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Semi di Fragola-Lampone (Rubus illecebrosus) 0 - 6

Semi di Fragola-Lampone...

Prezzo 1,95 € SKU: V 100 BB
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Fragola-Lampone (Rubus illecebrosus)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 5 semi.</strong></span></h2> <p>Il rubus illecebrosus è una specie di rubus a frutto rosso originaria del Giappone (dove si chiama バ ラ イ チ ゴ, roseberry), ma è anche molto popolare in alcuni paesi europei come la Lituania. I nomi comuni includono bacche di palloncini e lamponi fragola. È stato con parsimonia naturalizzato in luoghi sparsi in Canada, Stati Uniti e Sud America.</p> <h2><strong>Usi commestibili</strong></h2> <p>Frutta - cruda o cotta. Abbastanza grande e dolce ma insipido crudo. Si dice che il frutto sviluppi più sapore quando viene cotto.</p> <p><strong>Il rubus illecebrosus è un arbusto alto fino a 150 cm (5 piedi). È resistente fino a -35 ° C.</strong></p> <p>Le foglie sono marcatamente composte. I fiori vengono prodotti uno alla volta o in gruppi di 2-3, ciascuno con 5 petali lunghi fino a 18 mm (23⁄32 in) (più lunghi di quelli della maggior parte delle specie correlate).</p> <p>I frutti sono anche insolitamente grandi per il genere, ciascuno oblungo, rosso, lungo fino a 2 cm (3⁄4 in) con 50–100 drupelets.</p> </body> </html>
V 100 BB (5 S)
Semi di Fragola-Lampone (Rubus illecebrosus) 0 - 6
Semi di Coda Di Lepre (Lagurus ovatus) 1.65 - 6

Semi di Coda Di Lepre...

Prezzo 1,65 € SKU: UT 15
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Coda Di Lepre (Lagurus ovatus)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p>L'Erba della coda di lepre, altrimenti nota come Bunny Tails, e un'erba adorabile che cresce da 20 a 40 centimetri di altezza e presenta punte ovali che ricoprono morbidi pennelli morbidi. L'Erba della Coda di Lepre, spesso usata come pianta da bouquet, e un'aggiunta meravigliosa a qualsiasi composizione di fiori &amp; ndash; sia essiccato che fresco - e ha un altissimo potenziale decorativo, in particolare se coltivato in giardini. Crescita: semina i semi al coperto in aprile o direttamente nel terreno da aprile a maggio. Coltivare le piante in spazi di 10x20 cm, preferibilmente in terreni secchi permeabili. Questa varieta cresce meglio in posizioni soleggiate e ama anche semi semi-ombreggiati.</p> </body> </html>
UT 15
Semi di Coda Di Lepre (Lagurus ovatus) 1.65 - 6
100 Semi di Peperoncino Habanero Rosso 5.45 - 3

100 Semi di Peperoncino...

Prezzo 5,45 € SKU: C 19 R
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<h2>100 Semi di Peperoncino Habanero Rosso (Capsicum chinense)</h2> <h2><span style="color:#ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 100 semi.</strong></span></h2> <div>Considerato tra i più piccanti. Frutto carnoso di colore arancio-salmone a maturazione. Pianta cespugliosa di circa 60/70 cm di altezza. Necessita di una temperatura di almeno 15 °C.</div> <div>Si semina in serra calda e si trapianta finite le gelate a cui è molto sensibile. Predilige esposizione al sole, modesto consumo idrico.</div> <div>Sesto d'impianto: almeno 60 cm tra pianta e pianta. Si ibrida facilmente con il capsicum  annuum.</div>
C 19 R (100 S)
100 Semi di Peperoncino Habanero Rosso 5.45 - 3

Questa pianta è resistente all'inverno e al gelo. Vedi di più nella descrizione.
Semi di Edera Comune...

Semi di Edera Comune...

