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Piante resistenti al freddo

Semi di Society Garlic...

Semi di Society Garlic...

Prezzo 1,95 € SKU: MHS 85
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><strong>Semi di Society Garlic (Tulbaghia violacea)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Confezione di 10 semi.</strong></span></h2> <p>Una pianta antizanzare per il giardino. La Tulbaghia violacea è una pianta perenne che richiede poche attenzioni. Il suo profumo intenso che ricorda molto l’aglio, si ha quando si schiacciano le foglie o se si recidono gli steli. E’ un forte repellente contro le zanzare (tigre, in particolare). Le foglie possono essere impiegate in cucina, come valido sostituto dell’aglio.</p> <p>Appartiene alla famiglia delle Alliaceae. E’ originaria del Sud Africa. La Tulbaghia violacea è’ una pianta perenne bulbosa, rizomatosa, con foglie lunghe e sottili, dal tipico odore che ricorda l’aglio o la cipolla, dal colore verde grigio. Produce dei piccoli fiori, a forma di stella, di colore rosa, che appaiono sulla pianta in estate e che si protraggono fino all’autunno. Raggiunge un’altezza di circa 50 cm. Mentre le sue foglie e le sue radici hanno un marcato odore di aglio, i suoi fiori hanno un dolce profumo simile a quello del fiore del Giacinto.</p> <p>Sia i fiori che le foglie sono edibili e possono essere impiegati nella preparazione di zuppe ed insalate. Con il tempo, la pianta forma dei ciuffi, che lentamente con i suoi rizomi tendono ad allargarsi. La pianta si riproduce facilmente mediante i suoi semi portati dal vento. In alternativa potrete moltiplicare la vostra Tulbaghia violacea mediante divisione di piante adulte.Il suo costo è di certo ben ripagato dalla sua facilità di coltivazione.</p>
MHS 85 (10 S)
Semi di Society Garlic (Tulbaghia violacea)
Semi Di Fragola Alba

Semi Di Fragola Alba

Prezzo 1,85 € SKU: V 1 A
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi Di Fragola Alba</strong></h2> <h2><strong><span style="color: #ff0000;">Prezzo per confezione da 100 (0.06g) semi.</span></strong></h2> <p>Le fragole di Alba sono molto grandi, lunghe e uniformi. La forma è attraente, polpa di frutta molto soda e rosso brillante. Le fragole hanno un buon odore e un gusto eccellente. Le piante di Alba sono molto forti, sono immuni a quasi tutte le malattie comuni. Le piante hanno un buon periodo di maturazione concentrato. Le fragole sono facili da raccogliere. Le piante sono sensibili all'erbicida. I frutti possono essere raccolti già a maggio.</p> <h3><strong>FIORI: </strong></h3> <p>I  fiori  sono  allo  stesso  livello  del  fogliame  o  leggermente  al  di  sotto,  di  medie dimensioni e molto ricchi di polline. La fioritura è abbondante.</p> <h3><strong>EPOCA DI FIORITURA:</strong></h3> <p>precoce</p> <h3><strong>FRUTTI: </strong></h3> <p>Di forma conica allungata, regolare sin dalle prime raccolte, colore rosso carminio brillante,  dotati  di  ottima  resistenza  a  manipolazione  e  trasporti.  Il  calibro  è  grosso  ed uniforme. Le qualità organolettiche sono molto elevate, il frutto è profumato e gradevole.</p> <h3><strong>EPOCA DI RACCOLTA: </strong></h3> <p>5gg Madeleine®civmad, -8gg Elsanta</p> <h3><strong>GIUDIZIO D’INSIEME:  </strong></h3> <p>Varietà precocissima, adatta agli ambienti continentali europei, caratterizzata  da  un’ottima   combinazione  di  caratteristiche  produttive,     commerciali  e gustative. La pianta si adatta molto bene alla coltivazione con piante in vasetto ed alla coltivazione a basso impatto ambientale in quanto dotata di buon vigore e rusticità. La pianta ha un’ottima  tolleranza alle malattie dell’apparato  fogliare e radicale. Il frutto è di ottima presentazione per la regolarità della forma e la brillantezza dell’epidermide, e le caratteristiche gustative sono elevate, con profumo ed aroma intensi.</p> </body> </html>
V 1 A
Semi Di Fragola Alba
Semi di Mirtillo Gigante "DUKE" (Vaccinum Corymbosum)

Semi di Mirtillo Gigante DUKE

Prezzo 1,95 € SKU: V 194 D
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Mirtillo Gigante DUKE (Vaccinum Corymbosum)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 50 (0,015g) semi.</strong></span></h2> <p>I mirtilli Duke sono i principali mirtilli a maturazione precoce (le bacche iniziano a maturare all'inizio di giugno). È noto per le sue rese elevate (una pianta Duke può produrre oltre 9 kg (20 libbre) di frutti di qualità uniforme e di qualità. Il sapore delicato di Duke sembra migliorare con la conservazione a freddo.</p> <p>Mantenere il vigore vegetale dei mirtilli Duke può essere una sfida per un lungo periodo di tempo. I coltivatori devono scegliere un sito in crescita di qualità e impiegare continuamente buone pratiche culturali.</p> <p>Il mirtillo Duke è uno dei principali candidati per la raccolta meccanica, le vendite fresche e di processo.</p> <p>Spontaneo nell’emisfero settentrionale tra i 500/800 e gli 1.500/1.800 metri, la piccola pianta del mirtillo che troviamo frequentemente nei nostri boschi appartiene al genere Vaccinium (famiglia Ericacee) nel quale si ritrovano ben oltre 100 specie: dal tappezzante rosso Cranberry (vedi) alto non più di trenta centimetri all’Arboreum nordamericano che può raggiungere anche 9/10 metri.</p> <p>Il comune mirtillo dei nostri boschi, (Vaccinium  myrtillus) è però di difficile coltivazione a causa del suo habitat naturale e delle sue modeste dimensioni, tuttavia nelle numerose specie del Genere, una ha particolarmente appassionato coltivatori e consumatori non solo italiani: è il Mirtillo Gigante Americano (Vaccinium Corymbosum).</p> <p>Quest’arbusto a foglia caduca può raggiungere 2/3 metri di altezza e con diametro generalmente della metà, con frequenti germogli di rapido sviluppo che partono dalla base conferendogli un portamento cespuglioso e che fruttificheranno l’anno successivo.</p> <p>Resiste molto bene ai forti freddi, ma i vigorosi germogli che in primavera partono da terra impiegano tutta la stagione a lignificare, per cui nelle regioni climatiche con freddo intenso molto precoce tendono a gelare e, di conseguenza, difficilmente si otterranno esemplari belli e buoni raccolti.</p> <p>I mirtilli hanno l’apparato radicale particolare: è costituito da pochissime radici di grandi dimensioni e da un fittissimo reticolo di radici molto fini, questo consente un trapianto abbastanza sicuro anche con piante di grandi dimensioni e non preventivamente preparate.</p> <p>Sono amanti del sole che consente ai frutti di ottenere un elevato contenuto di zuccheri, ma in un ambiente non eccessivamente esposto, e richiedono una buona esposizione alla luce per consentire una migliore fioritura e, di conseguenza, un maggior raccolto.</p> <p> </p> <p><strong>TERRENO</strong></p> <p>A differenza di tutti i frutti di bosco che gradiscono un substrato neutro/sub acido, i mirtilli necessitano un terreno molto acido, con ph ottimale che oscilla tra 4.0 e 4.5 con limite di tollerabilità a 5.5, ben drenato, fresco e ricco di humus, per cui è indispensabile essere bene a conoscenza delle caratteristiche del fondo ove si vuole piantumarli.</p> <p>Qualora il terreno non avesse un ph idoneo, si può correggerlo al momento dell’impianto con apporto di torba acida o con aghi di pino o foglie di faggio ben decomposte e rinnovando il substrato all’inizio della stagione fredda facendo molta attenzione a non rovinare l’apparato radicale molto superficiale.</p> <p> </p> <p><strong>FIORI E FRUTTI</strong></p> <p>A primavera inoltrata compaiono numerosi fiori bianchi rosati, riuniti in piccoli grappoli, tondeggianti con i petali uniti tra loro, caratteristica di tutti i fiori delle ericacee.</p> <p>Sono autoimpollinanti, ma per una migliore produzione è sempre opportuno piantare due o più piante vicine tra loro per favorire l’impollinazione incrociata.</p> <p>In periodi diversi, a seconda delle varietà, ma sempre durante il periodo estivo, compaiono delle bacche prima verdi, poi di color viola scuro, quasi blu, generalmente ricoperti di pruina (vedi Mirtillo Siberiano) che possono raggiungere in certi cultivar, anche i due centimetri di diametro.</p> <p>In realtà sono false bacche: questo perché hanno una formazione diversa da quelle delle vere bacche.</p> <p> </p> <p><strong>UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI</strong></p> <p>Facilmente conservabili in congelatore, sono consumate fresche, in macedonie, pasticceria, marmellate; importante è l’uso nell’industria farmaceutica e parafarmaceutica.</p> <p>Tra i frutti di bosco, il mirtillo nero è sicuramente quello più importante dal punto di vista salutistico: oltre allo squisito sapore, moltissime sono le proprietà che lo fanno annoverare tra i principali farmalimenti (vedi Cranberry). Vitamina C, carotenoidi, tannini catechitini (molecole con proprietà astringente, emostatica, antibiotica, antidiarroica e antinfiammatoria), pectine (vedi uva spina) sono alcune sostanze contenute nei frutti dei mirtilli.</p> <p>Ma è la presenza degli antociani (vedi Mirtillo Siberiano), potenti antiossidanti e noti per le proprietà capillarotrope fanno sì che questo piccolo frutto sia un toccasana per il fisico e il sistema cardiovascolare, in particolare.</p> <p>Per proprietà capillarotrope s’intende la caratteristica dei principi attivi, contenuti in una sostanza o un alimento, capaci di migliorare la resistenza e la funzionalità dei vasi capillari.</p> <p>In qualsiasi farmacia troveremo prodotti derivati dal frutto del mirtillo per la cura, la prevenzione e il rafforzamento delle pareti dei vasi sanguinei.</p> <p>Secondo la scala ORAC (vedi Goji), il mirtillo è tra i frutti con il punteggio più alto (3.750) dopo e il melograno (10.500) il Goji (15.000).</p> <p> </p> <p><strong>POTATURA E CURE COLTURALI</strong></p> <p>Molto importante che le caratteristiche del terreno soddisfino le esigenze della pianta.Dopo questa premessa viene semplice anche la descrizione delle cure necessarie perché si avrà una pianta forte e vigorosa senza grandi interventi. I primi anni dall’impianto la pianta lavorerà molto di radici, mentre l’apparato aereo darà l’impressione quasi sofferente.</p> <p>In questo periodo, 1/2 anni circa, la produzione sarà modesta come pure le potature che si concretizzano con il taglio dei rami laterali bassi e nell’asportazione totale dei rami più deboli.</p> <p>Passato questo periodo, si procederà al diradamento delle vegetazioni più deboli partite dalla base e dal taglio di rami rovinati o rotti e sui restanti si procederà con tagli di ritorno sino ai rametti laterali più vigorosi.</p> <p>Si taglieranno, inoltre, quelle branche che, seppur sane e belle, abbiano una crescita disordinata e scomposta.</p> <p>Avendo l’apparato radicale molto superficiale, sono molto importanti le irrigazioni, specialmente nel periodo dalla fioritura alla raccolta dei frutti.</p> <p>Attenzione non far ristagnare l’acqua, che porterebbe alla formazione di funghi che farebbero marcire le radici.</p> <p>Per trattenere l’umidità, e nello stesso tempo tenere pulito e acido il terreno, è consigliabile una pacciamatura con torba acida oppure aghi di pino o foglie di faggio.</p> <p>Con gli accorgimenti sopra descritti le concimazioni non dovrebbero servire, ma se si riscontrassero delle carenze un apporto a inizio stagione di concime ternario a basso tenore di azoto e contenente i principali microelementi, sarà sicuramente efficace.</p> <p> </p> <p>Da non usare mai lo stallatico, anche se molto maturo: la pianta verrebbe a soffrire di clorosi ferrica e di conseguenza, potrebbe anche morire.</p> <p>Pochi sono i parassiti: il più pericoloso è l’oziorinco (Otiorhyncus ssp)  piccolo coleottero che da adulto rosicchia le foglie e depone le uova per terra; la larva che ne deriva mangia le radici e, ben più grave, rode il colletto della pianta causandone la morte.</p> <p>Con particolari condizioni atmosferiche, sono possibili attacchi di muffa grigia (Botrytis) sui frutti prossimi alla maturazione, ma non potendoli trattare con fitofarmaci l’unica soluzione è l’asportazione manuale dei frutti colpiti.</p> <p>Si ricorda che i collaboratori dei vivai PRANDINI sono a disposizione per consigli su densità d’impianto, forma di allevamento, scelta colturale e assistenza anche fitosanitaria per nuovi impianti produttivi anche di modeste dimensioni.</p> <p> </p> </body> </html>
V 194 D
Semi di Mirtillo Gigante "DUKE" (Vaccinum Corymbosum)
Semi di Ashwagandha, Ginseng Indiano (Withania Somnifera) 1.95 - 8

