L., 1753) è una pianta, del genere Hedera, che appartiene alla famiglia delle Araliaceae.</span></p> <p><span>Nei rami non fioriferi ha foglie caratteristiche a 3 o 5 lobi di colore verde chiaro e scuro, ideale per ricoprire muri o tronchi di alberi. Nei rami fioriferi le foglie invece sono ovato romboidali. I fiori sono formati da cinque petali di colore verde riuniti in ombrelle sferiche. Caratteristica dell'edera è la prima fioritura a circa 10 anni di età. I frutti sono costituiti da bacche globose di colore nero a maturazione lungamente peduncolati e riuniti in formazioni sferiche. Gli uccelli se ne cibano abbondantemente nei periodi invernali mentre per l'uomo contengono una saponina che irrita le pareti gastriche. Cresce vigorosa e rigogliosa, sempreverde, una rampicante molto rustica e resistente al freddo.</span></p> <p><span>La fioritura avviene a settembre e le bacche maturano a novembre, rimangono sulla pianta tutto l'inverno.</span></p> <p><strong>Habitat</strong></p> <p>Si trova a ridosso di ruderi, su alberi ma anche nei sottoboschi ombrosi. <span>Può crescere sia strisciante che abbarbicata. Riesce a raggiungere anche altezze considerevoli (20 - 25 metri).</span></p> <p><strong><span>Apicoltura</span></strong></p> <p><span>L'edera è una pianta mellifera, il cui fiore è bottinato intensamente dalle api. si può ottenere un miele, ma anche se comune l'edera non è abbondante e la produzione di monoflorale si ha solo in piccole aree. Molto importante perché è l'ultima pianta a fornire quantità cospicue di nettare e polline prima dell'inverno, fiorendo a settembre-ottobre. Una peculiarità di questo miele che ne rende difficile l'estrazione è dovuto alla cristallizzazione rapida, spesso già nei favi dentro l'arnia, rendendo inutile la normale centrifugazione. per cui spesso si lascia come ultimo rifornimento per le scorte invernali dell'alveare. Inoltre, per il periodo autunnale, tende ad avere troppa umidità il miele.</span></p> <p><strong><span>L'edera comune in cosmetica</span></strong></p> <p><span>L'edera comune è molto apprezzata in cosmetica per le sue proprietà tonificanti e drenanti, è molto utile contro gli inestetismi della cellulite, ritenzione idrica e gonfiori, ma anche per la cura dei capelli e piccole irritazioni o scottature.[1] Fra i prodotti cosmetici più apprezzati ricavati da questa pianta vi è l'estratto di edera.</span></p> <p><strong><span>NOMI POPOLARI E INTERNAZIONALI</span></strong></p> <p><span>Edera arborea, Edera rampicante, Ellera, Ergna, Ligabosch, Ivy-Lierre, Algerian ivy, Canary ivy, Vommon ivy, Efeu, Engelse Hedera, English ivy, Madeira ivy</span></p> <p><strong><span>PERIODO BALSAMICO</span></strong></p> <p><span>Luglio</span></p> <p><strong><span>DROGA UTILIZZATA</span></strong></p> <p><span>Foglie e rami giovani</span></p> <p><strong><span>SAPORE</span></strong></p> <p><span>Acre-amaro-astringente</span></p> <p><span>PRINCIPI ATTIVI</span></p> <p><span>Saponine, ederina, ederagenina, flavonoidi, rutina, sostanza tipo estrogeno, glucosidi, steroli, alcaloidi, acidi caffeico e clorogenico, sali minerali, ossalto di calcio.</span></p> <p><strong><span>TOSSICITÀ</span></strong></p> <p><span>NON ANCORA BEN DEFINITA</span></p> <p><strong><span>CONTROINDICAZIONI</span></strong></p> <p><span>VA USATA SOLO DIETRO PRESCRIZIONE MEDICA. LE FOGLIE POSSONO PROVOCARE REAZIONI ALLERGICHE. LE BACCHE POSSONO RISULTARE PERICOLOSE-SPECIE NEI BAMBINI E POSSONO PORTARE ALLA MORTE PER DEPRESSIONE RESPIRATORIA.</span></p> <p><strong><span>AVVERTENZE</span></strong></p> <p><span>ATTENZIONE-LA TOSSICITÀ NON È ANCORA BEN DEFINITA. QUESTA PIANTA RIENTRA NELLA LISTA DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER L'IMPIEGO NON AMMESSO NEL SETTORE DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI.</span></p> <p><strong><span>QUALITÀ DELL'EFFICACIA TERAPEUTICA</span></strong></p> <p><span>DIPENDENTE DALLE SPECIFICHE E DALLE FORME TERAPEUTICHE</span></p> <p><strong><span>ORGANI INTERESSATI DALL'AZIONE FITOTERAPICA</span></strong></p> <p><span>BOCCA</span></p> <p><span>BRONCHI E BRONCHIOLI</span></p> <p><span>INTESTINO</span></p> <p><span>MUCOSA ORALE E LINGUA</span></p> <p><span>MUCOSE</span></p> <p><span>MUSCOLATURA LISCIA</span></p> <p><span>NERVI E TRONCHI NERVOSI</span></p> <p><span>ORGANI E-O TESSUTI DI VARI DISTRETTI CORPOREI</span></p> <p><span>ORGANI SESSUALI E RIPRODUTTIVI</span></p> <p><span>OSSA - CARTILAGINI - ARTICOLAZIONI</span></p> <p><span>SANGUE</span></p> <p>SISTEMA IMMUNITARIO</p> <p>SISTEMA NERVOSO AUTONOMO (NEUROVEGETATIVO)</p> <p><span>SISTEMA NERVOSO CENTRALE</span></p> <p><span>STOMACO</span></p> <p><span>TESSUTO CONNETTIVO</span></p> <p><span>TESSUTO CUTANEO</span></p> <p><span>TUBO GASTRO-ENTERICO</span></p> <p><span>UTERO</span></p> <p><span>UTERO E OVAIE</span></p> <p><span>VAGINA</span></p> <p><span>VASI SANGUIGNI</span></p> <p><span>VIE AEREE SUPERIORI</span></p> <p><span>VIE RESPIRATORIE</span></p> <p><span> Apri pagina della Simbologia     </span></p> <p><span>PROPRIETÀ E INDICAZIONI:</span></p> <p><span>ooK        TOSSI CONVULSE E PERTOSSE</span></p> <p><span>+++        EMMENAGOGO</span></p> <p><span>+++        SPASMOLITICO ANTISPASMODICO</span></p> <p><span>+++        SPASMOLITICO TUBO GASTRO-ENTERICO</span></p> <p><span>+++        SPASMOLITICO VIE RESPIRATORIE</span></p> <p><span>+++        TUSSIFUGO</span></p> <p><span>++          ANALGESICO O ANTALGICO</span></p> <p><span>++          BRONCHITE O AFFEZIONI BRONCHIALI</span></p> <p><span>++          CELLULITE</span></p> <p><span>++          ESPETTORANTE FLUIDIFICANTE DEL CATARRO MUCOLITICO</span></p> <p><span>+             ANTISETTICO</span></p> <p><span>+             BALSAMICO RESPIRATORIO</span></p> <p><span>+             CANDIDOSI O MONILIASI</span></p> <p><span>+             EMETICO</span></p> <p><span>+             EMOLITICO</span></p> <p><span>+             ESTROGENI (FITOESTROGENICO)</span></p> <p><span>+             LASSATIVO PURGANTE DRASTICO</span></p> <p><span>+             MICOSI</span></p> <p><span>+             NEVRALGIE</span></p> <p><span>+             NEVRITI</span></p> <p><span>+             PARASIMPATICOLITICO</span></p> <p><span>+             REUMATISMI E DOLORI REUMATICI</span></p> <p><span>+             STITICHEZZA O STIPSI</span></p> <p><span>+             VASOCOSTRITTORE</span></p> <p><strong><span>TISANE O COMPOSIZIONI</span></strong></p> <p><span>TISANA MESTRUAZIONI IRREGOLARI</span></p> <p><strong><span>ESTRATTI:</span></strong></p> <p><span>Edera helix Estratto Fluido</span></p> <p><span>1 g=XXXIX gtt È sconsigliato l´uso degli estratti idroalcolici non titolati e standardizzati perché privi dei requisiti di efficacia e sicurezza richiesti. Sconsigliato e/o Vietato III-V gtt al giorno</span></p> <p><span>Edera helix tintura</span></p> <p><span>Al 10% di droga. V-X gtt per posologia totale di XXV-L gtt al giorno. È sconsigliato l´uso degli estratti idroalcolici non titolati e standardizzati perché privi dei requisiti di efficacia e sicurezza richiesti. Sconsigliato e/o Vietato</span></p> <p><span>Edera helix Tisana</span></p> <p><span>Dose giornaliere media: 0.3 g 1 tazza 2-3 volte al giorno Sconsigliato e/o Vietato 5 g per lt di acqua bollente per 10 min</span></p> <p><span>Edera helix Tintura Madre</span></p> <p><span>Preparata dai rametti giovani freschi fioriti con foglie tit.alcol.65° È sconsigliato l´uso degli estratti idroalcolici non titolati e standardizzati perché privi dei requisiti di efficacia e sicurezza richiesti. Sconsigliato e/o Vietato XX gtt 2 volte al giorno</span></p> <p><span>Edera helix specialità medicinale</span></p> <p><span>Registrata con codeina. Efficace per gli accessi di tosse e pertosse. Obbligo di prescrizione medica.</span></p> <p><span>Edera helix uso topico</span></p> <p><span>Uso cosmetologico: 1-3% Uso curativo: in pomate al 10-20%</span></p> <p><strong><span>NOTE DI FITOTERAPIA</span></strong></p> <p><span>La tossicità di questa pianta è ancora da definire. È sconsigliato l´uso degli estratti idroalcolici non titolati e standardizzati perché privi dei requisiti di efficacia e sicurezza richiesti. L´azione sulle manifestazioni reumartritiche è dovuta ad un effetto moderatore molto efficace della sensibilità dei nervi periferici - mentre l´azione anticellulitica è curativa. In uno studio di Trute [1997] l´azione spasmolitica dell´estratto è stata paragonata a quella della papaverina.</span></p> <p><strong><span>MEDICINA TRADIZIONALE MEDITERRANEA</span></strong></p> <p><span>ELEMENTI</span></p> <p><span>FUOCO</span></p> <p><span>TERRA</span></p> <p><span>QUALITÀ</span></p> <p><span>CALDA</span></p> <p><span>FREDDA</span></p> <p><span>SECCA</span></p> <p><span>AZIONI</span></p> <p><span>DIARREA</span></p> <p><span>DIURETICO</span></p> <p><span>EMMENAGOGO</span></p> <p><span>ODONTALGIA</span></p> <p><span>•EMORRAGIE INTESTINALI</span></p> <p><span>•PROVOCA STERILITÀ</span></p> <p><span>ORGANOTROPISMO</span></p> <p><span>MILZA</span></p> <p><span>UTERO</span></p> <p><span>VASI LINFATICI</span></p> <p><span>VASI SANGUIGNI</span></p> <p><span>VIE RESPIRATORIE</span></p> <p><strong><span>NOTE</span></strong></p> <p><span>"...presa in eccesso indebilisce e turba l'intelletto. Applicata esternamente cura e guarisce il dolore della milza; cura le dermatosi purulente"</span></p> <p><span>[Tratto da Medicina Tradizionale Mediterranea di Luigi Giannelli]</span></p> </body> </html>
MHS 102
Semi di Edera Comune (Hedera helix)