Prezzo 2,15 € SKU: MHS 102
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Semi di Edera Comune (Hedera helix)</strong></span></h2> <h2><span style="color: #f90606; font-size: 14pt;"><strong>Prezzo per Confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p><span>L'edera comune (Hedera helix, L., 1753) è una pianta, del genere Hedera, che appartiene alla famiglia delle Araliaceae.</span></p> <p><span>Nei rami non fioriferi ha foglie caratteristiche a 3 o 5 lobi di colore verde chiaro e scuro, ideale per ricoprire muri o tronchi di alberi. Nei rami fioriferi le foglie invece sono ovato romboidali. I fiori sono formati da cinque petali di colore verde riuniti in ombrelle sferiche. Caratteristica dell'edera è la prima fioritura a circa 10 anni di età. I frutti sono costituiti da bacche globose di colore nero a maturazione lungamente peduncolati e riuniti in formazioni sferiche. Gli uccelli se ne cibano abbondantemente nei periodi invernali mentre per l'uomo contengono una saponina che irrita le pareti gastriche. Cresce vigorosa e rigogliosa, sempreverde, una rampicante molto rustica e resistente al freddo.</span></p> <p><span>La fioritura avviene a settembre e le bacche maturano a novembre, rimangono sulla pianta tutto l'inverno.</span></p> <p><strong>Habitat</strong></p> <p>Si trova a ridosso di ruderi, su alberi ma anche nei sottoboschi ombrosi. <span>Può crescere sia strisciante che abbarbicata. Riesce a raggiungere anche altezze considerevoli (20 - 25 metri).</span></p> <p><strong><span>Apicoltura</span></strong></p> <p><span>L'edera è una pianta mellifera, il cui fiore è bottinato intensamente dalle api. si può ottenere un miele, ma anche se comune l'edera non è abbondante e la produzione di monoflorale si ha solo in piccole aree. Molto importante perché è l'ultima pianta a fornire quantità cospicue di nettare e polline prima dell'inverno, fiorendo a settembre-ottobre. Una peculiarità di questo miele che ne rende difficile l'estrazione è dovuto alla cristallizzazione rapida, spesso già nei favi dentro l'arnia, rendendo inutile la normale centrifugazione. per cui spesso si lascia come ultimo rifornimento per le scorte invernali dell'alveare. Inoltre, per il periodo autunnale, tende ad avere troppa umidità il miele.</span></p> <p><strong><span>L'edera comune in cosmetica</span></strong></p> <p><span>L'edera comune è molto apprezzata in cosmetica per le sue proprietà tonificanti e drenanti, è molto utile contro gli inestetismi della cellulite, ritenzione idrica e gonfiori, ma anche per la cura dei capelli e piccole irritazioni o scottature.[1] Fra i prodotti cosmetici più apprezzati ricavati da questa pianta vi è l'estratto di edera.</span></p> <p><strong><span>NOMI POPOLARI E INTERNAZIONALI</span></strong></p> <p><span>Edera arborea, Edera rampicante, Ellera, Ergna, Ligabosch, Ivy-Lierre, Algerian ivy, Canary ivy, Vommon ivy, Efeu, Engelse Hedera, English ivy, Madeira ivy</span></p> <p><strong><span>PERIODO BALSAMICO</span></strong></p> <p><span>Luglio</span></p> <p><strong><span>DROGA UTILIZZATA</span></strong></p> <p><span>Foglie e rami giovani</span></p> <p><strong><span>SAPORE</span></strong></p> <p><span>Acre-amaro-astringente</span></p> <p><span>PRINCIPI ATTIVI</span></p> <p><span>Saponine, ederina, ederagenina, flavonoidi, rutina, sostanza tipo estrogeno, glucosidi, steroli, alcaloidi, acidi caffeico e clorogenico, sali minerali, ossalto di calcio.</span></p> <p><strong><span>TOSSICITÀ</span></strong></p> <p><span>NON ANCORA BEN DEFINITA</span></p> <p><strong><span>CONTROINDICAZIONI</span></strong></p> <p><span>VA USATA SOLO DIETRO PRESCRIZIONE MEDICA. LE FOGLIE POSSONO PROVOCARE REAZIONI ALLERGICHE. LE BACCHE POSSONO RISULTARE PERICOLOSE-SPECIE NEI BAMBINI E POSSONO PORTARE ALLA MORTE PER DEPRESSIONE RESPIRATORIA.</span></p> <p><strong><span>AVVERTENZE</span></strong></p> <p><span>ATTENZIONE-LA TOSSICITÀ NON È ANCORA BEN DEFINITA. QUESTA PIANTA RIENTRA NELLA LISTA DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER L'IMPIEGO NON AMMESSO NEL SETTORE DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI.</span></p> <p><strong><span>QUALITÀ DELL'EFFICACIA TERAPEUTICA</span></strong></p> <p><span>DIPENDENTE DALLE SPECIFICHE E DALLE FORME TERAPEUTICHE</span></p> <p><strong><span>ORGANI INTERESSATI DALL'AZIONE FITOTERAPICA</span></strong></p> <p><span>BOCCA</span></p> <p><span>BRONCHI E BRONCHIOLI</span></p> <p><span>INTESTINO</span></p> <p><span>MUCOSA ORALE E LINGUA</span></p> <p><span>MUCOSE</span></p> <p><span>MUSCOLATURA LISCIA</span></p> <p><span>NERVI E TRONCHI NERVOSI</span></p> <p><span>ORGANI E-O TESSUTI DI VARI DISTRETTI CORPOREI</span></p> <p><span>ORGANI SESSUALI E RIPRODUTTIVI</span></p> <p><span>OSSA - CARTILAGINI - ARTICOLAZIONI</span></p> <p><span>SANGUE</span></p> <p>SISTEMA IMMUNITARIO</p> <p>SISTEMA NERVOSO AUTONOMO (NEUROVEGETATIVO)</p> <p><span>SISTEMA NERVOSO