Semi di Ashwagandha,...

Prezzo 1,95 € SKU: MHS 61
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<h2><strong>Semi di Ashwagandha, Ginseng Indiano (Withania Somnifera)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione in 10 semi.</strong></span></h2> <p>La Withania somnifera, anche nota come Ashwagandha, ginseng indiano, ciliegia d'inverno, uva spina velenosa (winter cherry, poison gooseberry, Ajagandha, Kanaje Hindi, Amukkuram in Malayalam e Samm Al Ferakh), è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae, la stessa famiglia del pomodoro, della melanzana, della belladonna, del tabacco e della patata.</p> <p>Arbusto erbaceo, legnoso alla base, la Withania somnifera può raggiungere un'altezza di 170 cm. Come il pomodoro, i fiori sono verde-gialli e il colore dei frutti può variare dal giallo-arancio al rosso a seconda dello stadio di maturazione. La pianta è ricoperta di piccoli peli che gli conferiscono un riflesso grigio-ceruleo. Del genere Withania sono state distinte ben 23 specie diverse, di cui però solo la Withania somnifera è considerata possedere proprietà medicamentose.</p> <p><strong>Distribuzione Geografica</strong></p> <p>Viene coltivata[3] o cresce anche spontaneamente soprattutto in India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, ma anche Africa settentrionale e alcune zone del Mediterraneo (in Italia principalmente Sicilia e Sardegna).</p> <h2><em><strong><span style="color: #000000;">Uso</span></strong></em></h2> <p>In fitoterapia viene largamente utilizzata per le più svariate patologie. I principi chimici attivi e utili sono soprattutto nelle sue radici[4]e sono circa 80[5], i più presenti sono delle molecole dei lattoni non steroidei detti witanolidi, di proprietà principalmente antinfiammatorie e anticancerogene, e, in minor quantità, saponine e più alcuni alcaloidi come la witanina, la witaninina, la witasomnina (quest'ultima favorirebbe la regolarità del sonno), miste a tracce di nicotina e scopoletina. Contiene anche elevato ferro non eme, per cui ha anche proprietà anti-anemiche.</p> <p>È conosciuta ed utilizzata sin dall'antichità in medicina indiana, in particolare ayurvedica, come tonico ed adattogeno[6], da cui il nome di ginseng indiano, più proprietà immunomodulatrici e antinfiammatorie.</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
MHS 61 (10 S)
Semi di Ashwagandha, Ginseng Indiano (Withania Somnifera) 1.95 - 8

Varietà dalla Serbia
Semi Di Ciliegio (Prunus Avium) 1.45 - 5

Semi di Ciliegio (Prunus...