Semi di Caprifoglio Comune o Madreselva (Lonicera caprifolium) 1.95 - 1

Semi di Caprifoglio Comune...

Prezzo 1,95 € SKU: MHS 36
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Caprifoglio Comune o Madreselva (Lonicera caprifolium)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 10 semi.</strong></span></h2> <p>Il caprifoglio comune o madreselva (Lonicera caprifolium L., 1753) è un arbusto legnoso di medie dimensioni dai profumati fiori colorati di bianco e rosso appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae.</p> <p>Il genere Lonicera comprende circa 200 specie provenienti dall'Asia, dall'America settentrionale e dall'Europa, di queste una decina appartengono alla flora spontanea italiana. Il caprifoglio comune è considerata una specie originaria dell'Italia.</p> <p>Nelle classificazioni più vecchie la famiglia di questo genere è anche chiamata Loniceraceae. È da aggiungere inoltre che prima di Linneo questo genere era chiamato Caprifolium ma anche Peryclimenon, nomenclature talora usate anche in tempi moderni</p> <p>Il genere Lonicera è riccamente polimorfo per cui viene suddiviso in più sezioni (per maggior dettagli vedere la scheda specifica del genere); la Lonicera caprifolium appartiene alla sezione delle specie rampicanti a foglie caduche con una o più paia di foglie superiori connate nella formazioni di un caratteristico disco a collare. Le altre sezioni comprendono piante cespugliose e/o sempreverdi.</p> <p>Secondo alcuni studiosi questa pianta, in Italia, si sarebbe inselvatichita da alcuni esemplari importati in tempi remoti; tuttavia il suo completo inserimento nella vegetazione naturale dell'Italia potrebbe indicare che si tratti di una pianta indigena come normalmente viene considerata.</p> <p><strong>Etimologia</strong></p> <p>Il termine del genere (Lonicera) fu coniato da Linneo nel 1753 adattando al latino il cognome "Lonitzer", volendo ricordare il botanico Adam Lonitzer (1528-1586) - in italiano questo cognome si pronuncia Adamo Lonicer - medico condotto a Francoforte.</p> <p>Il nome specifico (caprifolium) deriva dal latino ed è composto da due termini: “capra” e “folium” (capra e foglia). Probabilmente questa dizione deriva dal fatto che le capre usano brucare le foglie di questa pianta.</p> <p>“Caprifoglio” è il nome comune di alcune specie del genere "Lonicera", ma è anche la versione volgare italiana del nome del genere, per cui spesso si vengono a creare equivoci che comunque si possono dissipare facilmente affiancando sempre anche la nomenclatura binomiale scientifica.</p> <p><strong>Altri nomi comuni sono:</strong></p> <p>Madreselva comune – Abbracciabosco – Vincibosco – Succiamiele – Legabosco - Uva di San Giovanni – Manicciola - Manine</p> <p>Il nome comune di “Abbracciabosco” deriva dal suo portamento rampicante che spesso avvolge, danneggiando la pianta ospite. I greci ad esempio chiamavano queste piante "peryclimenon" (che tradotto liberamente significa “accerchiamento”).</p> <p>In inglese il fiore si chiama: "Italian honeyusuckle", ma anche "Italian woodbine".</p> <p><strong>Morfologia</strong></p> <p>La pianta è di tipo lianosa (a forma o struttura di liana). La forma biologica di questa specie è definita come fanerofita lianosa (P lian): sono piante generalmente legnose ma incapaci di reggersi per conto proprio e quindi con portamento rampicante.</p> <p><strong>Fusto</strong></p> <p>I fusti sono rampicanti e volubili (si avvolgono ad altri alberi o arbusti), possono arrivare fino a 5 metri di estensione e nella fase iniziale dello sviluppo sono molto ramosi. La ramosità quasi cespitosa è data dalla presenza di gemme multiple, soprannumerali ed in serie sovrapposte nelle zone ascellari del fusto.</p> <p>L'aspetto del fusto è quello di una corteccia che invecchiando assume una colorazione bruno – verdastra. I fusti giovani presentano una certa pubescenza.</p> <p>Un'altra particolarità del fusto è che questo è caratterizzato dalla formazione di un unico strato di fibre “liberiane” (fibre a membrana ispessita che entrano nella costituzione del “libro”, all'interno della corteccia), per ciascun ciclo vegetativo annuale, facilitando così la determinazione della sua età.</p> <p><strong>Foglie</strong></p> <p>Le foglie sono semplici a margine intero senza stipole, sono caduche (non sono persistenti oltre la stagione invernale) e lungo il fusto si dispongono in modo opposto. La lamina è consistente senza essere coriacea; la pagina superiore è verde chiaro quasi brillante, mentre quella inferiore è più scura con riflessi glauchi. In qualche caso si può avere il fenomeno dell'eterofillia (presenza di foglie di forma diversa) specialmente con le foglie dei germogli terminali. La forma prevalente è ovato – ellittica;</p> <p>Foglie dei rami sterili (senza fiori): sono picciolate.</p> <p>Foglie dei rami fertili (con fiori): quelle inferiori sono sub-sessili o ristrette in un breve picciolo; quelle intermedie sono sessili e semi saldate tra loro; quelle terminali sono appaiate e saldate alla base tra di loro e formano quindi una unica foglia amplessicaule attraversata nel centro dal fusto.</p> <p><strong>Fiori</strong></p> <p>La forma del fiore è del tipo “labiata” e variamente colorata soprattutto di rosso e bianco. I fiori sono attinomorfi, ermafroditi, tetraciclici (calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri. I fiori sono inoltre profumati da sostanze di natura benzoloide (essenze nelle quali prevalgono i composti ad anello benzoico).</p> <p>Calice: il calice gamosepalo è interno alla corolla e consiste in un breve tubo aderente all'ovario terminante con 5 piccoli denti.</p> <p>Corolla: la corolla gamopetala e zigomorfa, ha un intenso profumo (vedi sopra); il tubo a forma campanulata è lungo fino a 3 – Template:4 ed è colorato di bianco crema (o bianco – giallastro) con sfumature rosso – porporine (alla fine della fioritura le sfumature rossastre spariscono). Alla fauce si divide in due labbra: quella superiore è ulteriormente divisa in 4 lobi – alla fine della fioritura questi lobi si ripiegano su sé stessi (lobi riflessi); quella inferiore è continua e ripiegata all'indietro anch'essa. Lunghezza delle labbra 15 – 18 mm.</p> <p>Androceo: gli stami sono 5, i cui filamenti, inseriti nel tubo corollino, sono molto lunghi e superano di 5 – 10 mm la fauce della corolla stessa; i filamenti staminali terminano con antere gialle.</p> <p>Gineceo: lo stilo è lungo, glabro e sporge dalla corolla come gli stami. L'ovario è infero formato da 3 carpelli.</p> <p>Fioritura: da maggio a luglio.</p> <p>Impollinazione: di tipo entomogama tramite farfalle (diurne e notturne). Questi fiori attraggono soprattutto le sfingidi e grossi imenotteri come i Bombi che con la loro lunga proboscide riescono a raccogliere il nettare contenuto, fino a metà altezza, nel lungo tubo corollino.</p> <p><strong>Frutti</strong></p> <p>Il frutto è una bacca (velenosa!) carnosa (bacciforme e succosa) e ovale di colore rosso vivo ma a volte anche arancio (dipende dalle varietà) contenente alcuni semi discoidi. Dimensione della bacca 8 mm.</p> <p><strong>Ciclo vegetativo</strong></p> <p>Le piante di questa specie sono molto longeve, ma presentano dei cicli vegetativi intermedi caratterizzati dal fatto che dopo pochi anni di vita si essiccano quasi completamente. A questo punto dalla ceppaia vengono emessi nuovi polloni, che naturalmente dopo un certo numero di anni si atrofizzano e muoiono, ripetendo da capo il ciclo appena descritto.</p> <p><strong>Distribuzione e habitat</strong></p> <p>Geoelemento: il luogo di origine di questa pianta è l'Europa sud-occidentale e le zone subsiberiane; il tipo corologico è infatti SE – Europ. (Pontica) : regione Carpatico – Danubiana, ma anche un areale con centro attorno al Mar Nero.</p> <p>Diffusione: questa specie è diffusa in Europa (specialmente in Spagna), Asia Minore e Caucaso. In Italia è una pianta comune solo nella penisola (sono escluse le isole).</p> <p>Habitat: si trova nei luoghi selvatici delle regioni littoranee e submontane, nei boschi caducifogli non troppo soleggiati. Il suolo preferito è quello calcareo. Può facilmente formare delle siepi naturali in associazione al castagno o al cerro; a volte però a causa del suo portamento volubile si creano delle fitte ragnatele che alla fine soffocano le altre piante.</p> <p>Diffusione altitudinale: dal piano fino a 1200 m s.l.m..</p> <p><strong>Usi</strong></p> <p><strong>Farmacia</strong></p> <p>Questa pianta è conosciuta fin dall'antichità per le sue proprietà medicinali. Ad esempio un decotto delle sue foglie sembra che stimoli la funzione urinaria.</p> <p>Sostanze presenti: tra le altre sostanze contiene acido salicilico, glucosidi, tannini e oli essenziali.</p> <p>Proprietà curative: antisettiche, antireumatiche, espettoranti, antinfiammatorie; per uso esterno le sue proprietà sono efficaci nelle stomatiti e nelle dermatosi.</p> <p>Parti usate: le foglie e i fiori.</p> <p>È sconsigliato l'uso delle bacche in quanto contengono sostanze tossiche.</p> <p><strong>Cucina</strong></p> <p>Dalle foglie si usa preparare un infuso tipo te.</p> <p><strong>Giardinaggio</strong></p> <p>È nell'orticoltura ornamentale che si concentra il maggior interesse per queste piante. Esistono diverse varietà coltivate a questo scopo. Generalmente queste varietà sono a foglie persistenti e fiori a colori diversi e sono usate per rivestire muri o formare pergolati.</p> <p>È pianta visitata dalle api per il polline ed il nettare.</p> </body> </html>
MHS 36 (10 S)
Semi di Caprifoglio Comune o Madreselva (Lonicera caprifolium) 1.95 - 1