CENTRALE</span></p> <p><span>STOMACO</span></p> <p><span>TESSUTO CONNETTIVO</span></p> <p><span>TESSUTO CUTANEO</span></p> <p><span>TUBO GASTRO-ENTERICO</span></p> <p><span>UTERO</span></p> <p><span>UTERO E OVAIE</span></p> <p><span>VAGINA</span></p> <p><span>VASI SANGUIGNI</span></p> <p><span>VIE AEREE SUPERIORI</span></p> <p><span>VIE RESPIRATORIE</span></p> <p><span> Apri pagina della Simbologia     </span></p> <p><span>PROPRIETÀ E INDICAZIONI:</span></p> <p><span>ooK        TOSSI CONVULSE E PERTOSSE</span></p> <p><span>+++        EMMENAGOGO</span></p> <p><span>+++        SPASMOLITICO ANTISPASMODICO</span></p> <p><span>+++        SPASMOLITICO TUBO GASTRO-ENTERICO</span></p> <p><span>+++        SPASMOLITICO VIE RESPIRATORIE</span></p> <p><span>+++        TUSSIFUGO</span></p> <p><span>++          ANALGESICO O ANTALGICO</span></p> <p><span>++          BRONCHITE O AFFEZIONI BRONCHIALI</span></p> <p><span>++          CELLULITE</span></p> <p><span>++          ESPETTORANTE FLUIDIFICANTE DEL CATARRO MUCOLITICO</span></p> <p><span>+             ANTISETTICO</span></p> <p><span>+             BALSAMICO RESPIRATORIO</span></p> <p><span>+             CANDIDOSI O MONILIASI</span></p> <p><span>+             EMETICO</span></p> <p><span>+             EMOLITICO</span></p> <p><span>+             ESTROGENI (FITOESTROGENICO)</span></p> <p><span>+             LASSATIVO PURGANTE DRASTICO</span></p> <p><span>+             MICOSI</span></p> <p><span>+             NEVRALGIE</span></p> <p><span>+             NEVRITI</span></p> <p><span>+             PARASIMPATICOLITICO</span></p> <p><span>+             REUMATISMI E DOLORI REUMATICI</span></p> <p><span>+             STITICHEZZA O STIPSI</span></p> <p><span>+             VASOCOSTRITTORE</span></p> <p><strong><span>TISANE O COMPOSIZIONI</span></strong></p> <p><span>TISANA MESTRUAZIONI IRREGOLARI</span></p> <p><strong><span>ESTRATTI:</span></strong></p> <p><span>Edera helix Estratto Fluido</span></p> <p><span>1 g=XXXIX gtt È sconsigliato l´uso degli estratti idroalcolici non titolati e standardizzati perché privi dei requisiti di efficacia e sicurezza richiesti. Sconsigliato e/o Vietato III-V gtt al giorno</span></p> <p><span>Edera helix tintura</span></p> <p><span>Al 10% di droga. V-X gtt per posologia totale di XXV-L gtt al giorno. È sconsigliato l´uso degli estratti idroalcolici non titolati e standardizzati perché privi dei requisiti di efficacia e sicurezza richiesti. Sconsigliato e/o Vietato</span></p> <p><span>Edera helix Tisana</span></p> <p><span>Dose giornaliere media: 0.3 g 1 tazza 2-3 volte al giorno Sconsigliato e/o Vietato 5 g per lt di acqua bollente per 10 min</span></p> <p><span>Edera helix Tintura Madre</span></p> <p><span>Preparata dai rametti giovani freschi fioriti con foglie tit.alcol.65° È sconsigliato l´uso degli estratti idroalcolici non titolati e standardizzati perché privi dei requisiti di efficacia e sicurezza richiesti. Sconsigliato e/o Vietato XX gtt 2 volte al giorno</span></p> <p><span>Edera helix specialità medicinale</span></p> <p><span>Registrata con codeina. Efficace per gli accessi di tosse e pertosse. Obbligo di prescrizione medica.</span></p> <p><span>Edera helix uso topico</span></p> <p><span>Uso cosmetologico: 1-3% Uso curativo: in pomate al 10-20%</span></p> <p><strong><span>NOTE DI FITOTERAPIA</span></strong></p> <p><span>La tossicità di questa pianta è ancora da definire. È sconsigliato l´uso degli estratti idroalcolici non titolati e standardizzati perché privi dei requisiti di efficacia e sicurezza richiesti. L´azione sulle manifestazioni reumartritiche è dovuta ad un effetto moderatore molto efficace della sensibilità dei nervi periferici - mentre l´azione anticellulitica è curativa. In uno studio di Trute [1997] l´azione spasmolitica dell´estratto è stata paragonata a quella della papaverina.</span></p> <p><strong><span>MEDICINA TRADIZIONALE MEDITERRANEA</span></strong></p> <p><span>ELEMENTI</span></p> <p><span>FUOCO</span></p> <p><span>TERRA</span></p> <p><span>QUALITÀ</span></p> <p><span>CALDA</span></p> <p><span>FREDDA</span></p> <p><span>SECCA</span></p> <p><span>AZIONI</span></p> <p><span>DIARREA</span></p> <p><span>DIURETICO</span></p> <p><span>EMMENAGOGO</span></p> <p><span>ODONTALGIA</span></p> <p><span>•EMORRAGIE INTESTINALI</span></p> <p><span>•PROVOCA STERILITÀ</span></p> <p><span>ORGANOTROPISMO</span></p> <p><span>MILZA</span></p> <p><span>UTERO</span></p> <p><span>VASI LINFATICI</span></p> <p><span>VASI SANGUIGNI</span></p> <p><span>VIE RESPIRATORIE</span></p> <p><strong><span>NOTE</span></strong></p> <p><span>"...presa in eccesso indebilisce e turba l'intelletto. Applicata esternamente cura e guarisce il dolore della milza; cura le dermatosi purulente"</span></p> <p><span>[Tratto da Medicina Tradizionale Mediterranea di Luigi Giannelli]</span></p> </body> </html>
MHS 102
Semi di Edera Comune (Hedera helix)
Semi di CILIEGIO GIAPPONESE (Prunus Mahaleb)