Prezzo 1,85 € SKU: V 98
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<h2><strong>Semi di Ciliegio (Prunus Avium)</strong></h2> <h2><span><strong><span style="color: #ff0000;">Prezzo per Pacchetto di 10 semi.</span><br></strong></span></h2> <p>Il ciliegio (Prunus avium) chiamato anche ciliegio degli uccelli o ciliegio selvatico è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, originario dell'Europa (dalle Isole Britanniche[1] fino alla Russia, passando per Francia, Penisola Iberica, Italia, Germania fino a tutto l'est in zone montuose) e in alcune zone montane fredde dell'Asia minore (presente in scarsa misura con ecotipi leggermente differenti da quelli europei). In Italia è presente naturalmente dalle zone altocollinari sino a quelle montuose, talvolta al confine della zona tipica delle latifoglie, presentando una buona resistenza al freddo. Assieme al Prunus cerasus esso è una delle due specie di ciliegio selvatico che sono all'origine delle varietà di ciliegio coltivato che produce tipologie di ciliegie che vanno dal graffione bianco piemontese, al Durone nero di Vignola.</p> <p><strong>Storia</strong></p> <p>Plinio il Vecchio distingue tra Prunus, l'albero[2], e Cerasus, l'albero delle ciliegie[3]. Plinio aveva già descritto un certo numero di coltivazioni ed alcune specie citate, Aproniana, Lutatia, Caeciliana, eccetera. Plinio le distingue per il sapore da dolce a aspro[4].</p> <p>Egli afferma che prima che il console romano Lucio Licinio Lucullo sconfiggesse Mitridate nel 74 a.C., Cerasia ... non fuere in Italia, "Non vi erano ciliegie in Italia". Secondo lui fu Lucullo ad introdurle dal Ponto e nei 120 anni trascorsi da allora il ciliegio si era espanso attraverso l'Europa fino alla Britannia[3].</p> <p>I semi di un certo numero di specie di ciliegie sono stati tuttavia trovati in ritrovamenti archeologici dell'età del bronzo ed in siti archeologici romani in tutta Europa. Il riferimento a "dolce" e "aspro" sostiene la moderna teoria che "dolce" fosse riferito al Prunus avium; non vi sono altri candidati trovati tra le ciliegie. Nel 1882 Alphonse de Candolle affermò che semi di Prunus avium furono ritrovati nella cultura terramare del nord Italia (1500-1100 a.C.) e in alcuni villaggi archeologici svizzeri di palafitte. De Candolle[5] riguardo Plinio afferma:</p> <p>« Poiché questo errore è perpetuato dalla sua ripetizione incessante nella scuola classica, si deve affermare che gli alberi di ciliegio (almeno quelli di Prunus avium) esistevano in Italia prima di Lucullo, e che il famoso gourmet non ha bisogno di andare così lontano per cercare le specie dai frutti con il sapore amaro. »</p> <p>De Candolle suggerisce che quello che Lucullus portò era un particolare tipo di Prunus avium del Caucaso. L'origine del P. avium è ancora una questione aperta. Le moderne ciliegie coltivate differiscono da quelle selvatiche per la dimensione del frutto più grande, 2–3 cm di diametro. Gli alberi sono spesso coltivati in terreni duri per mantenerli più piccoli e per facilitare il raccolto[6].</p> <p><strong>Classificazione</strong></p> <p>La storia della classificazione è piuttosto confusa. Nella prima edizione del suo Species Plantarum (1753), Linneo trattò il ciliegio come una varietà singola[7], citando il testo di Gaspard Bauhin del 1596 Pinax theatri botanici come riferimento; la sua descrizione, Cerasus racemosa hortensis ("Il Ciliegio dei giardini con racemi") lo mostra descritto come una pianta coltivata[8]. Linneo poi cambiò da una varietà ad una specie Prunus avium nella seconda edizione del suo Flora Suecica del 1755[9].</p> <p><strong>Nomenclatura attuale</strong></p> <p>Prunus avium significa "Ciliegio degli uccelli" in Latino, una traduzione fatta da Linneo dei nomi dati dai danesi e dai tedeschi alla specie (Fugle-Kirsebær, Vogel-Kirsche, rispettivamente).[10] In inglese, il nome Bird Cherry si riferisce al Prunus padus.</p> <p><strong>Descrizione</strong></p> <p>Il genere Prunus è composto da numerose essenze che è difficile a volte differenziare. Il ciliegio si riconosce senza errore grazie a due o tre nettari (piccole ghiandole nettarifere rosse) situate alla base delle foglie caduche oblunghe, dentate e pubescenti al di sotto.</p> <p>Si tratta di un albero deciduo cresce dai 15 ai 32 m di altezza. Gli alberi giovani mostrano una forte dominanza apicale con un tronco dritto e una corona conica simmetrica, che diviene arrotondata ed irregolare negli alberi più vecchi. Vive circa 100 anni ed è molto esigente di luce.</p> <p>La corteccia è levigata porpora-marrone con prominenti lenticelle orizzontali grigio-marrone negli alberi giovani, che diventano scure più spesse e fessurate negli alberi più vecchi.</p> <p>Le foglie sono alternate, ovoidali acute semplici, lunghe 7-14 cm e larghe 4-7 cm, glabre di un verde pallido o brillante nella parte superiore, che varia finemente nella parte inferiore, hanno un margine serrato e una punta acuminata, con un picciolo lungo 2–3,5 cm che porta da due a cinque piccole ghiandole rosse. Anche la punta di ogni foglia porta delle ghiandole rosse. In autunno le foglie diventano arancioni, rosa o rosse prima di cadere.</p> <p>I fiori bianchi peduncolati sono disposti in corimbi di due-sei assieme, ogni fiore pendente su di un peduncolo di 2–5 cm, del diametro di 2,5–3,5 cm, con cinque petali bianchi, stami gialli, ed un ovario supero; i fiori sono ermafroditi e vengono impollinati dalle api. La fioritura ha luogo all'inizio della primavera contemporaneamente alla produzione di nuove foglie.</p> <p>Il frutto è una drupa carnosa (ciliegia) di 1–2 cm di diametro (più larga in alcune selezioni coltivate), di un rosso brillante fino ad un viola scuro quando matura a metà estate. Il frutto commestibile ha un gusto da dolce ad abbastanza astringente e amaro da mangiarsi fresco; esso contiene un singolo nocciolo lungo 8–12 mm, ampio 7–10 mm e spesso 6–8 mm, il seme dentro al guscio è lungo 6–8 mm.</p> <p><strong>Ecologia</strong></p> <p>I frutti vengono mangiati da numerosi uccelli e mammiferi, che digeriscono la carne e disperdono il seme nei loro escrementi. Alcuni roditori, e alcuni uccelli rompono il guscio e mangiano il seme che sta al suo interno. Tutte le parti della pianta eccetto il frutto sono tossici perché contengono glicosidi cianogenetici[12][13][14].</p> <p>L'albero essuda una resina dalle ferite nella corteccia, per mezzo della quale protegge le ferite dalle infezioni provocate dagli insetti e dai funghi[15].</p> <p><strong>Distribuzione e habitat</strong></p> <p>Il ciliegio si trova in Europa, nord ovest dell'Africa, e a ovest in Asia, dalle Isole Britanniche[1] a sud fino in Marocco e Tunisia (nelle zone più fredde della catena montuosa dell'Atlante, a nord fino a Trondheimsfjord regione in Norvegia e in Svezia, Polonia, Ucraina, nel Caucaso, a nord dell'Iran, con anche una piccola popolazione nell'ovest dell'Himalaya[10][16].</p> <p>Naturalmente poco abbondante e disperso nella foresta, il ciliegio non è adatto come specie pioniera. Necessita, dunque, per espandersi naturalmente, di un ambiente e di un micro clima forestale stabile e continuato nel tempo. I ciliegi piantati o nati im gruppo all'interno di boschi e foreste diventano molto appetibili per i grossi erbivori (caprioli, cinghiali) e più sensibili al cancro batterico, e alla cilindrosporiosi, oltre che agli attacchi degli insetti.</p> <p><strong>Coltivazione ed uso</strong></p> <p>Il ciliegio botanico è origine del ciliegio coltivato; il ciliegio non ama il terreno allagato, ma preferisce suoli non siccitosi. Sopporta solo modeste potature di formazione, ed ancora più modeste potature di conduzione.</p> <p>Il legno del ciliegio è di qualità ricercata per il valore commerciale, si tratta di un legno di colore bruno rosato da chiaro a giallastro, a volte usato per rimpiazzare legni preziosi come l'anacardo. È ricercato dall'industria mobiliera, sia in tronchi che in travi (mobili e sedie di stile). Questa utilizzazione esige degli alberi di bella conformazione. L'importanza di questa domanda per la falegnameria marginalizza le altre utilizzazioni del legno (scultura, tornitura). Di norma si preferisce per l'utilizzo come legno commerciale le varietà botaniche, coltivate a tale scopo.</p> <p>Il ciliegio offre un legno avente delle buone proprietà meccaniche (resistenza alla compressione, trazione o flessione) e di buon aspetto; tuttavia, presenta la facilità di seccaggio, e può essere talvolta fibroso. Per la coltivazione da legno la messa a dimora dei piccoli astoni (albero di uno-due anni) va effettuata in autunno-inverno. La raccolta, invece, si effettua a fine primavera-inizio inverno.</p> <p><strong>Ciliegio selvatico</strong></p> <p>Il ciliegio selvatico ha costituito fonte di nutrimento per gli umani per alcune migliaia di anni. I gusci sono stati trovati in depositi archeologici appartenenti ad insediamenti dell'età del bronzo attraverso l'Europa, inclusa la Britannia. In un caso sono stati trovati macro fossili di ciliegio selvatico tra i detriti di un villaggio della prima era del bronzo e della media età del bronzo e nei resti di un villaggio di palafitte che si trovava sulla riva di un vecchio lago a Desenzano del Garda o Lonato, vicino alla riva sud del Lago di Garda. La data è stimata alla prima età del bronzo IA, datato al carbonio a 2077 a.C. ± 10. La foresta naturale a quel tempo era poco vasta[17].</p> <p>Circa nel IX secolo a.C. le ciliegie venivano coltivate in Turchia e poco più tardi in Grecia.</p> <p><strong>Ciliegio dolce</strong></p> <p>Originato dal ciliegio selvatico, il ciliegio dolce è coltivato per il frutto: ciliegia, che nei secoli è stato differenziato in moltissime varietà.</p> <p>La coltivazione del ciliegio dolce è diffusa in tutto il mondo, dove le condizioni climatiche la permettono, e costituisce il fornitore principale del frutto detto ciliegia. Delle altre specie simili al ciliegio dolce, solo le varietà derivate dal Prunus cerasus (amarena o ciliegia acida), costituiscono uno scomparto minoritario delle ciliegie commerciali; altre specie di ciliegie Prunus padus, ecc.., sono trascurabili per la produzione frutticola.</p> <p>In seguito alle ibridazioni varietali subite dalla Specie botanica, il ciliegio dolce è suddivisibile ora in due categorie:</p> <p>- ciliegi autofertili (che sono autosufficienti per la impollinazione, e quindi possono fruttificare anche da soli; ed eventualmente essere impollinatori per altri)</p> <p>- ciliegi autosterili (che non sono autosufficienti, e che quindi necessitano di un secondo individuo vegetale (varietà) che li impollini. Esistono in commercio, ben noti, individui (varietà) di ambedue le categorie.</p> <p>Alcune varietà coltivate sono sfuggite alle coltivazioni e si sono naturalizzate in altre regioni del mondo dove il clima temperato è favorevole, (sud ovest del Canada, il Giappone, la Nuova Zelanda, ed il nord est e nord ovest degli Stati Uniti).</p> <p><strong>Ornamentale</strong></p> <p>Il ciliegio è spesso coltivato come albero da fiore. A causa della dimensione dell'albero esso viene usato nei parchi e meno spesso come albero per le strade o per i giardini. La forma a doppia fioritura, Plena, è comunemente trovata, al posto della forma a fioritura singola[18].</p> <p>Due ibridi interspecifici, P. x schmittii (P. avium x P. canescens) e P. x fontenesiana (P. avium x P. mahaleb) vengono usati anche ad uso ornamentale[18].</p> <p><strong>Falegnameria</strong></p> <p>Il legno marrone-rosso, molto resistente, viene usato per fare mobili e strumenti musicali[15].</p> <p><strong>Altri usi</strong></p> <p>La resina è aromatica e viene usata come aroma per le gomme da masticare.</p> <p>L'industria farmaceutica usa il succo dei pedicelli dei frutti che ha proprietà astringente, antitossica e diuretica.</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
V 98 (2g)
Semi Di Ciliegio (Prunus Avium) 1.45 - 5

Questa pianta ha frutti giganti
Semi Di Ciliegia Gigante...