Semi di Crespino pianta medicinale 1.95 - 1

Semi di Crespino pianta...

Prezzo 1,95 € SKU: T 48
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <div id="idTab1" class="rte"> <h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Semi di Crespino pianta medicinale (Berberis vulgaris)</strong></span></h2> <h2><span style="color: #ff0000; font-size: 14pt;"><strong>Prezzo per Confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p>Il crespino (Berberis vulgaris) è una pianta appartenente alla famiglia delle Berberidaceae.</p> <p><strong>Descrizione</strong></p> <p>È un albero alto da uno a tre metri con grosse radici scure all'esterno e gialle all'interno; la pianta presenta molti rami spinosi. Le foglie sono ellittiche, si restringono alla base in un corto picciolo e arrotondate all'apice; la superficie è larga e lucida, il margine è dentellato. Le foglie sono alterne sui rami lunghi oppure sono riunite in fascetti su dei rametti molto corti, alla base di ognuno dei quali è presente una spina composta da tre a sette aculei pungenti Il frutto è una bacca lunga 1 cm, rossa e persistente sulla pianta, che contiene da due a tre semi dal guscio corneo.</p> <p><strong>Usi</strong></p> <p><strong>Proprietà farmaceutiche</strong></p> <p>Sono proprietà amaricanti, toniche, astringenti, febbrifughe, depurative, diuretiche. Viene usata la corteccia delle radici come anche foglie e frutti.</p> <p><strong>Gastronomia</strong></p> <p>A maturazione, in estate tra giugno e luglio, i frutti hanno un sapore fortemente acido e non sono molto buoni. Dopo le prime gelate, in autunno, i frutti si addolciscono e possono venire usati per preparare marmellate e sciroppi dal sapore forte e gradevole. In ogni caso solitamente i frutti non si consumano allo stato fresco. Sono molto ricchi di acido malico ( e a questo si deve il loro sapore acido ) e di vitamina C. Per chi si accingesse a raccogliere le bacche, è consigliata cautela per via delle terribili spine.</p> <p><strong>Bibliografia</strong></p> <p>    Sandro Pignatti, Flora d'Italia, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.</p> <p>    Massimo Spampani, Frutti selvatici delle dolomiti ampezzane, Ghedina.</p> <p>    Dino Dibona, Dizionario universale della montagna, Newton &amp; Compton.</p> <p><strong>Etimologia</strong></p> <p>Il nome del genere deriva dal grego Berberi, che significa Conchiglia, per via dei petali fatti a conca.</p> <p><strong>Distribuzione e Habitat</strong></p> <p>Cresce nelle zone aride montane, ai margini dei boschi, nelle siepi, nei pascoli fra i 100 e i 2000 m.</p> </div>
T 48 (10 S)
Semi di Crespino pianta medicinale 1.95 - 1

Questa pianta è resistente all'inverno e al gelo. Vedi di più nella descrizione.
Semi di Banana Musa...

Semi di Banana Musa...

Prezzo 5,00 € SKU: V 111 MN
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><span style="text-decoration: underline;"><strong><em>SEMI DI BANANA MUSA NAGENSIUM -20C</em></strong></span></h2> <h3><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 3 semi.</strong></span></h3> <p>Musa L. è uno dei tre generi di piante appartenenti alla famiglia Musaceae. Tra le piante del genere Musa sono incluse banani e platani. Le specie di Musa sono circa 70 e i loro usi sono molto vari.</p> <p>Sebbene alcune specie raggiungano dimensioni comparabili a quelle di un albero, tutte le piante del genere Musa sono in effetti delle "erbe giganti". Quello che appare come il loro fusto non è altro che l'insieme dei piccioli delle loro foglie che emergono dal loro tubero.</p> <p><strong>Etimologia</strong></p> <p>Alcune fonti affermano che il genere Musa, deve il suo nome ad Antonio Musa, medico dell'imperatore Augusto.[1] Altri dicono che Linneo, che istituì il genere nel 1750, semplicemente adattò la parola araba per banana, mauz (موز).</p> <p><strong>Descrizione</strong></p> <p>Sono piante alte di solito almeno 50 centimetri, ma generalmente 3–10 metri. Le foglie sono grandi, semplici, divise in lamina e picciolo. La lamina è oblunga o oblugo-ellittica, e raggiunge una lunghezza di 2–3 metri e una larghezza di 30–60 centimetri. Il fusto resta corto fino alla fioritura, quello che appare come fusto è in realtà l'insieme dei piccioli delle foglie.</p> <p>L'infiorescenza è terminale, nella maggior parte dei casi è pendula, ma a volte è verticale. È spesso circondata da numerose bratee verdi, marroni o rosso-porpora (raramente gialle) che di solito cadono col procedere della fioritura. I fiori sono portati disposti su una o due file, e sono zigomorfi. Alla base dell'infiorescenza ci sono i fiori femminili, con stami abortiti, mentre verso la fine dell'infiorescenza ci sono i fiori maschili con cinque stami (e il ginoceo abortito). Le bacche sono elongate, carnose, curve e leggermente angolate in sezione, con numerosi semi, eccetto nelle forme partenocarpiche. I semi sono globosi.</p> <p><strong>Sezioni</strong></p> <p>Ernest Entwistle Cheesman è stato colui che intorno al 1940 ha sviluppato una grossa revisione della divisione delle Musacee. Seguendo il suo approccio, il genere Musa fu diviso in cinque sezioni: Ingentimusa, Australimusa, Callimusa, Musa, e Rhodochlamys. Nel 2002 due di queste sono state eliminate. Prima di questa modifica le specie che avevano 2n = 20 cromosomi erano divise nelle sezioni Austalimusa e Callimusa, e le specie con 2n = 22 cromosomi erano separate nelle sezioni Musa e Rhodochlamys (Ingentimusa, con 2n = 14 cromosomi, rimaneva e rimane distinta). Studi di Carol Wong e colleghi mostrano che le differenze genetiche tra membri della sezione Musa con specie della stessa sezione, e membri della sezione Rhodochlamys con specie della stessa sezione sono maggiori che differenze tra membri della sezione Musa e Rhodochlamys; e la stessa casa accade in Australimusa e Callimusa, per cui la differenziazione in sezioni distinte non può essere sostenuta. Questi studi comunque mantengono la separazione tra specie con 20 e 22 cromosomi.</p> <p><strong>Sezione Musa (comprensiva Rhodochlamys)</strong></p> <p>M. aurantiaca G.Mann ex Baker</p> <p>M. balbisiana Colla – Banana selvatica con semi; uno degli antenati delle moderne banane.</p> <p>M. banksii F.Muell.</p> <p>Banana giapponese da fibra (Musa basjoo) in fiore al Cotswold Wildlife Park</p> <p>M. basjoo Siebold &amp; Zucc. ex Iinuma – Banana giapponese da fibra.</p> <p>M. cheesmanii N.W.Simmonds</p> <p>M. chunii Häkkinen</p> <p>M. griersonii Noltie</p> <p>M. itinerans Cheesman</p> <p>M. laterita Cheesman</p> <p>M. mannii H.Wendl. ex Baker</p> <p><strong>M. nagensium Prain</strong></p> </body> </html>
V 111 MN
Semi di Banana Musa nagensium -20C
Semi di Giuggiolo (Ziziphus jujuba) 3.5 - 1