Semi di CILIEGIO GIAPPONESE...

Prezzo 1,95 € SKU: V 219
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<h2><strong>Semi di CILIEGIO GIAPPONESE (Prunus Mahaleb)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p><span style="color: #000000;">Prunus mahaleb è un piccolo albero ornamentale fino a 10 metri di altezza. L'albero è in fiore, da aprile a maggio. Ogni cluster di fiori è composto da circa 10 fiori.</span></p> <p><span style="color: #000000;">La ciliegia Mahaleb è robusto e unconducive per sviluppare malattie. Ha un interessante fogliame. Le foglie sono verde chiaro, a forma di cuore, semplice, dentato, diventando giallo nella caduta. I gambi non sono spine.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Le foglie sono molto piccole, 2,5-5 cm di larghezza e lunghezza.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Zona di robustezza : -26°C mini in inverno. L'albero cresce bene in una luce del suolo, poveri, ben drenati, ma in grado di trattenere l'umidità. L'albero è molto resistente alla siccità, ma non può tollerare scarso drenaggio. Ciliegia possa sviluppare in sole o all'ombra e parzialmente, ma lo sviluppo del frutto è favorita al sole.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Il nome della spezia. La spezia, a seconda del Paese, ha nomi simili ma non uguali. I più comuni sono: mahlab, mahalab, mahleb, mahaleb, mahlepi, machlepi.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Paesi utilizzatori. Questa spezia è poco conosciuta e poco usata al di fuori dei Paesi produttori e difficilmente varca i loro confini.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Parti utilizzate. L’interno dei noccioli del frutto, che sono beige, hanno forma di goccia di circa 5 mm di lunghezza.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Stagionalità. Estate, quando maturano i frutti.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Componenti. Non vi sono molte informazioni sulla composizione di questa spezia. Si sa che contiene  derivati della cumarina, che danno l’aroma e sono ricchi di acidi grassi.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Tipologie in vendita. Frutti interi o macinati.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Aspetto. Noccioli con interno morbido, di colore variabile dal beige all’ocra, hanno forma di goccia di circa 5 mm di lunghezza.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Odore. Leggero, aromatico, masticando a lungo la spezia si sprigiona un leggero sapore /aroma simile a quello delle fave tonka e delle mandorle amare. Tavolta ha un aroma simile all’anice  ed è per questo che in alcune ricette si suggerisce di sostituire l’anice con il mahaleb.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Sapore. Leggermente dolce che ricorda la ciliegia, ma con un retrogusto un pochino amaro come quello delle mandorle amare.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Uso culinario. E’ un ingrediente popolare nella cucina dei Paesi sopra indicati e viene usato per aromatizzare dolci e prodotti da forno ai quali dona il suo aroma caratteristico.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Suggerimenti per l’acquisto. Comprate, se possibile, i noccioli interi e non la polvere che perde molto in fretta qualsiasi aroma. Fate attenzione che non siano vecchi perchè tendono ad irrancidire, anche se tenuti in frigorifero.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Consigli per l’uso. Grattuggiare al momento dell’uso con una grattugia come si fa per la noce moscata. O meglio ancora pestare i noccioli con sale o zucchero in grani grossi per velocizzare il processo di macinazione. Usarne circa mezzo cucchiaino per tazza di farina e fare attenzione a non usarne troppo perchè non prevalga il gusto amarognolo. Particolarmente adatto a waffles, biscotti o dolci da forno. In Armenia si preparano delle brioche chiamate chorak, molto profumate. In Grecia si usa per dei pani dolci e per la vasilopita (torta di San Basilio), che si mangia a Capodanno. Oppure il mahaleb si trova negli tsoureki, piccoli pani dolci a forma di treccia che si mangiano in Grecia e a Cipro. Anche il pane Lambpsomo che si prepara per il pranzo di Pasqua deve contenere questa spezia. Così come è un ingrediente indispensabile per i ma’amoul, piccoli dolcetti siriani, ripieni di datteri o di noci. E ancora lo si trova nell’urbaan, un pane che viene offerto durante le cerimonie religiose ortodosse dei paesi del Medio Oriente e si serve a Pasqua per colazione insieme a olive e formaggio.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Sostituti. Il mahaleb è molto difficile da trovare nei negozi, anche i più forniti. Perciò o lo comprate via internet da qualche grande produttore di spezie o provate a sostituirlo con una miscela di fave di tonka in polvere con un pizzico di mandorla amara in polvere.</span></p> <p><span style="color: #000000;">Curiosità. L’etimologia della parola mahaleb (anche se si trova scritta in molti modi diversi come  in arabo al-mahlab e in ebraico mahaleb),  ha un’origine comune poichè entrambe derivano dalla stessa radice semitica che significa “latte”. Poichè non è stata trovata nessuna connessione tra le due parole si pensa che si riferisca al fatto che i fiori sono bianchi “come il latte”.</span></p> <p><span style="color: #000000;"><strong>SCARIFICAZIONE</strong>: al fine di ammorbidire i tegumenti seminali del guscio (di sè molto duro ed impermeabile) e permettere all’acqua di raggiungere la parte interna del seme, favorendo quindi la fuoriuscita delle radichette, sarà utilissimo effettuare la scarificazione: effettuando un piccolo taglio longitudinale sulla buccia favoriremo quindi la fuoriuscita delle radichette.</span></p> <p><span style="color: #000000;"><strong>REIDRATAZIONE</strong>: porre a bagno i semi in acqua tiepida per 24/48 ore, in luogo umido ed arieggiato. I semi dovrebbero aumentare lievemente di volume.</span></p> <p><span style="color: #000000;"><strong>STRATIFICAZIONE</strong>: prima della semina è necessario effettuare la stratificazione a freddo (o vernalizzazione). Mettere i semi a dimora in un contenitore NON ermetico (evitare condense, che potrebbero favorire una pericolosa proliferazione di muffe), che conserverete in frigorifero percirca tre mesi, in un letto di substrato umido costituito da torba e sabbia (e se ne avete a disposizione, verniculite ed agriperlite). Al termine dei periodo di stratificazione, l’apice della radice embrionale fuoriuscirà dai tegumenti, creando una superficie fotosintetica, in grado di provvedere al proprio mantenimento.</span></p> <p><span style="color: #000000;"> <strong>SEMINA</strong>: porre a dimora i semi, seminandoli in vasetti, in un substrato con buone proprietà drenanti, e posizionare i vasetti in ambiente fresco o all’aperto.</span></p> <p><span style="color: #000000;">I tempi di germinazione sono molto influenzati dalle temperature. I semi germineranno ad una temperatura di 10-20°C.</span></p> <p><span style="color: #000000;"> </span></p>
V 219 (10 S)
Semi di CILIEGIO GIAPPONESE (Prunus Mahaleb)
Semi di Aglio di Kashmiri...