Semi Di Ciliegia Gigante...

Prezzo 1,95 € SKU: V 98 G
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<h2><strong>Semi Di Ciliegia Gigante (Prunus Avium)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 10 semi.</strong></span></h2> <p><strong>I frutti di questa ciliegio dolce sono due volte più grande di qualsiasi altra varietà!</strong></p> <p>Il ciliegio (Prunus avium) chiamato anche ciliegio degli uccelli o ciliegio selvatico è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, originario dell'Europa (dalle Isole Britanniche[1] fino alla Russia, passando per Francia, Penisola Iberica, Italia, Germania fino a tutto l'est in zone montuose) e in alcune zone montane fredde dell'Asia minore (presente in scarsa misura con ecotipi leggermente differenti da quelli europei). In Italia è presente naturalmente dalle zone altocollinari sino a quelle montuose, talvolta al confine della zona tipica delle latifoglie, presentando una buona resistenza al freddo. Assieme al Prunus cerasus esso è una delle due specie di ciliegio selvatico che sono all'origine delle varietà di ciliegio coltivato che produce tipologie di ciliegie che vanno dal graffione bianco piemontese, al Durone nero di Vignola.</p> <p><strong>Storia</strong></p> <p>Plinio il Vecchio distingue tra Prunus, l'albero[2], e Cerasus, l'albero delle ciliegie[3]. Plinio aveva già descritto un certo numero di coltivazioni ed alcune specie citate, Aproniana, Lutatia, Caeciliana, eccetera. Plinio le distingue per il sapore da dolce a aspro[4].</p> <p>Egli afferma che prima che il console romano Lucio Licinio Lucullo sconfiggesse Mitridate nel 74 a.C., Cerasia ... non fuere in Italia, "Non vi erano ciliegie in Italia". Secondo lui fu Lucullo ad introdurle dal Ponto e nei 120 anni trascorsi da allora il ciliegio si era espanso attraverso l'Europa fino alla Britannia[3].</p> <p>I semi di un certo numero di specie di ciliegie sono stati tuttavia trovati in ritrovamenti archeologici dell'età del bronzo ed in siti archeologici romani in tutta Europa. Il riferimento a "dolce" e "aspro" sostiene la moderna teoria che "dolce" fosse riferito al Prunus avium; non vi sono altri candidati trovati tra le ciliegie. Nel 1882 Alphonse de Candolle affermò che semi di Prunus avium furono ritrovati nella cultura terramare del nord Italia (1500-1100 a.C.) e in alcuni villaggi archeologici svizzeri di palafitte. De Candolle[5] riguardo Plinio afferma:</p> <p>« Poiché questo errore è perpetuato dalla sua ripetizione incessante nella scuola classica, si deve affermare che gli alberi di ciliegio (almeno quelli di Prunus avium) esistevano in Italia prima di Lucullo, e che il famoso gourmet non ha bisogno di andare così lontano per cercare le specie dai frutti con il sapore amaro. »</p> <p>De Candolle suggerisce che quello che Lucullus portò era un particolare tipo di Prunus avium del Caucaso. L'origine del P. avium è ancora una questione aperta. Le moderne ciliegie coltivate differiscono da quelle selvatiche per la dimensione del frutto più grande, 2–3 cm di diametro. Gli alberi sono spesso coltivati in terreni duri per mantenerli più piccoli e per facilitare il raccolto[6].</p> <p><strong>Classificazione </strong></p> <p>La storia della classificazione è piuttosto confusa. Nella prima edizione del suo Species Plantarum (1753), Linneo trattò il ciliegio come una varietà singola[7], citando il testo di Gaspard Bauhin del 1596 Pinax theatri botanici come riferimento; la sua descrizione, Cerasus racemosa hortensis ("Il Ciliegio dei giardini con racemi") lo mostra descritto come una pianta coltivata[8]. Linneo poi cambiò da una varietà ad una specie Prunus avium nella seconda edizione del suo Flora Suecica del 1755[9].</p> <p><strong>Nomenclatura attuale </strong></p> <p>Prunus avium significa "Ciliegio degli uccelli" in Latino, una traduzione fatta da Linneo dei nomi dati dai danesi e dai tedeschi alla specie (Fugle-Kirsebær, Vogel-Kirsche, rispettivamente).[10] In inglese, il nome Bird Cherry si riferisce al Prunus padus.</p> <p><strong>Descrizione</strong></p> <p>Il genere Prunus è composto da numerose essenze che è difficile a volte differenziare. Il ciliegio si riconosce senza errore grazie a due o tre nettari (piccole ghiandole nettarifere rosse) situate alla base delle foglie caduche oblunghe, dentate e pubescenti al di sotto.</p> <p>Si tratta di un albero deciduo cresce dai 15 ai 32 m di altezza. Gli alberi giovani mostrano una forte dominanza apicale con un tronco dritto e una corona conica simmetrica, che diviene arrotondata ed irregolare negli alberi più vecchi. Vive circa 100 anni ed è molto esigente di luce.</p> <p>La corteccia è levigata porpora-marrone con prominenti lenticelle orizzontali grigio-marrone negli alberi giovani, che diventano scure più spesse e fessurate negli alberi più vecchi.</p> <p>Le foglie sono alternate, ovoidali acute semplici, lunghe 7-14 cm e larghe 4-7 cm, glabre di un verde pallido o brillante nella parte superiore, che varia finemente nella parte inferiore, hanno un margine serrato e una punta acuminata, con un picciolo lungo 2–3,5 cm che porta da due a cinque piccole ghiandole rosse. Anche la punta di ogni foglia porta delle ghiandole rosse. In autunno le foglie diventano arancioni, rosa o rosse prima di cadere.</p> <p>I fiori bianchi peduncolati sono disposti in corimbi di due-sei assieme, ogni fiore pendente su di un peduncolo di 2–5 cm, del diametro di 2,5–3,5 cm, con cinque petali bianchi, stami gialli, ed un ovario supero; i fiori sono ermafroditi e vengono impollinati dalle api. La fioritura ha luogo all'inizio della primavera contemporaneamente alla produzione di nuove foglie.</p> <p>Il frutto è una drupa carnosa (ciliegia) di 1–2 cm di diametro (più larga in alcune selezioni coltivate), di un rosso brillante fino ad un viola scuro quando matura a metà estate. Il frutto commestibile ha un gusto da dolce ad abbastanza astringente e amaro da mangiarsi fresco; esso contiene un singolo nocciolo lungo 8–12 mm, ampio 7–10 mm e spesso 6–8 mm, il seme dentro al guscio è lungo 6–8 mm.</p> <p><strong>Ecologia </strong></p> <p>I frutti vengono mangiati da numerosi uccelli e mammiferi, che digeriscono la carne e disperdono il seme nei loro escrementi. Alcuni roditori, e alcuni uccelli rompono il guscio e mangiano il seme che sta al suo interno. Tutte le parti della pianta eccetto il frutto sono tossici perché contengono glicosidi cianogenetici[12][13][14].</p> <p>L'albero essuda una resina dalle ferite nella corteccia, per mezzo della quale protegge le ferite dalle infezioni provocate dagli insetti e dai funghi[15].</p> <p><strong>Distribuzione e habitat </strong></p> <p>Il ciliegio si trova in Europa, nord ovest dell'Africa, e a ovest in Asia, dalle Isole Britanniche[1] a sud fino in Marocco e Tunisia (nelle zone più fredde della catena montuosa dell'Atlante, a nord fino a Trondheimsfjord regione in Norvegia e in Svezia, Polonia, Ucraina, nel Caucaso, a nord dell'Iran, con anche una piccola popolazione nell'ovest dell'Himalaya[10][16].</p> <p>Naturalmente poco abbondante e disperso nella foresta, il ciliegio non è adatto come specie pioniera. Necessita, dunque, per espandersi naturalmente, di un ambiente e di un micro clima forestale stabile e continuato nel tempo. I ciliegi piantati o nati im gruppo all'interno di boschi e foreste diventano molto appetibili per i grossi erbivori (caprioli, cinghiali) e più sensibili al cancro batterico, e alla cilindrosporiosi, oltre che agli attacchi degli insetti.</p> <p><strong>Coltivazione ed uso </strong></p> <p>Il ciliegio botanico è origine del ciliegio coltivato; il ciliegio non ama il terreno allagato, ma preferisce suoli non siccitosi. Sopporta solo modeste potature di formazione, ed ancora più modeste potature di conduzione.</p> <p>Il legno del ciliegio è di qualità ricercata per il valore commerciale, si tratta di un legno di colore bruno rosato da chiaro a giallastro, a volte usato per rimpiazzare legni preziosi come l'anacardo. È ricercato dall'industria mobiliera, sia in tronchi che in travi (mobili e sedie di stile). Questa utilizzazione esige degli alberi di bella conformazione. L'importanza di questa domanda per la falegnameria marginalizza le altre utilizzazioni del legno (scultura, tornitura). Di norma si preferisce per l'utilizzo come legno commerciale le varietà botaniche, coltivate a tale scopo.</p> <p>Il ciliegio offre un legno avente delle buone proprietà meccaniche (resistenza alla compressione, trazione o flessione) e di buon aspetto; tuttavia, presenta la facilità di seccaggio, e può essere talvolta fibroso. Per la coltivazione da legno la messa a dimora dei piccoli astoni (albero di uno-due anni) va effettuata in autunno-inverno. La raccolta, invece, si effettua a fine primavera-inizio inverno.</p> <p><strong>Ciliegio selvatico </strong></p> <p>Il ciliegio selvatico ha costituito fonte di nutrimento per gli umani per alcune migliaia di anni. I gusci sono stati trovati in depositi archeologici appartenenti ad insediamenti dell'età del bronzo attraverso l'Europa, inclusa la Britannia. In un caso sono stati trovati macro fossili di ciliegio selvatico tra i detriti di un villaggio della prima era del bronzo e della media età del bronzo e nei resti di un villaggio di palafitte che si trovava sulla riva di un vecchio lago a Desenzano del Garda o Lonato, vicino alla riva sud del Lago di Garda. La data è stimata alla prima età del bronzo IA, datato al carbonio a 2077 a.C. ± 10. La foresta naturale a quel tempo era poco vasta[17].</p> <p>Circa nel IX secolo a.C. le ciliegie venivano coltivate in Turchia e poco più tardi in Grecia.</p> <p><strong>Ciliegio dolce </strong></p> <p>Originato dal ciliegio selvatico, il ciliegio dolce è coltivato per il frutto: ciliegia, che nei secoli è stato differenziato in moltissime varietà.</p> <p>La coltivazione del ciliegio dolce è diffusa in tutto il mondo, dove le condizioni climatiche la permettono, e costituisce il fornitore principale del frutto detto ciliegia. Delle altre specie simili al ciliegio dolce, solo le varietà derivate dal Prunus cerasus (amarena o ciliegia acida), costituiscono uno scomparto minoritario delle ciliegie commerciali; altre specie di ciliegie Prunus padus, ecc.., sono trascurabili per la produzione frutticola.</p> <p>In seguito alle ibridazioni varietali subite dalla Specie botanica, il ciliegio dolce è suddivisibile ora in due categorie:</p> <p>- ciliegi autofertili (che sono autosufficienti per la impollinazione, e quindi possono fruttificare anche da soli; ed eventualmente essere impollinatori per altri)</p> <p>- ciliegi autosterili (che non sono autosufficienti, e che quindi necessitano di un secondo individuo vegetale (varietà) che li impollini. Esistono in commercio, ben noti, individui (varietà) di ambedue le categorie.</p> <p>Alcune varietà coltivate sono sfuggite alle coltivazioni e si sono naturalizzate in altre regioni del mondo dove il clima temperato è favorevole, (sud ovest del Canada, il Giappone, la Nuova Zelanda, ed il nord est e nord ovest degli Stati Uniti).</p> <p><strong>Ornamentale </strong></p> <p>Il ciliegio è spesso coltivato come albero da fiore. A causa della dimensione dell'albero esso viene usato nei parchi e meno spesso come albero per le strade o per i giardini. La forma a doppia fioritura, Plena, è comunemente trovata, al posto della forma a fioritura singola[18].</p> <p>Due ibridi interspecifici, P. x schmittii (P. avium x P. canescens) e P. x fontenesiana (P. avium x P. mahaleb) vengono usati anche ad uso ornamentale[18].</p> <p><strong>Falegnameria </strong></p> <p>Il legno marrone-rosso, molto resistente, viene usato per fare mobili e strumenti musicali[15].</p> <p><strong>Altri usi</strong></p> <p>La resina è aromatica e viene usata come aroma per le gomme da masticare.</p> <p>L'industria farmaceutica usa il succo dei pedicelli dei frutti che ha proprietà astringente, antitossica e diuretica.</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
V 98 G (3,5g)
Semi Di Ciliegia Gigante (Prunus Avium)