Semi di Giuggiolo (Ziziphus...

Prezzo 3,50 € SKU: V 53
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Giuggiolo (Ziziphus jujuba)</strong></h2> <h2><strong><span style="color: #ff0000;">Prezzo per confezione da 3 semi.</span></strong></h2> <div>Il giuggiolo (Ziziphus jujuba Mill.) è una pianta a foglie decidue della famiglia delle Rhamnaceae, noto anche come dattero cinese, Natsume o Tsao (Cinese semplificato: 枣; Cinese tradizionale: 棗; pinyin: zǎo) . Sovente viene utilizzato come pianta ornamentale.</div> <div>Si ritiene che il giuggiolo sia originario dell'Africa settentrionale e della Siria, e che sia stato successivamente esportato in Cina e in India, dove viene coltivato da oltre 4000 anni. I romani lo importarono per primi in Italia, e la chiamarono "Zyzyphum".</div> <div>L'albero può arrivare ad un'altezza che va dai 5 ai 12 metri, le foglie sono di un verde brillante. La struttura dell'albero è molto articolata ed i rami sono ramificati e contorti con una corteccia molto corrugata; i rami sono spesso ricoperti di spine. Il giuggiolo produce, oltre che un gran numero di fiori di piccole dimensioni dal colore bianco verdastro, dei frutti grandi più o meno quanto un'oliva, con buccia di colore dal rosso porpora al bruno rossastro, e polpa giallastra.</div> <div>La zizifina, un composto che si trova nelle foglie del giuggiolo, sopprime nell'uomo la percezione del sapore dolce.</div> <div>Frutti</div> <div>Se colto quando non ancora maturo (ossia quando presenta un colore verde uniforme), il frutto del giuggiolo, la giuggiola, ha un sapore simile a quello di una mela. Con il procedere della maturazione tuttavia, il colore si scurisce, la superficie si fa rugosa e il sapore diviene via via più dolce, fino ad assomigliare a quello di un dattero. Le giuggiole si consumano sia fresche, appena colte dall'albero, sia quando sono leggermente raggrinzite. C'è un solo nocciolo all'interno del frutto, simile a quello di un'oliva, che nella cucina persiana è noto come annab.</div> <div>Distribuzione e habitat</div> <div>La specie è presente allo stato spontaneo in Asia centrale e nella regione del Caucaso.[1]</div> <div>Al di fuori del suddetto areale la presenza degli alberi di giuggiole è pressoché sempre dovuta a coltivazione, attuale o residua, pur esistendo una presenza significativa di piante naturalizzate. È possibile trovare esemplari di giuggiolo nei climi più diversi, tuttavia la pianta dà buoni frutti soltanto alla fine delle estati calde.</div> <div>Tassonomia</div> <div>La denominazione Ziziphus jujuba è stata giudicata nomen conservandum a spese del sinonimo Ziziphus zizyphus (nomen rejiciendum).</div> <div>Coltivazione</div> <div>A differenza di altre specie della stessa famiglia, è in grado di sopravvivere ad inverni freddi, con temperature fino a -15 °C. Non ha particolari esigenze di terreno.</div> <div>La crescita della pianta è molto lenta per la formazione di cortissimi brachiblasti. La presenza di alberi di mole significativa, e quindi molto vecchi, in seguito allo sconvolgimento agrario del secolo scorso, è alquanto rara; si trovano spesso solo presso vecchie case coloniche, o cascinali abbandonati, su suolo povero ma non disturbato.</div> <div>I semi della pianta sono molto restii a germogliare a causa dell'endocarpo molto duro e robusto, un modo semplice per aggirare il problema è il taglio della punta del seme con delle forbici da potatura per agevolare l'ingresso dell'umidità all'interno del seme.</div> <div>Frequentemente la pianta è propagata più facilmente per mezzo dei numerosi polloni radicali che produce in abbondanza.</div> <div>Riferimenti nella cultura e nella tradizione</div> <div>Narra Omero (Odissea, libro IX) che Ulisse e i suoi uomini, portati fuori rotta da una tempesta, approdarono all'isola dei Lotofagi (secondo alcuni l'odierna Djerba), nel nord dell’Africa. Alcuni dei suoi uomini, una volta sbarcati per esplorare l'isola, si lasciarono tentare dal frutto del loto, un frutto magico che fece loro dimenticare mogli, famiglie e la nostalgia di casa. È probabile che il loto di cui parla Omero sia proprio lo Zizyphus lotus, un giuggiolo selvatico, e che l'incantesimo dei Lotofagi non fosse provocato da narcotici ma soltanto dalla bevanda alcolica che si può preparare coi frutti del giuggiolo.</div> <div>Una specie affine, lo Zizyphus spina-christi, è ritenuto dalla leggenda una delle due piante che servirono a preparare la corona di spine di Gesù. L’altra sarebbe il Paliurus spina-christi.</div> <div>Pare che per gli antichi Romani il giuggiolo fosse il simbolo del silenzio, e come tale adornasse i templi della dea Prudenza. In Romagna e in altre regioni, in molte case coloniche era coltivato adiacente alla casa, nella zona più riparata ed esposta al sole. Si riteneva che fosse una pianta portafortuna.</div> <div>Secondo gli scritti di Erodoto, le giuggiole potevano essere usate, dopo aver fermentato, per produrre un vino, le cui più antiche preparazioni risalgono a Egizi e Fenici.</div> <div>Ad Arquà Petrarca, comune veneto dove i giuggioli sono ancora piantati nei giardini di molte abitazioni, le giuggiole sono utilizzate per realizzare ottime confetture, sciroppi, e il famoso brodo di giuggiole, un antico liquore. I frutti del giuggiolo hanno un blando effetto lassativo. <table border="1" cellspacing="0" cellpadding="0"> <tbody> <tr> <td colspan="2" valign="top" width="100%"> <p align="center"><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>Seeds</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>soak in water for 24-48  hours</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>all year round</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>1 cm</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>25°C</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>3 - 6 weeks</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>Water regularly during the growing season</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"><span> </span></td> <td valign="top"> <p align="center"><br /><span><em>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena. </em><em>All Rights Reserved.</em></span></p> </td> </tr> </tbody> </table> </div> </body> </html>
V 53
Semi di Giuggiolo (Ziziphus jujuba) 3.5 - 1
Semi di Bambù Gigante Madake (Phyllostachys bambusoides)  - 3

Semi di Bambù Gigante...