Semi di Aglio di Kashmiri...

Prezzo 2,85 € SKU: P 387
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Aglio di Montagna di Neve - Aglio di Kashmiri (Allium schoenoprasum)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Il prezzo è per il pacchetto di 3 aglio.</strong></span></h2> <p>L'aglio Kashmiri ha una buccia dura, marrone dorato e sembra un singolo spicchio d'aglio. Ha una forma arrotondata e bulbosa con una porzione rigida e appiattita su un lato che arriva a un punto all'estremità della coda del chiodo di garofano. I piccoli chiodi di garofano singoli misurano da 1,5 a 4 centimetri di diametro. Gli strati esterni induriti formano una buccia protettiva per il bulbo mentre si sviluppa a temperature sotto lo zero. Il chiodo di garofano sotto è di un colore da bianco brillante a bianco crema e offre un sapore forte e pungente all'aglio senza l'acidità presente in altre varietà.</p> <p>L'aglio Kashmiri, noto anche in India come aglio dell'Himalaya o Jammu, è una rara varietà di Allium sativum a singolo chiodo di garofano. Conosciuto come aglio Snow Mountain ed Ek Pothi Lahsun in Hindi, viene raccolto solo una volta all'anno dalle alte quote dell'Himalaya ed è noto in tutta l'India per i suoi benefici per la salute. La ricerca ha dimostrato che l'aglio Kashmir è sette volte più potente dell'aglio commerciale, in termini di composti e proprietà benefiche.</p> <p>Valore nutrizionale<br />L'aglio Kashmir è una buona fonte di manganese, vitamine B6 e C, oltre a rame, selenio e fosforo. È anche una fonte di calcio e vitamina B1. L'aglio contiene gli enzimi alliina e alliinasi e si combina per formare l'allicina composta quando i chiodi di garofano vengono schiacciati o tritati. L'allicina è il composto che conferisce all'aglio il suo odore pungente e i suoi benefici per la salute. Ha proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antibatteriche.</p> <p>L'aglio Kashmiri può essere usato sia crudo che cotto. Per massimizzare le proprietà benefiche dell'aglio, schiacciarle o tritarle prima dell'uso. In India, l'aglio Kashmiri viene comunemente consumato crudo per i benefici per la salute. Le cosiddette "perle" vengono schiacciate e quindi deglutite, seguite da due bicchieri di acqua fresca. Usa l'aglio Kashmir in qualsiasi ricetta che richiede aglio. Utilizzare nel pesto e altre salse o salse. Aggiungi chiodi di garofano tritati a risotto, pasta o verdure saltate. Per evitare la muffa o il deterioramento, conservare l'aglio del Kashmir in un luogo fresco, asciutto e ben ventilato. Rimarrà fino a due mesi.</p> <p>Gli alpinisti che si arrampicavano sulle montagne himalayane dell'India settentrionale durante i tempi antichi hanno consumato aglio del Kashmir per aiutare a mantenere la circolazione sanguigna, aumentare la capacità di ossigeno e aumentare i livelli di energia. La varietà a chiodi di garofano singola è rinomata nelle pratiche ayurvediche ed è prescritta per le persone che soffrono di diabete, malattie cardiache, ipertensione e raffreddore.</p> <p>Geografia / Storia<br />L'aglio del Kashmir è originario delle montagne dell'Himalaya, in quello che oggi è Jammu e Kashmir. La regione si trova tra i paesi del Pakistan a ovest e il Tibet e la Cina a est ed è lo stato più settentrionale dell'India. L'aglio Kashmiri viene coltivato a 1.800 metri sul livello del mare in un clima con livelli di ossigeno estremamente bassi e condizioni difficili e innevate. È una delle poche piante che sopravviverà al freddo ambiente ad alta quota. L'aglio è nato non troppo lontano da questa regione, nell'attuale Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Si dice che l'aglio Kashmir sia una delle varietà più pure a causa della regione in cui viene coltivato e della mancanza di inquinanti industriali nel suolo. </p> </body> </html>
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Semi di Aglio di Kashmiri (Allium schoenoprasum)
Semi di Mandorlo Dolce (Prunus Amygdalus)  - 6