Semi di camemoro o rovo...

Semi di camemoro o rovo...

Prezzo 3,85 € SKU: V 100 RC
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><strong>Semi di camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus)</strong></h2> <h2><span style="color: #f90404;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</strong></span></h2> <p>Il<span> </span><b>camemoro</b><span> </span>o<span> </span><b>rovo artico</b><span> </span>(<i><b>Rubus chamaemorus</b></i><span> </span><small>L., 1753</small>) è una<span> </span>pianta<span> </span>erbacea perenne della<span> </span>famiglia<span> </span>delle<span> </span>Rosaceae<span> </span>diffusa nella zona settentrionale dell'Eurasia<span> </span>e del<span> </span>Nord America.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Habitat">Habitat</span></h2> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="Semi di camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus)" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b4/Cloudberry_distrib.png/220px-Cloudberry_distrib.png" decoding="async" width="220" height="96" class="thumbimage" srcset="//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b4/Cloudberry_distrib.png/330px-Cloudberry_distrib.png 1.5x, //upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b4/Cloudberry_distrib.png/440px-Cloudberry_distrib.png 2x" data-file-width="1425" data-file-height="625" title="Semi di camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus)" /> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Areale del camemoro</div> </div> </div> <p>Il camemoro si trova nella<span> </span>tundra, nelle<span> </span>foreste boreali<span> </span>e miste, dal 78°N al circa 55°N; lo si trova molto raramente fino al 44°N, soprattutto nelle aree montane. Questa pianta palustre è presente in natura nelle<span> </span>torbiere<span> </span>di<span> </span>sfagni<span> </span>nei<span> </span>paesi nordici, nei<span> </span>paesi baltici, in<span> </span>Russia,<span> </span>Bielorussia,<span> </span>Germania,<span> </span>Regno Unito,<span> </span>Irlanda,<span> </span>Canada<span> </span>e<span> </span>Stati Uniti.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Descrizione">Descrizione</span></h2> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="Semi di camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus)" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/17/Rubus_chamaemorus_-_Multe.jpg/220px-Rubus_chamaemorus_-_Multe.jpg" decoding="async" width="220" height="173" class="thumbimage" srcset="//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/17/Rubus_chamaemorus_-_Multe.jpg/330px-Rubus_chamaemorus_-_Multe.jpg 1.5x, //upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/17/Rubus_chamaemorus_-_Multe.jpg/440px-Rubus_chamaemorus_-_Multe.jpg 2x" data-file-width="3115" data-file-height="2453" title="Semi di camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus)" /> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Frutto immaturo</div> </div> </div> <p>La pianta ha uno<span> </span>stelo<span> </span>alberato alto tra 10 e 25 cm,<span> </span>foglie<span> </span>lungamente picciolate e pentalobate, un unico<span> </span>fiore<span> </span>bianco composto da cinque<span> </span>petali<span> </span>e cinque<span> </span>sepali,<span> </span>frutto<span> </span>composto da piccole<span> </span>drupe<span> </span>carnose (polidrupa), dal sapore dolce con una nota astringente. Il camemoro è<span> </span>dioico, con organi riproduttivi maschili e femminili portati su due piante distinte. Il frutto prima è verde-giallo e nascosto dentro sepali chiusi, poi diventa rosso e appare tra i sepali combacianti. In questo periodo è ancora inodore ed insapore. Con la maturazione i sepali si spiegano, il frutto diventa arancione, semitrasparente, morbido, gustoso e profumato, si separa facilmente dalla base<sup id="cite_ref-1" class="reference">[1]</sup>. La fioritura avviene secondo a latitudine in maggio o in giugno mentre il frutto matura in luglio o in agosto. La<span> </span>disseminazione<span> </span>avviene per mezzo di animali che ingeriscono i frutti carnosi e ne disperdono i<span> </span>semi, ma predominante è la<span> </span>moltiplicazione vegetativa<span> </span>- attraverso<span> </span>rizomi. I frutti contengono molta<span> </span>vitamina C<span> </span>e<span> </span>oligoelementi.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Etimologia">Etimologia</span></h2> <p>Il termine<span> </span><i>chamaemorus</i>, e quindi anche l'analogo "camemoro", derivano dal greco<span> </span><i>chamai</i>, letteralmente "a terra", e per estensione "piccolo", "nano", e dal latino<span> </span><i>morus</i><span> </span>che significa "gelso": la pianta assomiglia infatti ad un<span> </span>gelso<span> </span>in miniatura.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Usi">Usi</span></h2> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="Semi di camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus)" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/65/Hjortron.png/220px-Hjortron.png" decoding="async" width="220" height="244" class="thumbimage" srcset="//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/65/Hjortron.png/330px-Hjortron.png 1.5x, //upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/65/Hjortron.png/440px-Hjortron.png 2x" data-file-width="889" data-file-height="988" title="Semi di camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus)" /> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Una pianta con frutto maturo</div> </div> </div> <table class="noprint disclaimer"> <tbody> <tr> <td> <div class="center"> <div class="floatnone"><img alt="Avvertenza" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f7/Nuvola_apps_important.svg/27px-Nuvola_apps_important.svg.png" decoding="async" title="Avvertenza" width="27" height="23" srcset="//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f7/Nuvola_apps_important.svg/41px-Nuvola_apps_important.svg.png 1.5x, //upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f7/Nuvola_apps_important.svg/54px-Nuvola_apps_important.svg.png 2x" data-file-width="600" data-file-height="500" /></div> </div> </td> <td><i>Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico:<span> </span>leggi le avvertenze.</i></td> </tr> </tbody> </table> <p>I frutti si consumano freschi o trasformati in<span> </span>confettura,<span> </span>succo, gelatina. I<span> </span>calici<span> </span>secchi vengono utilizzati per la preparazione delle<span> </span>tisane. I frutti del camemoro contengono acido benzoico - un conservante naturale che gli permette di conservarsi bene nel proprio succo oppure nell'acqua zuccherata se tenuti al fresco. Il camemoro conservato serve anche come contorno per le<span> </span>carni. Nell'industria alimentare il frutto viene utilizzato per la produzione di<span> </span>gelati,<span> </span>yogurt<span> </span>e<span> </span>liquori, dei quali il più noto è il<span> </span><i>lakkalikööri</i>, prodotto in<span> </span>Finlandia.</p> <p>Come<span> </span>pianta medicinale<span> </span>i frutti di<span> </span><i>Rubus chamaemorus</i><span> </span>sono utili contro i<span> </span>raffreddori, le<span> </span>anemie, la<span> </span>malaria, lo<span> </span>scorbuto. L'infuso di foglie e di calici può essere usato come<span> </span>diaforetico,<span> </span>diuretico<span> </span>e<span> </span>emostatico<sup id="cite_ref-2" class="reference">[2]</sup>.