Prezzo 1,95 € SKU: B 6
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Semi di Bambù Gigante Madake (Phyllostachys bambusoides)</strong></span></h2> <h2><span style="color: #ff0000; font-size: 14pt;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</strong></span></h2> <p>Anche se nativo della Cina, le stupefacenti proprietà meccaniche e la capacità di adattarsi a varie zone climatiche, hanno portato il Phyllostachys Bambusoides a diffondersi da secoli in buona parte dell’asia, principalmente in Giappone, dove è il Bambù Gigante più coltivato e utilizzato. Dal Giappone viene infatti il suo nome più famoso: Madake, che tradotto dal Giapponese significa Bambù Comune. In occidente è conosciuto anche come Japanese Timber Bamboo, ovvero Bambù Giapponese da Legname.</p> <p>In tutta l’Asia la canna grezza è utilizzata da secoli per la costruzione di strutture portanti, in Giappone era essenziale per le coperture dei grandi templi e palazzi, e ancora oggi è l’unico materiale con cui si realizzano i flauti tradizionali Buddhisti (Shakuhachi), e le spade per combattere nell’arte marziale del Kendo (Shinai).</p> <p>Dalla seconda metà del 900 si è diffuso nel resto del mondo per utilizzi industriali, principalmente negli Stati Uniti e in Australia.</p> <p><strong>Descrizione</strong></p> <p>Il bambù gigante  Madake  è una specie che prospera principalmente in climi temperati, ma può sopportare – senza alcuna modificazione genetica – temperature da+40° a – 26° C.</p> <p>Resiste alle gelate, e per la sua resistenza meccanica può sopportare carichi di neve sulle sue cime senza spezzarsi o piegarsi, come succede con altre specie endemiche di zone più calde.</p> <p>Il Madake può sopportare neve o sole cocente per mesi, e questo lo ha portato a diffondersi in un’ ampia zona del pianeta.</p> <p>Queste caratteristiche  fanno del bambù gigante Madake uno dei principali candidati per la coltivazione in tutta Italia.</p> <p>Riduce l’effetto serra, combattendo il riscaldamento globale: i bambuseti sono fabbriche di fotosintesi, riducono i gas responsabili dell’effetto serra, infatti le piante di bambù gigante assorbono circa 5 volte la quantità di biossido di carbonio e producono circa il 35% in più di ossigeno, a parità di proporzioni, di una foresta di latifoglie o conifere.</p> <p>Un ettaro di Bambù gigante Madake cattura in un anno 17 tonnellate di carbonio, grazie all’enorme e perenne superficie fogliare.</p> <p>La presenza massiccia di silicio e carbonio assorbito dall’atmosfera, fa sì che i suoi germogli debbano essere bolliti per il consumo alimentare, onde eliminare il retrogusto amaro che hanno da crudi. Questo tipo di trattamento è comunque comune a tutte le specie di Bambù, unica eccezione è il Phyllostachys Dulcis, detto anche Sweetshoot (Germoglio Dolce), proprio perchè è l’unica specie che può essere consumata cruda.</p> <p>L’aspetto più sorprendente del bambù gigante Madake è rappresentato dalle straordinarie proprietà meccaniche: la resistenza a tensione delle sue fibre può toccare i 12.000 kg/cm2,  quasi due volte quella dell’acciaio, supera addirittura il calcestruzzo nella resistenza a compressione. Sta diventando sempre più competitivo sul mercato delle costruzioni green e per le sue caratteristiche un laboratorio di ricerca di Singapore, costituito da un team svizzero-asiatico, il Future cities laboratory, in collaborazione con l’Istituto federale svizzero di tecnologia di Zurigo, sta testando il bambù nel cemento armato, proprio al posto dell’acciaio.</p> <p>Altri valori:</p> <p>Resistenza meccanica alla compressione: 780 kg/cmq</p> <p>Resistenza meccanica alla trazione: 2480 kg/cmq</p> <p>Peso specifico: 700 kg/m3</p> <p>L’altezza dei culmi di una piantagione avviata, va dai 15 ai 20 metri.</p> <p>Il diametro varia da 8 ai 15 cm.</p> <p>É la specie di bambù gigante con il tempo di fioritura più lungo: 130 anni circa. La fioritura, per un Bambuseto equivale a una “morte momentanea“: i culmi si seccano per lasciare luce e spazio alla nuova generazione, ma i semi cadono sul terreno riformando il bambuseto nel giro di pochi anni, senza l’intervento dell’uomo.</p> <p>L’ultima fioritura del bambù gigante Madake è avvenuta nel 1970, per cui, se la natura lascia il suo ciclo invariato, la prossima fioritura avverrà nel 2100.</p> <p>I germogli completano la loro crescita diventando fusti in soli 60/90 giorni.</p> <p>La qualità del suo legno è superiore – per durezza, resistenza meccanica e durabilità – a quella del Rovere.</p> <p>I culmi si sviluppano con diametro uguale dalla base alla punta, senza deformazioni tipiche di altre specie di Bambù Gigante.</p> <p>Il Madake è la specie di Bambù Gigante con il maggiore spessore della parete legnosa. Per fare un esempio, un culmo di Dendrocalamus Giganteus (la specie più grande in assoluto) di 25/30cm di diametro, generalmente ha una parete legnosa dello stesso spessore di un culmo di Madake di 12/15cm.</p> <p>I germogli possono pesare fino a 1 kg, e rappresentano un prelibato alimento, ricco di minerali e vitamine, apprezzato dalla cucina orientale ed occidentale. E’ d’obbligo precisare che i germogli di grande pezzatura si riscontrano in foreste adulte dopo opportuni diradamenti atti ad ottenere culmi di grande dimensione e altezza, adatti per il legname.</p> <p>Relativamente più lento nella crescita rispetto ai Bambù giganti impiantati in zone tropicali, resta comunque una delle piante a più rapida crescita nel mondo, fra le prime specie dei climi temperati.</p> <p>E’ anche ignifugo: quando il bambù è verde difficilmente brucia, anche se fosse ha la forza necessaria, grazie alla rete di rizomi e al fogliame molto alto, per continuare a generare nuove canne ogni anno.</p> <p>Il bambù gigante Madake contiene sostanze naturali antibatteriche e antimicotiche che bloccano lo sviluppo di dannosi parassiti e non richiede l’utilizzo di pesticidi.</p> <p><strong><em>Ambiente e coltivazione</em></strong></p> <p><strong>1. Tipologia del terreno</strong></p> <p>Il bambù gigante Madake si adatta a quasi tutte le tipologie di terreno, fra le varie specie di Phyllostachys esportate nel mondo è quella con le capacità di adattamento più elevate. Cresce bene anche in montagna: le foreste di Madake si estendono dai tropici alle regioni più temperate: Cina, Giappone, Himalaya, Europa e Nord America, con una distribuzione che va dal livello del mare fino a 4000 mt di altitudine.</p> <p>Essendo un Phyllostachys di tipo Runner, i rizomi “strisciano” ad una profondità di 20-30 cm. e pertanto non necessita di terreni profondi, può essere coltivato anche in presenza di bancate rocciose e falde acquifere.</p> <p>Sono da evitare terreni non drenanti con ristagni d’acqua in superficie e terreni confinanti con stagni salmastri.</p> <p>Viene usato anche per risanare terreni o acque reflue inquinate, per via dei suoi effetti “fitodepurativi”.</p> <p>Il Madake prospera anche in terreni leggermente alcalini e sopporta il calcare, sempre che non sia dominante.</p> <p>Il terreno ideale per coltivare la maggior parte dei Phyllostachys di tipo Runner è un terreno fresco, leggero e ben drenato con pH variabile da leggermente acido a neutro, fino ad arrivare ad uno leggermente alcalino. Il bambù gigante Madake è comunque la specie di bambù  che meglio si adatta alle varie composizioni di terreno.</p> <p>Come per tutti i Bambù che superano i 2 metri di altezza, è altamente consigliata l’esposizione a pieno sole</p> <p><strong>2. Preparazione del terreno</strong></p> <p>Praticare un’aratura come quella effettuata solitamente per il grano: aratura (profondità 40/50cm.) da effettuare una sola volta 1-2 mesi prima dell’impianto.</p> <p>La concimazione di fondo, soprattutto organica, anche se non indispensabile a bambuseto maturo, è indicata per accelerare lo sviluppo ed ottenere buoni risultati di produzione.</p> <p>Noi consigliamo comunque una concimazione NPK in autunno e primavera: studi effettuati negli USA (vedi world bamboo organisation ) hanno documentato la necessità di dette concimazioni per ottimizzare l’accrescimento. E’ necessario però farsi assistere da esperti perchè una dose errata di fertilizzante può portare a scompensi e rallentamenti della crescita.</p> <p>Per contenere il bambuseto è sufficiente realizzare dei fossi perimetrali di circa 60-70 cm. di profondità.</p> <p>Oltre al fosso perimetrale, è bene realizzare dei sentieri di  3-4 metri di larghezza per consentire il trasporto dei culmi durante la raccolta.</p> <p><strong>3. Messa a dimora delle piantine</strong></p> <p>Eccetto i periodi di gelo intenso, il bambù gigante Madake può essere trapiantato in tutte le stagioni.</p> <p>Il periodo migliore è alla fine dell’estate e nel corso dell’autunno. Il terreno in quel periodo è sufficientemente riscaldato per permettere uno sviluppo rapido del sistema ipogeo. L’autunno, inoltre, è il periodo di crescita dei rizomi e in poco tempo il bambù attecchisce.