Semi di Mandorlo Dolce...

Prezzo 2,55 € SKU: V 211
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Mandorlo Dolce (Prunus Amygdalus)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 5 semi.</strong></span></h2> <p>Il Mandorlo (Amygdalus communis L. Prunus amygdalus Batsch, Prunus dulcis Miller) e' una pianta originaria dell'Asia centro occidentale e, marginalmente, della Cina.</p> <p>Venne introdotto in Sicilia dai Fenici, proveniente dalla Grecia, tanto che i Romani lo chiamavano "noce greca". In seguito si diffuse anche in Francia e Spagna e in tutti i Paesi del Mediterraneo. In America giunse nel XVI secolo.</p> <p>Appartiene alla Famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Prunoideae.</p> <p>Alla specie Amygdalus communis appartengono tre sottospecie di interesse frutticolo: sativa (con seme dolce ed endocarpo duro; comprende la maggior parte delle specie coltivate), amara (ha seme amaro per la presenza di amigdalina) e fragilis (con seme dolce ed endocarpo fragile).</p> <p>Pianta a medio sviluppo, alta 8-10 m, molto longeva.</p> <p>L'apparato radicale è molto espanso. I rami, di colore grigiastro o marrone, portano gemme a legno e a fiore; le gemme possono essere isolate o a gruppi di 2-3 e diversamente combinate.</p> <p>Le foglie sono lanceolate, seghettate, piu' strette e piu' chiare di quelle del pesco, portanti delle ghiandole alla base del lembo e lungamente peduncolate.</p> <p>I fiori, ermafroditi, sono bianchi o leggermente rosati nell'Amygdalus communis L. ssp. amara, costituiti da 5 petali, 5 sepali e da 20-40 stami. L'ovario presenta 2 sacchi embrionali contenenti, ognuno, 1-2 ovuli. Il frutto e' una drupa che presenta esocarpo carnoso, di colore verde, a volte con sfumature rossastre, piu' spesso peloso ma anche glabro, ed endocarpo legnoso contenente il seme o mandorla; questo e' ricoperto da un tegumento (episperma) liscio o rugoso, di colore variabile dal marrone all'ocra. In alcune cultivar e' possibile riscontrare con una discreta frequenza la presenza, all'interno dell'endocarpo, di due semi (Fenomeno dannoso ai fini commerciali). Il mandorlo e' caratterizzato da una fecondazione entomofila, per cui nel mandorleto si rende necessaria la presenza di un certo numero di arnie durante la fioritura. La maggior parte delle cultivar e' autosterile, ed inoltre sussistono casi di eteroincompatibilita'; cio' risulta estremamente importante ai fini della scelta delle cultivar. L'epoca di fioritura, pur variando fra i diversi ambienti (da gennaio a marzo) e' alquanto precoce. Negli ultimi decenni la mandorlicoltura è complessivamente mutata sia per quanto riguarda il comparto produttivo che quello commerciale. Pur essendo molto diffuso nel bacino del Mediterraneo, il mandorlo ha avuto in questo ambiente periodi di stasi, se non di regressione, a causa dell’inadeguatezza degli impianti, spesso obsoleti e con tecniche di coltivazione tradizionali. Viceversa negli USA si è verificato un deciso sviluppo grazie alle nuove piantagioni specializzate eseguite con portinnesti capaci di adattarsi alle condizioni pedologiche e con buona affinità d’innesto e all'introduzione di moderni sistemi di raccolta meccanizzata.</p> <p>Le migliori condizioni pedoclimatiche per la coltivazione del mandorlo sono le aree temperate dove meno frequenti sono le brinate tardive.</p> <div> <p><strong>Tecnica colturale</strong></p> </div> <p>Per i nuovi impianti si deve adottare soltanto la forma a vaso a 4 - 5 branche o comunque una forma in volume con l’impalcatura ad una altezza minima di 70 cm da terra per permettere la raccolta meccanica.<br />Normalmente l’impianto viene fatto con astoni; questi vanno spuntati prima del germogliamento a 80 - 90 cm per la formazione dell’impalcatura. Nel caso di piante poco lignificate o comunque deboli, è preferibile ribattere l’astone poco sopra il punto d’innesto, scegliendo il miglior germoglio che si sviluppa il quale verrà spuntato al verde per ottenere le branche dell’impalcatura.<br />Il sesto da adottare è il rettangolo che risponde bene alle esigenze delle forme di allevamento in volume con distanza fra le file di 5 - 6 m, a seconda delle macchine che si intendono adottare per la raccolta, e fra le piante di 4 - 5 m in base al portinnesto, al tipo di terreno e se con irrigazione o meno.<br />Le esigenze nutrizionali e quindi le concimazioni si possono ritenere abbastanza simili a quelle del pesco per quanto riguarda l’azoto, mentre sono superiori quelle per il potassio ed il fosforo.<br />La potatura in allevamento deve essere contenuta, per favorire un rapido sviluppo delle piante ed una precoce entrata in produzione.<br />Il mandorlo allevato in modo intensivo necessita di una corretta gestione del suolo. La non lavorazione del terreno e l’inerbimento tra le file sono le tecniche utilizzate nei mandorleti specializzati: per il primi due o tre anni successivi all’impianto il terreno viene lavorato poi dal terzo anno viene seminata una coltura erbacea o vengono lasciate sviluppare le erbe spontanee. Dopo che le erbe sono andate a seme, a cominciare da luglio, il tappeto erboso viene sfalciato basso per ottenere un manto pulito, al fine di effettuare la raccolta. Sotto le file si eseguono diserbi.