</p> <p>Oltre che nell'industria alimentare, il frutto viene utilizzato nell'industria cosmetica, che sfrutta le proprietà antiossidanti e antibatteriche dei suoi componenti per la produzione di creme, saponi, mascara<sup id="cite_ref-3" class="reference">[3]</sup>.</p> <p>I fiori forniscono il<span> </span>nettare<span> </span>per il<span> </span>miele<span> </span>e il<span> </span>polline<sup id="cite_ref-4" class="reference">[4]</sup>.</p> <p>Secondo l'interpretazione che colloca i viaggi di Ulisse lungo le coste della Norvegia, i frutti di questa pianta, che alla fioritura mostra una sorprendente somiglianza con il Loto (<i>Nymphaea lotus</i>), erano un alimento fondamentale nella dieta dei Lotofagi (Odissea 9:83-104).Erik Dahl<i>: Odysseus' pilgrimage to the Far North</i>. DRØMSIA 2001</p> <h2><span class="mw-headline" id="Sinonimi_internazionali">Sinonimi internazionali</span></h2> <ul> <li>Canadese:<span> </span><i>plaquebiere</i>,<span> </span><i>chicoutai</i><span> </span>(in<span> </span>Québec),<span> </span><i>bakeapple</i><span> </span>(in<span> </span>Terranova)</li> <li>Danese:<span> </span><i>multebær</i></li> <li>Finlandese:<span> </span><i>lakka</i>,<span> </span><i>muurain</i>,<span> </span><i>suomuurain</i>,<span> </span><i>hilla</i>,<span> </span><i>lintti</i>,<span> </span><i>valokki</i></li> </ul> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="Semi di camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus)" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/4/48/2_%E2%82%AC_Finlandia_2010.png/220px-2_%E2%82%AC_Finlandia_2010.png" decoding="async" width="220" height="220" class="thumbimage" srcset="//upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/4/48/2_%E2%82%AC_Finlandia_2010.png/330px-2_%E2%82%AC_Finlandia_2010.png 1.5x, //upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/4/48/2_%E2%82%AC_Finlandia_2010.png/440px-2_%E2%82%AC_Finlandia_2010.png 2x" data-file-width="500" data-file-height="500" title="Semi di camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus)" /> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Moneta da due Euro finlandese</div> </div> </div> <ul> <li>Lettone:<span> </span><i>lācene</i></li> <li>Estone:<span> </span><i>rabamurakas</i></li> <li>Inglese:<span> </span><i>cloudberry</i></li> <li>Norvegese:<span> </span><i>molter</i>,<span> </span><i>multer</i></li> <li>Svedese:<span> </span><i>hjortron</i>,<span> </span><i>multebär</i>,<span> </span><i>myrbär</i>,<span> </span><i>snåtterblomma</i>,<span> </span><i>solbär</i></li> <li>Tedesco:<span> </span><i>Moltebeere</i>,<span> </span><i>Multebeere</i>,<span> </span><i>Multbeere</i>,<span> </span><i>Torfbeere</i>.</li> <li>Spagnolo:<span> </span><i>camemoro artico</i>,<span> </span><i>mora de los pantanos</i>,<span> </span><i>mora de ronces</i></li> <li>Catalan:<span> </span><i>romegueró de torbera</i></li> <li>Russo:<span> </span><i>Moroshka</i><span> </span>(<i>Морошка</i>)</li> <li>Bielorusso:<span> </span><i>Maroshka</i><span> </span>(<i>Марошка</i>)</li> </ul> <h2><span class="mw-headline" id="Numismatica">Numismatica</span></h2> <p>Una piantina di camemoro con fiori e frutti, realizzata dal disegnatore<span> </span>Raimo Heino, è effigiata sulla<span> </span>moneta da due euro della Finlandia.</p>
V 100 RC (5 S)
Semi di camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus)
Semi di Paulownia (Paulownia tomentosa) 1.95 - 5

Semi di Paulownia...

Prezzo 1,95 € SKU: T 14 T
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2>Semi di Paulownia Tomentosa</h2> <h2><span style="color: #ff0000;">Prezzo per il pacchetto di 25 semi.</span></h2> <p>La Paulownia tomentosa è un albero dal portamento maestoso e fioriture molto decorative, con foglie cuoriformi, tomentose, e che a fine primavera produce fiori di colore bianco o lilla, profumatissimi, riuniti in grandi corimbi, i frutti autunnali sono capsule ovali, ricoperte da una peluria dorata.</p> <div> <div>Uso</div> <div>Le peculiari caratteristiche botaniche ed ecologiche del genere Paulownia ne fanno un tipico albero “multifunzionale”, in grado di fornire contemporaneamente diversi tipi di prodotti e di servizi.</div> <div>Citiamo di seguito le tre principali categorie di usi della Paulownia tomentosa:</div> <div>ornamentale;</div> <div>legno da lavorazione;</div> <div>biomassa.</div> <div>La specie fu importata in Europa intorno al 1800 dalla Compagnia olandese delle Indie orientali e nel corso dei secoli seguenti, in particolare nel XIX secolo, fu impiegata come pianta ornamentale nei giardini, nei parchi e nei viali di tutta l'Europa meridionale.</div> <div>La leggerezza è tra le doti di spicco del suo legno, come delle altre specie del genere. Ha elevata flessibilità e durabilità, ma bassa rigidità. Questo lo rende inadatto per strutture che richiedono alta rigidità. I giapponesi lo apprezzano molto per questo ed anche perché ha una struttura uniforme che lo rende molto adatto per lavorazioni di precisione e non lascia passare l'umidità. Per queste caratteristiche viene usato per costruire mobili, come cassettoni e bauli, per gli strumenti musicali come il Sō (arpa orizzontale), per le scarpe e le maschere. Il legno di Paulownia tomentosa ha il suo impiego anche nel settore dell'edilizia per rivestimenti interni e serramenti, ma anche per la fabbricazione di mobili, pannelli truciolati e multistrato, tranciati, sfogliati, pasta da carta, arnie per le api, ed oggettistica varia.</div> <div>Si tratta di una pianta che cresce molto velocemente ed ha il suo picco di crescita proprio nei primi tre anni di vita. Si adatta molto bene per questo alla produzione di biomassa per fini energetici. Le grandi quantità di materiale sono però penalizzate dal grande contenuto di acqua.</div> <div>Al di fuori delle tre grandi categorie citiamo l'uso di foglie e fiori, con i quali si possono ricavare medicinali e pure mangime per il bestiame. Non di meno la fioritura è grande fonte di nettare per le api, le quali possono produrre miele esclusivamente da questa pianta. E ancora la funzione frangivento (data dall'ampia e folta chioma), le capacità fitodepurative (elevato prelievo di azoto dal terreno), l'estrazione di biossido di carbonio dall'aria (in quantità molto importanti data la velocità di crescita) ed infine l'intercettazione delle polveri grossolane grazie alla peluria che caratterizza le foglie di questa specie.</div> <div>Metodi di coltivazione</div> <div>Desidera posizione soleggiata o a medio-sole, terreno sciolto e ricco.</div> <div>Si riproduce per semina o si può moltiplicare per talea radicale.</div> <div> <table cellspacing="0" cellpadding="0" border="1"> <tbody> <tr> <td colspan="2" width="100%" valign="top"> <p><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Seeds</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>all year round </span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Light germinator! Only sprinkle on the surface of the substrate + slightly press on</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>22-25°C</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>4-6 weeks</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Water regularly during the growing season</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong> </strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><br /><span><em>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena. </em><em>All Rights Reserved.</em><em></em></span></p> </td> </tr> </tbody> </table> </div> </div> </body> </html>
T 14 T
Semi di Paulownia (Paulownia tomentosa) 1.95 - 5
Semi di Eucalyptus gunnii 2.5 - 5