</p> <p>Praticare buche della grandezza pari alla dimensione dei vasi;</p> <p>Dopo aver svasato e messo a dimora la pianta nel terreno, effettuare una concimazione organica localizzata a ridosso delle piante;</p> <p>Effettuare una pacciamatura attorno alle piante;</p> <p>Si consiglia la semina di azotofissatori come  erba medica, trifoglio o favino per contenere lo sviluppo delle erbe infestanti. Essendo una graminacea dominante,  le infestanti verranno completamente eliminate dal bambù durante il suo sviluppo;</p> <p>La necessità di irrigazione dovrà essere valutata in base alle condizioni climatiche della zona di coltivazione. Se vengono impiantate piante madri con rizoma già formato (consigliabile per assicurare l’attecchimento e ridurre notevolmente il sesto d’impianto e relativo costo), l’irrigazione può essere effettuata anche a pioggia, almeno sino a quando lo consentirà l’altezza della vegetazione.</p> <p>L’irrigazione è necessaria solo nei primi 2/3 anni di vita.</p> <p>Dal secondo anno in poi, il rinnovo delle foglie rappresenta una vera e propria pacciamatura e concimazione naturale: marcendo sul terreno, le foglie producono humus ed allo stesso tempo proteggono l’apparato radicale dal freddo e dalla siccità.</p> <p>Dal quarto anno in poi, l’irrigazione è consigliata solo in casi di grave siccità (4/5 mesi senza precipitazioni).</p> <p><strong>4.1 Sesti di impianto</strong></p> <p>I sesti realizzabili differiscono notevolmente in funzione della specie e, soprattutto, se vengono impiantate piantine radicate di pochi mesi, oppure piante madri fornite di apparato rizomatico già formato e pronto a produrre nuovi germogli. Il rizoma già formato garantisce un attecchimento immediato, con conseguente perdita di piante pari a zero.</p> <p>L’attecchimento immediato  garantisce un veloce sviluppo di nuovi rizomi che inevitabilmente ci daranno nuovi germogli fin dal primo anno di insediamento delle piante, senza dover aspettare 3 o 4 anni se si mettono a dimora piantine di 20 o 30 cm.</p> <p>Precisiamo che le piantine senza apparato rizomatico vengono ottenute per micropropagazione in ambiente asettico.</p> <p>Questa tecnica è sconsigliata dalla world bamboo organization perchè, una volta trasferite in campo, le piantine sono esposte a microorganismi patogeni prima che sviluppino le proprie difese naturali. Ciò può pregiudicare l’attecchimento e comunque ne rallenta la crescita.</p> <p>In Italia vengono proposti sesti che vanno dal 3 x 3 sino al 20 x 20. Se facciamo riferimento all’esperienza e alle continue sperimentazioni condotte negli USA (riteniamo attendibili soprattutto quelle praticate nell’Oregon con condizioni climatiche simili alle nostre), il sesto più adottato è 20 x 20: 400 mq a disposizione di ogni pianta madre con apparato rizomatico già sviluppato.</p> <p>Il rizoma della pianta madre, trova così lo spazio ed il terreno fertile di cui necessita, senza entrare in competizione con le altre piante.</p> <p>Per maggior chiarezza precisiamo che un sesto 5×5 produrrà molti germogli, ma nessun culmo commerciale per legname perchè lo spazio a disposizione di ogni pianta madre non ne consente lo sviluppo.</p> <p>I culmi di bambù gigante raggiungono altezze più grandi di anno in anno, aumentandone anche il diametro: vale a dire che i culmi del 4° anno saranno molto più grossi di quelli del secondo.</p> <p><strong>4.2 L’espansione della piantagione avviene nel modo seguente:</strong></p> <p>una pianta madre alta circa 2,5 metri, con 4 canne, produce tre nuovi germogli in primavera che raggiungeranno un’altezza di 3 metriRunner Propagation - ABS in 2 mesi.</p> <p>Il secondo anno queste sette canne produrranno da 5 a 10 nuovi germogli che raggiungeranno circa 5 metri di altezza con un aumento del diametro proporzionale all’altezza .</p> <p>Andando avanti al 4° anno, questa pianta avrà prodotto 60 culmi abbastanza robusti da raggiungere 15 metri di altezza. Questo perché i germogli si sviluppano in proporzione alla robustezza del rizoma e si comportano come se fossero una singola pianta madre.</p> <p>Dall’anno successivo il rizoma generato dalla prima pianta madre avrà raggiunto la robustezza necessaria per produrre germogli sempre più grossi con culmi che supereranno i 20 metri e che avranno un diametro ed uno spessore da legno pregiato.</p> <p>Facciamo bene i conti, considerando una produzione di soli 3 germogli: al quarto anno abbiamo 1200 culmi da almeno 15 metri di altezza (20×60);</p> <p>• Al quinto anno ciascuno di essi produrrà almeno 3 nuovi germogli (3×1200) = 3.600 culmi più robusti e più alti della pianta madre che li ha generati, + 1200 genitori = 4800;</p> <p>• Al sesto anno i 4.800 culmi, se lasciati sul campo, produrranno altri 14.400 germogli che diventeranno culmi da oltre 20 metri di altezza entro 60/90 giorni.</p> <p>• Dopo 6 anni avrai ottenuto 19.200 piante ! Una buona parte l’avrai già collocata sul mercato, anche per lasciare spazio ai nuovi germogli che diventeranno culmi in pochi mesi.</p> <p>Se si intende sfruttare il bambuseto privilegiando la produzione di germogli, si può giustificare un sesto molto fitto (5 x 5), ma si otterranno comunque dei germogli di pezzatura medio-piccola.  Una recente tendenza – diretta alla sola produzione di germogli alimentari – è quella di disporre le piante al centro del terreno da colonizzare: i rizomi si svilupperanno verso la periferia trovando sempre terreno fertile.</p> <p>Dal punto di vista della redditività, si consideri che da un kg. di germogli si ricavano circa 2 euro, mentre da un culmo se ne ricavano almeno 12.</p> <p>Il culmo di Madake ha una vita media di circa 20/25 anni, ciò significa più del doppio degli altri phyllostachys, infatti i culmi di altre specie hanno una vita che varia dai 5 ai 10 anni. La raccolta può essere effettuata a partire dal 3° anno dopo l’emergenza.</p> <p>La piena maturità del bambuseto di Madake si raggiunge tra i 6 e 8 anni in funzione del tipo di terreno, delle condizioni climatiche e colturali.</p> <p><strong>5.Coltivazione e gestione di un bambuseto</strong></p> <p>Il bambù gigante Madake, dopo la messa a dimora non necessita di cure particolari:</p> <p>è sufficiente assicurare il fabbisogno idrico.</p> <p>non necessita di potature</p> <p>nessuna aratura del terreno (anzi, è da evitare per non danneggiare i rizomi).</p> <p>una corretta concimazione annuale è consigliata sino a raggiungimento della maturità del bambuseto, per accelerarne lo sviluppo.</p> <p>Proprio perché non sottrae tempo prezioso, questo tipo di coltura è indicato per diversificare la produzione e trasformare la propria attività in azienda multireddito.</p> <p><strong>Raccolta e trasformazione del prodotto</strong></p> <p><strong>Germogli e Foglie</strong></p> <p>La raccolta dei germogli per uso alimentare rappresenta una sana potatura.</p> <p>I germogli completano la loro crescita diventando culmi in circa 60/90 giorni.</p> <p>Una volta sviluppata la parte “legnosa”, il germoglio non è più commestibile.</p> <p>Se tutti i germogli prodotti dal bambuseto venissero lasciati crescere, solo alcuni di essi diventerebbero culmi di grandi dimensioni: il bambuseto si autoregola in base alla proprie capacità di nutrire le nuove canne. Anche per questo motivo non concordiamo con chi propone sesti d’impianto troppo fitti.</p> <p>Il bambù gigante Madake produce i primi germogli già dal primo anno e se ne può iniziare la raccolta dopo soli 3 anni.</p> <p>In Sardegna la raccolta si effettua in primavera, a partire dal mese di aprile, sino a giugno.</p> <p>La trasformazione industriale dei germogli consente la produzione di creme alimentari e conservazione sottolio, come qualche coltivatore sta già facendo .</p> <p>Le foglie, in campo alimentare sono utilizzate per tisane, bevande, infusi.</p> <p>Le foglie, in campo cosmetico/farmaceutico sono utilizzate per  creme, shampoo, unguenti e simili.</p> <p>Esiste anche un mercato per le foglie essiccate, che vengono vendute come spezia aromatizzante</p> <p>In media, da un bambuseto viene raccolto circa il 30% dei culmi ogni anno.</p> <p>Il taglio, in Sardegna, può essere effettuato in autunno/inverno, indicativamente da ottobre a febbraio.</p> <p>Per il taglio è sufficiente una comune motosega leggera.</p> <p>L’attesa per il primo taglio dei culmi, varia a seconda della destinazione d’uso: il coltivatore può scegliere i tempi e le modalità di rientro del suo investimento:</p> <p>Per destinarlo a produzione di pellet, biomassa o multistrati leggeri, i culmi di Madake possono essere tagliati già dal terzo-quarto anno, mentre per altre specie è necessario attendere 6 – 8 anni.</p> <p>Il taglio annuale dei culmi rappresenta il 25% – 30% del totale.  Con un ettaro di bambù gigante Madake si producono circa 1000 q.li di biomassa; con il legno tradizionale per avere le stesse quantità bisognerebbe abbattere 20 ettari di bosco.</p> </body> </html>
B 6 (5 S)
Semi di Bambù Gigante Madake (Phyllostachys bambusoides)  - 3
Semi di ciliegia serba...