<br />Oltre alla concimazione organica d’impianto, generalizzata o localizzata sulla fila o nella buca, si dovra' effettuare anche quella minerale che dovrà tener conto delle dotazioni rilevate con le necessarie analisi. Come per il pesco, la concimazione di produzione deve prevedere: 30-50 unità di azoto in autunno, e altrettante unità durante la primavera-estate distribuite in modo frazionato nel periodo compreso fra la fioritura e l’accrescimento dei frutti evitando apporti in prossimità della maturazione. Gli altri elementi vanno distribuiti per lo più in autunno o con la fertirrigazione. In condizioni normali o scarse di dotazione si preveda: 20-40 Kg/ha di fosforo, 100-200 Kg/ha di potassio, 5-20 Kg/ha di magnesio più microelementi ed in particolare zinco, boro, calcio e ferro.<br />Le esigenze idriche del mandorlo dipendono dalle condizioni pedoclimatiche e dal portinnesto. A parte la coltura tradizionale in secco con l’utilizzo del franco di mandorlo, la mandorlicoltura specializzata prevede altri portinnesti e l'uso di impianti di irrigazione localizzata.</p> <div> <p><strong>Produzioni</strong></p> </div> <p>La raccolta si attua tra la fine di agosto e la fine di settembre, in relazione alla cultivar. Tradizionalmente i frutti caduti sono raccattati da terra o mediante raccattatura diretta o dopo caduta entro le reti. La raccolta meccanica, gia' attuata negli Stati Uniti, non e' ancora entrata nell'uso corrente in Italia. Dopo la raccolta i frutti vengono fatti asciugare all'aria e successivamente viene praticata la smallatura, operazione attuata meccanicamente.<br />I frutti smallati devono essere successivamente essiccati. Ultimata tale operazione, prima di predisporre i frutti per la conservazione, e' possibile effettuare l'imbianchimento con anidride solforosa per migliorare l'aspetto esteriore; e' possibile anche effettuare una disinfezione e disinfestazione contro alcuni parassiti particolarmente dannosi durante la conservazione. I frutti vengono utilizzati per la maggior parte dall'industria dolciaria (confetti, torroni, ecc.) e in piccola parte consumati come frutta secca.</p> <div> <p><strong>Avversità</strong></p> </div> <p>La lotta alle avversità deve essere attuata con uso limitato o nullo di insetticidi, favorendo la sopravvivenza degli insetti utili con l’inerbimento controllato, l’uso del "Bacillus thuringiensis" e la distribuzione o il ripopolamento di predatori mediante le pratiche consigliate dalla lotta biologica. I danni causati da ragnetti, cocciniglie, tignole, ed altri insetti, vengono contenuti facilmente a livelli trascurabili (1-5%), anche senza l’uso indiscriminato di pesticidi.<br />Nel nostro meridione merita particolare attenzione il "Capnodis tenebrionis", coleottero che danneggia i mandorleti in asciutto scavando gallerie nei tronchi.</p> <h2>WIKIPEDIA:</h2> <p>Il mandorlo (Prunus dulcis (Mill.) D.A.Webb, 1967) è una pianta della famiglia delle Rosaceae, la mandorla è invece il seme di questa pianta.</p> <p>È un piccolo albero alto fino 5 metri, presenta radici a fittone e fusto dapprima diritto e liscio e di colore grigio, successivamente contorto, screpolato e scuro; le foglie, lunghe fino a 12 cm, sono lanceolate e picciolate; i fiori, bianchi o leggermente rosati e con un diametro fino a 5 cm hanno 5 sepali, 5 petali, 40 stami (disposti su tre verticilli) e un pistillo con ovario semi-infero. I fiori sbocciano in genere all'inizio della primavera, e qualora il clima sia mite, anche tra gennaio e febbraio.</p> <p><strong>Distribuzione e habitat</strong></p> <p>Il mandorlo è nativo dell'Asia sud-occidentale. La forma domestica può maturare i frutti anche al nord delle Isole Britanniche.</p> <p><strong>Coltivazione</strong></p> <p>La pianta viene coltivata essenzialmente per il suo seme, la mandorla. Di alcune varietà di mandorlo si utilizzano anche il legno e gli endocarpi che, ridotti in cenere, vengono sfruttati nell'industria dei saponi e delle liscivie.</p> <p><strong>Origine e storia</strong></p> <p>Il mandorlo selvatico cresce nel Mediterraneo orientale e nel Levante; i mandorli sono stati coltivati inizialmente proprio in questa regione. Venne introdotto in Sicilia dai Fenici dalla Grecia (i romani lo chiamavano "noce greca"), dopodiché si diffuse in Francia, Spagna e quasi tutti i paesi del Mediterraneo. Il frutto del mandorlo selvatico contiene glucoside amigdalina, che si trasforma nel mortale acido cianidrico in seguito a danni al seme. Dopo la coltivazione e l'addomesticamento, le mandorle divennero commestibili: senza dubbio venivano arrostite per eliminarne la tossicità.</p> <p>Invece le mandorle domestiche non sono tossiche; Jared Diamond ritiene che una mutazione genetica ha determinato la scomparsa del glucoside amigdalina; questi esemplari mutanti sono stati coltivati da antichi agricoltori. Secondo alcuni studiosi, le mandorle furono uno dei primi alberi da frutto a essere coltivati grazie "all'abilità dei frutticoltori a selezionare i frutti. Così a dispetto del fatto che questa pianta non si presta alla propagazione tramite pollone o tramite talea, esso doveva essere stato addomesticato perfino prima dell'invenzione dell'innesto."[2] I mandorli domestici appaiono nella prima parte dell'Età del bronzo (3000-2000 a.C.). Un esempio archeologico di mandorlo sono i frutti trovati nella tomba di Tutankamon in Egitto (circa 1325 a.C.), probabilmente importate dal Levante.</p> <p> </p> </body> </html>
V 211 N
Semi di Mandorlo Dolce (Prunus Amygdalus)  - 6