Semi di Eucalyptus gunnii

Prezzo 2,50 € SKU: T 7
,
5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Semi di Eucalyptus gunnii</strong></span></h2> <h2><span style="color: #ff0000; font-size: 14pt;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 10 semi.</strong></span></h2> <div>Albero sempreverde originario del continente australiano e che in natura può raggiungere i 30 metri di altezza. Ha tronco grigio che si sfalda nel tempo in scaglie rossastre; la chioma, molto decorativa, è costituita da foglie rotondeggianti che vanno dal verde-azzurro al verde scuro. E' conosciuto essenzialmente per l'impiego che si fa in erboristeria dell'olio aromatico prodotto dal fogliame.</div> <div>E' una pianta resistente al freddo intenso, ma è bene porla in una posizione soleggiata e riparata dal vento; non teme la siccità ed i terreni sassosi, ma ideali sarebbero innaffiature almeno ogni tre settimane, nonché un terreno fresco e ben drenato.</div> <div> <div> <div></div> <p><strong>Sowing:</strong><strong></strong></p> <div>Germination: Indoors, lightly Cover with uncompacted soil Water well. Keep in a sunny position.</div> <div><strong>Contains seeds(black) and growth medium(brown).Use mixture: DON’T separate out seeds.</strong></div> <p><strong><em>Sowing into containers:</em></strong></p> <div>Germination: Indoors, lightly Cover with uncompacted soil Water well. Keep in a sunny position.</div> <div><strong>Contains seeds(black) and growth medium(brown).Use mixture: DON’T separate out seeds.</strong></div> <p>, well drained and sterile compost. (John Innes or 50% multi-purpose and 50% perlite or coarse grit.). Cover with sieved compost or vermiculite. Provide bottom heat if possible. and cover pots with plastic or glass to retain moisture and humidity and protect the seed. Keep moist at all times.</p> <p>When large enough to handle, transplant/prick out each seedling in its own pot of multi-purpose compost. Seedlings in shallow seed trays need transplanting promptly, handling them carefully by holding the seed leaves, rather than the emerging true adult leaves. Seedlings in root trainers can be left a little longer before transplanting, allowing their roots to fill the module, and then transplanting the whole plug of roots and compost in one go.</p> <p><strong>Cultivation</strong><strong>:</strong></p> <p>Water regularly, as needed, and feed with liquid fertiliser every month, growing the seedlings on into small plants. The following spring or summer, when the plants are more robust, harden off for 10-14 days before planting out.</p> <p>Plant them out into the garden in late summer to early autumn, giving them the winter to settle their roots into the soil before coming into active growth the following spring. Best grown in sunny sheltered spots. Cold winds are more injurious than frost.</p> <p><strong>Planting guide:</strong></p> <p>Water pot thoroughly and allow to drain. If planting in a lawn, remove a circle of turf 60cm (24in) across. Dig a hole twice the size of the pot and fork over the base, incorporating a handful of general fertiliser and a bucketful of planting compost. Drive in a tree stake a little off-centre. Remove the pot and tease out any matted roots. Position the tree against stake with top of root ball level with surrounding soil. Replace remaining soil, firming-in well. Secure tree to stake with adjustable strap. Water thoroughly, then once a week during the first growing season and during dry spells while the tree is establishing. Garden-grown specimens should not require regular feeding.</p> <p><strong>Container Specimens:</strong></p> <p>Grow in any good multi-purpose potting media or soil-based ones such as John Innes No 2 or No 3. Adding up to 30 percent by volume of coarse grit is often helpful. They benefit from monthly feeding with a balanced liquid fertiliser. Keep the compost moist during the growing season and reduce watering in winter. Repot every two years.</p> <p><strong>Pruning:</strong></p> <p>Requires minimal pruning if grown as a tree, removing any broken, diseased or crossing branches in late autumn or winter. For the best juvenile foliage, prune in early spring cutting back the stems to two or three buds above the base.</p> <p><strong>Plant uses:</strong></p> <p>Containers, Flower Arranging, Architectural, Sub-Tropical, Foliage Specimen.</p> <p><strong>Other Uses:</strong></p> <p>When crushed, the leaves produce a scented natural oil which is often used for cleaning and as a natural insecticide. Natural Dyes from the leaves &amp; bark can give pretty colours, usually ranging from tan &amp; yellow through to rust &amp; red. It is also used for producing paper.</p> <p><strong>Nomenclature:</strong></p> <p>Eucalyptus (From Greek, meaning "well covered") is a diverse genus of trees (and a few shrubs), the members of which dominate the tree flora of Australia.</p> <p>There are more than seven hundred species of Eucalyptus, mostly native to Australia, with a very small number found in adjacent parts of New Guinea and Indonesia and one as far north as the Philippines islands.</p> </div> <div>Many, but far from all, are known as gum trees in reference to the habit of many species to exude copious sap from any break in the bark (e.g. Scribbly Gum).</div> <div> <p><strong>Flowers:</strong>           July to October, white to cream, (not often seen in the UK)</p> <p><strong>Foliage:           </strong><strong>Fragrant,</strong><strong> </strong><strong>elliptic, grey-green</strong><strong> </strong><strong>horizontal branches</strong></p> <p><strong>Height:             </strong><strong>15-20</strong>m (15-20ft) if unpruned in 15-20 years. Broadly conical.</p> <p><strong>Spread:            </strong><strong>8-12m</strong> (12-15ft) if unpruned in 15-20 years</p> <p><strong>Soil type:</strong>         Prefers neutral to slightly acidic soil that doesn't dry out</p> <p><strong>Position:          </strong><strong>Full s</strong>un to part shade</p> </div> </div> </body> </html>
T 7
Semi di Eucalyptus gunnii 2.5 - 5
Semi di Jostaberry (Ribes ×...

Semi di Jostaberry (Ribes ×...

Prezzo 1,85 € SKU: V 146
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Jostaberry (Ribes × nidigrolaria)</strong></h2> <h2><span style="color: #f90404;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</strong></span></h2> <p>La pianta di Ribes Nidigrolaria “Jostaberry”, selezionata in Olanda nella prima metà del secolo scorso, è solo da pochi decenni conosciuta anche in Italia. La Jostaberry è stata ottenuta dall’incrocio tra Ribes Nero (Ribes nigrum) e Uva Spina (Ribes grossularia), cogliendo gli aspetti migliori delle due specie. Vigoroso cespuglio alto anche più di 2 metri, con foglie verdi scure di media grandezza e margine molto frastagliato, che a prima vista possono richiamare quelle della vite. A differenza dell’Uva Spina, non ha spine e rispetto al Ribes Nero non ha il caratteristico profumo che potrebbe risultare sgradevole.</p> <p>I frutti sono di colore scuro simile al Ribes Nero ma molto più grossi, raggiungono la maturazione a metà estate (Luglio). Oltre che per la produzione dei frutti è anche indicata come pianta ornamentale per il giardino. Il frutto è ottimo consumato fresco, viene utilizzato in pasticceria e nella preparazione di saporiti succhi.</p> <p>CONSIGLIO: per avere abbondante produzione e ottimo sapore del frutto, predisporre dei supporti sui quali la pianta possa arrampicarsi e concimare con prodotto organo-minerale da marzo a ottobre (ogni 1-2 mesi).</p> </body> </html>
V 146 (5 S)
Semi di Jostaberry (Ribes × nidigrolaria)
Semi di Nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica)

Semi di Nespolo del...