Semi di ciliegia serba...

Prezzo 1,95 € SKU: V 216
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5/ 5
<h2><strong>Semi di ciliegia serba (Prunus cerasus)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;" class=""><strong>Prezzo per confezione da 10 (2,5g) semi.</strong></span></h2> <p>Questa varietà di ciliegia proviene originariamente dalla Serbia e ha più di 120 anni. I frutti sono estremamente grandi, di colore rosso scuro e molto dolci. L'albero raggiunge un'altezza di ca. 4 metri e un diametro di ca. 2-3 metri. La varietà è estremamente fertile e può consegnare oltre 50 chilogrammi di ciliegie in stagione.</p> <p>Questa varietà ha resistito a temperature di - 30 gradi Celsius. Tuttavia, si ritiene che possa resistere facilmente a -40 e più gradi Celsius. È resistente alle malattie e non è necessario utilizzare preparati chimici.</p> <script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
V 216 (10 S)
Semi di ciliegia serba (Prunus cerasus)

Questa pianta è resistente all'inverno e al gelo. Vedi di più nella descrizione.

Semi di Melo Siberiano (Malus baccata) 1.75 - 1

Semi di Melo Siberiano...

Prezzo 2,25 € SKU: V 200
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5/ 5
<h2 class=""><strong>Semi di Melo Siberiano (Malus baccata)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 10 semi.</strong></span></h2> <p>Selvaggio apple (Malus baccata) è una specie Asiatiche di apple melo Siberiano conosciuto con il nomi comuni, granchio siberiano, Manchurian crab apple e Cinese crab apple. nelle foreste in tutta Europa, oggi anche crescere alcune varietà di selvaggio mele. esso è originaria gran parte del nord Asia, ma è anche coltivata altrove come pianta ornamentale albero e per portinnesto. è usato per bonsai. sopporta abbondante profumati fiori bianchi e commestibili rosso al giallo frutto di circa 1 cm di diametro.</p> <p><strong>Distribuzione e habitat</strong></p> <p>Malus baccata è originaria Russia, Mongolia, cina, corea, Bhutan, India e Nepal, dove è comune per misto foreste su collinare pendii a elevazioni fino a 1500 metri (5000 piedi). l'albero è trovato in Giappone, ed è stato anche introdotto In Europa e In America del Nord, dove si trova in natura per lo più in Grandi Laghi Regione e nel Nord-Stati Uniti.</p> <p><strong>Caratteristiche</strong></p> <p>alberi crescono fino a 10-14 metri (33-47 piedi) di altezza. hanno inarcando o strapiombo rami e rosso-marrone rosso-marrone gemme. piccioli sono 2-5 cm (0.8-2.0 pollici) di lunghezza, con pochi ghiandole. le foglie sono ellittica o a forma di uovo, (3-8) × (2-3.5) cm ((1.2-3.2) × (0.8-1.4) cm). pedicelli sono sottili e 1.5-4 cm (0.5-1.6 pollici) di lunghezza. essi orso bianco fiori profumati di 3-3.5 cm (1.2-1.4 pollici) di diametro che gruppi 4-6. petali sono bianco e a forma di uovo, circa 2-2.5 cm (0.8-1.0 pollici) di lunghezza. i frutti sono rosso al giallo e sferica, solo circa 1 cm (0.4 pollici) diametro; formano densi grappoli e assomigliano ciliegie a distanza. fioritura si verifica in primavera, con la frutta che appare nel Mese di Settembre-Ottobre.</p> <p><strong>Usi</strong></p> <p>Malus baccata è usato come ornamento per i suoi fiori e frutta. i frutti sono commestibili e sono mangiati freschi o secchi. come uno dei più alto e più resistente al freddo e parassiti specie del suo genere, M. baccata viene utilizzato per sperimentale di allevamento e innesto di altri crabapples e addomesticato mele pure. In particolare, si tratta di un comune genetica fonte per M. pumila e M. asiatica nel nord e nord-orientale cina. M. baccata var. mandshurica è usato per bonsai.</p> <p><strong>COME SEMINARE QUESTI SEMI:</strong></p> <p><span style="color: #ff0000;"><strong><a href="http://www.forestry.gov.uk/pdf/fcpg018.pdf/$file/fcpg018.pdf" target="_blank" rel="noreferrer noopener"><span style="color: #ff0000;">http://www.forestry.gov.uk/pdf/fcpg018.pdf/$file/fcpg018.pdf</span></a></strong></span><strong></strong></p> <p>&nbsp;</p> <script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
V 200 (10 S)
Semi di Melo Siberiano (Malus baccata) 1.75 - 1
Semi di Chinese Dogwood

Semi di Chinese Dogwood...

Prezzo 1,95 € SKU: V 77
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5/ 5
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><strong><em><span style="text-decoration: underline;">Semi di Chinese Dogwood (Cornus kousa)</span></em></strong></h2> <h3><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</strong></span></h3> <p>Per fortuna la maggior parte dei vivaisti e molti consumatori si sono accorti della versatilità di questa specie, a causa delle numerose pregevoli selezioni da giardino con portamento, foglie e fiori di ottima qualità. Vale la pena, quindi, di dare uno sguardo più attento a Cornus kousa ed alla disponibilità delle sue migliori selezioni.</p> <p>Originaria di Cina, Giappone e Corea, Cornus kousa fu introdotta negli USA nel 1875, ma è diventata popolare solo negli anni più recenti. Le sue dimensioni ed i suoi fiori sono comparabili con quelli di C. florida. Entrambe le specie raggiungono l’altezza di 6/9 metri, hanno la stessa ampiezza e producono piccoli fiori circondati da quattro brattee vistose.</p> <p>Le brattee di C. kousa, comunque, sono appuntite ed appaiono dopo il fogliame (fiorisce dopo la seconda metà di Giugno nel Connecticut). Verdi in principio, diventano bianche durante lo sviluppo e possono persistere per sei o più settimane. Con l’età possono diventare rosa o rosa-rosse. La tonalità dei colori delle selezioni rosa varia, e raggiunge il suo massimo in condizioni di crescita in ambiente fresco e parzialmente ombreggiato.</p> <p>C. kousa produce drupe verdi che maturano arrossandosi nella tarda estate e nel primo autunno. Queste bacche misurano da 1,5 a 2,5 cm di diametro ed hanno un peduncolo di 5 cm circa. I frutti sono commestibili dolciastri e farinosi. Sono piacevoli alla vista per molte settimane, ma gli uccelli li mangiano rapidamente via via che maturano.</p> <p>Il fogliame autunnale rosa, rosso o porpora di C. kousa è assai notevole ed è specifico delle cultivar. Alcune cultivar sono state selezionate principalmente per i loro bellissimi colori autunnali.</p> <p>La corteccia screziata di grigio, marrone chiaro e marrone scuro ricorda quella della Stewartia o del Platanus e si sfoglia con l’età.</p> <p>La maggior parte delle selezioni di kousa hanno inizialmente portamento eretto a vaso. Crescendo la pianta i rami diventano più orizzontali. Le piante giovani spesso necessitano di qualche potatura per prevenire lo sviluppo di indebolimenti, biforcazioni a V e per favorire la crescita secondo dei buoni assi centrali.</p> <p> </p> <p>La coltura di C. kousa è simile a C. florida. Entrambe prediligono suoli acidi e ben drenati e si sviluppano al meglio in pieno sole o in leggera ombra. C. kousa cresce rapidamente in vivaio, producendo da 75 a 120 cm di crescita nel secondo e terzo anno dalla piantagione. Molta di questa crescita avviene nella tarda estate e nel primo autunno. Il tasso di crescita rallenta quando la pianta diventa un alberello.</p> <p>C. kousa ha pochi nemici, sebbene ai conigli ed ai daini piaccia morsicchiare le pianticelle. E’ molto resistente sia ai tarli che all’antracnosi che sono stati, in tempi recenti, delle piaghe per i Cornus da fiore.</p> <p>Si conoscono numerosi metodi di propagazione: le cultivar nominate si riproducono di solito in estate per innesto a gemma su semenzali, benchè alcuni vivaisti innestino su piantine in vaso in inverno. Per raggiungere una buona percentuale di germinazione, i semi di C. kousa hanno bisogno di essere tenuti stratificati in ambiente umido per tre mesi circa a 5° C.</p> <p>Innestiamo piantine a radice nuda da Gennaio a Marzo e lasciamo che si formi il callo per 14/18 giorni su pianale riscaldato. Poi invasiamo le piante e le teniamo in un locale leggermente riscaldato (circa 0° C) fino a che, dopo i geli in Maggio, possono essere allineate all’esterno. Alternativamente possiamo farle crescere in contenitori.</p> <p>Le talee prelevate nella prima estate possono radicare sotto nebulizzazione. Il successo nella radicazione dipende dalle cultivar. Per esempio: le talee estive di ‘Dwarf Pink’, ‘Satomi’, ‘Steeple’ e ‘Summer Stars’ hanno radicato abbastanza bene, la ‘Dwarf Pink’ e la ‘Summer Stars’ hanno mostrato buoni tassi di sopravvivenza. Per ottenere il miglior tasso di sopravvivenza le talee radicate devono essere fatte svernare immagazzinate in luogo fresDco (da 0° a 10° C) senza congelamenti e lasciandole indisturbate fino alla primavera successiva.</p> <p>La proliferazione delle nuove selezioni è stata veloce. Una lista pubblicata nel 1985 dal Dr. Frank S. Santamour e Alice J. McArdle, del US National Arboretum, elenca 21 cultivar (il National Arboretum è l’autorità di registrazione per il Cornus negli USA).</p> <p>Di consegunza è ovvia la necessità di fissare dei test di coltivazioe per la comparazione delle selezioni. Ci stanno provando nell’Università del Tennessee e in quella del North Carolina.</p> <p>Chiunque proponga nuove selezioni, prima di introdurle, dovrebbe prima confrontarle con quelle già esistenti, dimostrando che sono migliori di quest’ultime.</p> <p>C. kousa possiede molte caratteristiche che la rendono la miglior scelta per panorami che richiedano alberi piccoli, come: resistenza alle malattie, bellissimi fiori, notevoli frutti, bel fogliame autunnale, corteccia sfogliante e dei piacevoli rami orizzontali con l’età.</p> <table cellspacing="0" cellpadding="0" border="1"> <tbody> <tr> <td colspan="2" width="100%" valign="top"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span style="color: #008000;">Seeds</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span style="color: #008000;">soak in water for 24  hours</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span style="color: #008000;">about 3-4 months in a moist substrate at 2-5 ° C in a refrigerator or cold house</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span style="color: #008000;">all year round </span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span style="color: #008000;">cover only slightly with substrate 0,5 cm</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span style="color: #008000;">Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span style="color: #008000;">15-20 ° C +</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span style="color: #008000;">bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span style="color: #008000;">2-6 weeks</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span style="color: #008000;"><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span style="color: #008000;"> in the growing season richly water</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> </td> <td valign="top"> <p><br /><span style="color: #008000;"><em>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena. </em><em>All Rights Reserved.</em></span></p> </td> </tr> </tbody> </table>
V 77 (5 S)
Semi di Chinese Dogwood
Semi di CORNIOLO (Cornus mas L.)  - 4