Prezzo 4,50 € SKU: V 127
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</strong></span></h2> <p>Il Nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindl., 1821) è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee.</p> <p>Esistono due differenti frutti che vengono indicati con il nome di nespola: il frutto di Eriobotrya japonica (nespolo giapponese) appunto che è quello ad oggi maggiormente commercializzato e conosciuto; ha avuto però importanza nella cultura europea anche il frutto del comune nespolo europeo.</p> <p><strong>Origine</strong></p> <p>Si ritiene che il nespolo del Giappone sia originario della Cina, dove il frutto prende il nome di pipà o pipà guo, cioè frutto del pipà, in riferimento allo strumento musicale tradizionale di cui ricorda la forma. In Cina sono presenti una notevole gamma di varietà in tutte le taglie, anche a frutto piccolo ed a minore interesse commerciale. In Giappone il frutto è chiamato biwa ed è qui che ha ricevuto la maggior attenzione colturale già in epoca precedente al contatto con l'Europa, con la selezione di diverse varietà che sono di norma a frutto più grande di quelle selvatiche cinesi. Queste ultime di norma sono a polpa più compatta, mentre quelle giapponesi sono a polpa più acquosa.</p> <p>Il frutto iniziò la diffusione in Europa all'inizio del 1800, il primo esemplare infatti fu impiantato nel giardino Botanico di Parigi nel 1784, ed in seguito, ai Kew Gardens di Londra nel 1787.</p> <p><strong>Descrizione</strong></p> <p>Il nespolo del Giappone è un albero di medie dimensioni, (fino ad otto — dieci metri di altezza ed altrettanto in larghezza), che normalmente è coltivato e condotto a dimensioni più modeste. L'albero è sempreverde e le foglie sono molto grandi (lunghezza fino a 25 cm, larghezza fino 10 cm), di consistenza molto robusta, simile al cartone, con superficie dorsale colore verde carico, lucide, mentre al verso sono colore verde pallido, biancastro e fortemente pelose.</p> <p>La pelosità riguarda tutte le parti giovani ed erbacee della pianta.</p> <p>Il fatto che l'albero assuma un portamento tondeggiante, ed i frutti siano portati all'estremità dei rami, rende problematica la raccolta; di norma la conduzione sul terreno e la potatura inducono un portamento seminano o a spalliera che favorisce la raccolta.</p> <p>Addirittura nelle Filippine i nespoli del Giappone sono coltivati a bassa siepe, (non più di due metri di altezza) per evitare i danni recati dai tifoni; essendo infatti una pianta sempreverde con foglie grandi e rigide è soggetta a danni se sottoposta a venti violenti, o al carico della neve.</p> <p>I frutti del nespolo del Giappone sono di colore giallastro chiaro, giallo o arancione, maturano in primavera, o inizio estate, e sono immediatamente commestibili. Essi contengono uno o due grossi semi che sono in peso una parte considerevole del frutto; per la riproduzione per seme, i semi devono essere immediatamente seminati, dato che perdono rapidamente vitalità, disidratandosi. Con i semi è possibile fare un liquore analogo al Nocino, il Nespolino. I semi del nespolo del Giappone contengono comunque piccole quantità di acido cianidrico (cianuro).</p> <p><strong>Pomologia commerciale</strong></p> <p>I frutti del nespolo del Giappone hanno in conseguenza della loro maturazione molto precoce (Maggio in alcune regioni) la condizione di interessare un periodo di tempo in cui i frutti a conservazione invernale sono in esaurimento, o non sono presenti a condizioni economiche, mentre quelli a maturazione estiva non sono ancora maturi. Questo fatto, ed il desiderio di anticiparne ancora la vendita per sfruttare al massimo il costo elevato per carenza di concorrenza, porta spesso a raccoglierli e commercializzarli in fase quasi immatura, fatto questo che convince molti consumatori a considerali come frutti dal normale sapore acido, dato che sono commercialmente disponibili in tale stato.</p> <p>A completa maturazione e con il leggero rammollimento naturale del frutto, il sapore si completa come pienamente dolce, ma in tale periodo iniziano ad essere presenti sul mercato le primizie di ciliegie e pesche, che sono molto rimunerative per il prezzo che riescono a spuntare, per cui le nespole mature non sono più interessanti economicamente, e di fatto spesso non sono vendute.</p> <p>Dato che ha la fruttificazione a maggio — giugno, il nespolo del Giappone fiorisce in un periodo che va dal novembre a gennaio, ma anche a febbraio. È evidente che la fioritura in tali periodi presuppone un clima sufficiente caldo in tali periodi, tale perlomeno da permettere la episodica uscita degli impollinatori, come ad esempio api, o bombi, che nei climi ad inverno moderato sono appunto presenti nei periodi temperati di tali mesi.</p> <p>Il termine di genere "Eriobotrya" significa dal greco "grappolo peloso" questo perché i fiori sono raccolti in una infiorescenza a grappolo pelosa, come pure pelose sono le strutture accessorie fiorali (piccioli, calici) ed anche pelosi sono peraltro anche i frutti immaturi. Tali pelosità costituiscono un isolamento dal contatto col vento freddo invernale, tale piccolo espediente permette, con la presenza di liquidi antigelo nei succhi contenuti, di conservare un poco del calore diurno, e permette il superamento di brevi abbassamenti di temperatura al di sotto dello zero centigrado. Per permettere comunque la impollinazione in una possibile combinazione di clima che sia sufficientemente adatto, il periodo di fioritura è molto lungo.</p> <p><strong>Altre annotazioni</strong></p> <p>I fiori di Nespolo del Giappone sono molto profumati, il profumo è simile a quello del biancospino; i fiori sono molto ricercati dalle api che cercano nettare e polline fresco, dato che in periodo di fioritura del nespolo del Giappone, a soddisfare le poche api o i bombi circolanti ci sono pochissimi fiori.</p> </body> </html>
V 127
Semi di Nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica)
Semi di Carragheen o Crondo crispo (Chondrus crispus)

Semi di Carragheen o Crondo...

Prezzo 1,95 € SKU: MHS 101 CC
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Semi di Carragheen o Crondo crispo (Chondrus crispus)</strong></span></h2> <h2><span style="color: #fd0101; font-size: 14pt;"><strong>P</strong><strong>rezzo per Pacchetto di 10 semi.</strong></span></h2> <p><span>Il Carragheen o Crondo crispo (Chondrus crispus Stackhouse, 1797) è un'alga rossa che cresce nelle acque temperate di entrambe le coste atlantiche.</span></p> <p><span>È una alga piccola a cespuglio, con ramificazioni fitte di colore violetto rossiccio che arrivano a 15–30 cm di lunghezza, ricoprendo le rocce vicino alla costa dove l'acqua è più bassa.</span></p> <p><strong><span>Diffusione</span></strong></p> <p><span>Il Chondrus crispus è molto diffuso lungo le coste dell'Irlanda e della Gran Bretagna, ma si trova anche sulle coste dell'Islanda, delle isole Fær Øer,[1] sulle coste occidentali del Mar Baltico e della Spagna.[2] Si trova anche sulle coste atlantiche del Canada e degli Stati Uniti,[3] mentre la distribuzione al di fuori dell'Atlantico deve essere ancora verificata.</span></p> <p><strong><span>Utilizzi</span></strong></p> <p><span>Come l'agar-agar è stato usato per le proprietà addensanti, ma produce una gelatina più soffice di quella ottenuta dall'agar-agar e si usa per legare zuppe, stufati, salse e anche come addensante e stabilizzante sia alimentare (gelati)[4] che per utilizzi cosmetici.[5] Per questi utilizzi è indicato come E407 o E407b.</span></p> <p><span>Tra i consumatori è anche conosciuta come muschio d'Irlanda o lichene. Le sue fronde sono raccolte a mano verso la fine dell'estate evitando di staccare la base della pianta ancorata al fondo, per consentirle di ricrescere nuovamente; vengono prima lavate in acqua salata per ripulirle dalla sabbia e poi lasciate seccare al sole ed al vento per circa dieci giorni, durante i quali si scolorano diventando di un bianco argenteo.</span></p> <p><span>Come la dulse, il Carragheen prima della cottura necessita di un'accurata pulizia per eliminare eventuali pezzi di conchiglia trattenuti.</span></p> <p><span>Quest'alga ha un alto contenuto di amidi, polisaccaridi che le conferiscono il potere addensante; tali amidi sono noti col nome di carragenine.</span></p> <p><span>La carraghenina, dal punto di vista terapeutico sembra essere utile nella cura di disturbi come la dissenteria, le infezioni delle vie urinarie e le infezioni polmonari croniche; una densa bevanda a base di crondo crispo, limone e un dolcificante naturale veniva usata come Tonico del sistema respiratorio. Si narra che durante la seconda guerra mondiale quando le popolazioni delle isole che si affacciano sul Canale della Manica, essendo a corto di cibo, ne consumavano abbondanti quantità, si era verificata una diminuzione della frequenza dei raffreddori e delle infezioni bronchiali.</span></p> <p><span>La carraghenina ha inoltre proprietà depurative e detossinanti, in particolare a livello del colon. L'alga esplica questa funzione depurativa meccanica per trascinamento grazie alla formazione di una massa gelatinosa. Allo stesso tempo i carraghenani (i gel formati dalla carraghenina) hanno proprietà chelanti, così come gli alginati della alghe brune. Tramite la chelazione i carraghenani sono in grado di eliminare dall'organismo residui chimici, metalli pesanti e sostanze radioattive.</span></p> <p><span>Il Carragheen è ricco di minerali, soprattutto iodio ed è una buona riserva di vitamina C; diversamente dall'agar-agar non viene lavorato, per cui in proporzione se ne deve usare una maggior quantità. La preparazione richiede dapprima un ammollo breve in acqua e poi una buona cottura per addensarsi; se la cottura è breve si può consumare come una qualsiasi verdura di terra.</span></p> </body> </html>
MHS 101 CC
Semi di Carragheen o Crondo crispo (Chondrus crispus)