Semi di CORNIOLO (Cornus...

Prezzo 2,05 € SKU: V 217
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di CORNIOLO (Cornus mas L.)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p>Il corniolo (Cornus mas L., 1753) è una pianta della famiglia delle Cornaceae.[1] il corniolo è un albero longevo può diventare secolare.</p> <p>I cornioli sono arbusti o piccoli alberi caducifoglie alti fino a 5-6 metri. I rami sono di colore rosso-bruno e rametti brevi, la corteccia è screpolata.</p> <p> </p> <p>Le foglie sono semplici, opposte, con un picciolo breve (5-10 mm) e peloso, la forma è ovata o arrotondata, integra e un po' ondulata ai margini, acuminata all'apice. È di colore verde, più chiaro di sotto e ricoperta parzialmente da peluria su entrambe le pagine. Presenta una nervatura al centro e 3-4 paia di nervature secondarie.</p> <p> </p> <p>I fiori sono ermafroditi cioè che hanno organi per la riproduzione sia maschili sia femminili, si presentano in forma di ombrelle semplici e brevi, circondate alla base da un involucro di 4 brattee (foglia modificata che protegge il fiore) di colore verdognolo sfumato di rosso, sviluppatisi prima della fogliazione. La corolla è a 4 petali acuti, glabri (senza il pelo, lisci), di colore giallo-dorato, odorosi. Fiorisce da dicembre ad aprile.</p> <p> </p> <p>Il frutto del corniolo è una drupa (frutto carnoso) con la forma di un uovo allungato, come una piccola ciliegia oblunga. È di colore rosso-scarlatto, rosso corallo o anche giallo, dal sapore acidulo, contenente un seme osseo. i frutti maturano ad agosto, mentre il periodo di fioritura in Italia va da febbraio a marzo.</p> <p> </p> <p><strong>Distribuzione e habitat</strong></p> <p>Il corniolo è specie propria dell'Europa centro-orientale sino al Caucaso e all'Asia minore; in Italia si trova in tutta la penisola ma è più frequente nelle regioni settentrionali.</p> <p> </p> <p>È una specie che predilige i terreni calcarei, e vive in piccoli gruppi nelle radure dei boschi di latifoglie, tra gli arbusti e nelle siepi del piano sino a 1300 (1530) m; spesso è coltivata anche come specie ornamentale e per i suoi frutti commestibili. Ama terreni umidi e ombreggiati calcarei, per cui è facile trovarlo nei boschi d'alta collina o di montagna.</p> <p> </p> <p><strong>Usi</strong></p> <p>I piccoli frutti rossi vengono elaborati oltre che per succhi di frutta e per marmellate (ottime come accompagnamento al bollito di carne) anche per bevande anche come aromatizzante per alcuni tipi di alcolici come ad esempio la grappa. I prezzi per questi prodotti sono relativamente alti a causa del grosso apparato di lavoro dovuto alla bassa fertilità e al basso contenuto di alcool. Si possono mangiare i frutti anche crudi, ma sono buoni quelli che sono appena caduti o che cadono dallo stelo in seguito ad un leggero tocco, cioè quando sono piena a piena maturazione.</p> <p> </p> <p>Il legno del Corniolo è di colore bruno-chiaro nelle parti interne (alburno) mentre nella corteccia è rossastro, con anelli poco distinti. Questo legno è durissimo e molto resistente. Il legno duro (il più duro presente in Europa) viene utilizzato tra l'altro anche per la produzione di pipe. Nel passato era usato per la fabbricazione di pezzi di macchine soggetti a forte usura (per es. raggi e denti da ruota) e per lavori di tornio. La sarissa, picca usata dalla falange macedone, era in legno di corniolo.</p> <p> </p> <p>Tutta la pianta ha proprietà tintorie (in giallo).</p> <p> </p> </body> </html>
V 217 (2,5g)
Semi di CORNIOLO (Cornus mas L.)  - 4

Varietà dalla Russia
Semi di GIGANTESCO CAVOLO ALBERO (Brassica oleracea var. Longata)

Semi di GIGANTESCO CAVOLO...

Prezzo 2,85 € SKU: VE 149
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong><em><span style="text-decoration: underline;">Semi di GIGANTESCO CAVOLO ALBERO (Brassica oleracea var. Longata)</span></em></strong></h2> <h3><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 5 semi.</strong></span></h3> <p>The Jersey cabbage (Brassica oleracea longata, also known as Jersey kale or cow cabbage) and by a variety of local names including giant cabbage, long jacks, tree cabbage and the French chour and chou à vacque. It is a variety of cabbage native to the Channel Islands that grows to a great height and was formerly commonly used there as livestock fodder and for making walking sticks.</p> <p> </p> <p>The 'Jersey cabbage' develops a long stalk, commonly reaching 6 to 10 feet (<strong>1.8 to 3.0 m</strong>) in height, and can grow as tall as 18 to 20 feet (<strong>5.5 to 6.1 m</strong>). Historically the stalks were made into walking sticks, of which 30,000 a year were being sold by the early 20th century, many for export. They were also used for fencing and as rafters. Much of the stalk is bare; the islanders stripped leaves to accentuate this effect and induce it to grow without twisting, varnished the stalk, and created a handle either by heat-treating and bending the root end or by planting at an angle to produce a naturally bent root.</p> <p> </p> <p>The lower leaves were fed to livestock, (one variety in Portugal was grown specifically for the purpose), and were reportedly of great value: The Farmer's Magazine stated in 1836 that five plants would support 100 sheep or 10 cows, and sheep fed them were rumoured to produce silky wool up to 25 inches (64 cm) in length. The open cabbage at the top is comparatively small: "the size of the cabbages at the top was so infinitesimal that one seemed forced to the conviction that nature meant them to be stalks, not cabbages".</p> <p> </p> <p>The plant is now rarely grown in the Channel Islands, except for feeding rabbits. Although, it is still cultivated for walking sticks by Philip and Jacquelyn Johnson, who were shown on the BBC One series Countryfile in January 2010.</p> <p><strong>180 days. Heirloom</strong></p> <p> </p> <p><span style="font-size: 14pt; color: #ff0000;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=6Ca_NG3ullE" target="_blank" rel="noreferrer noopener"><span style="color: #ff0000;"><strong>https://www.youtube.com/watch?v=6Ca_NG3ullE</strong></span></a></span></p> </body> </html>
VE 149 (5 S)
Semi di GIGANTESCO CAVOLO ALBERO (Brassica oleracea var. Longata)