Varietà dall'America
Semi di mais popcorn Nero Dakota Seeds Gallery - 3

Semi di mais popcorn Nero...

Prezzo 2,15 € SKU: VE 127 (1.1g)
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<h2><strong>Semi di mais popcorn Nero Dakota</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;" class=""><strong>Prezzo per confezione in 9-15 (1,1g) semi.</strong></span></h2> <p>Uno dei primi maturi di mais e più facile da coltivare. Le piante alte 150 cm, i noccioli neri scuri hanno una lucentezza rosso rubino, se mantenuti nell'angolo giusto della luce. I chicchi appuntiti pop bianco brillante con un piccolo scafo nero ancora attaccato.</p> <p>Il sapore è delizioso, abbondante e croccante. Molti popcorn mancano di questa ricchezza, il che dà al Dakota Black la capacità di agire da solo. Facile da coltivare, (frutti lunghi 12-15 cm) che matura dopo 90-105 giorni.</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
VE 127 (1.1g)
Semi di mais popcorn Nero Dakota Seeds Gallery - 3

Questa pianta ha frutti giganti
Semi di Giant Noce (Juglans regia)

Semi di Giant Noce (Juglans...

Prezzo 15,00 € SKU: V 206
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Giant Noce (Juglans regia)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 1 semi.</strong></span></h2> <p><strong>Questa noce è da 3 a 4 volte più grande di qualsiasi altro !!!</strong></p> <p>Il noce da frutto o noce bianco (Juglans regia L., 1753) è il rappresentante più conosciuto e più importante dal punto di vista economico del genere Juglans, appartenente alla famiglia Juglandaceae.</p> <p>Il noce da frutto o noce bianco (Juglans regia L., 1753) è il rappresentante più conosciuto e più importante dal punto di vista economico del genere Juglans, appartenente alla famiglia Juglandaceae. Reperti archeologici indicano che i frutti del noce venivano utilizzati come alimento già 9000 anni fa. Le prime testimonianze scritte risalgono a Plinio il Vecchio e Columella. Relazioni di Plinio, nella sua Naturalis historia, testimoniano l'importazione del noce in Europa dall'Asia minore, da parte dei coloni greci tra il VII e il V secolo a.C..</p> <p> </p> <p>Infatti, ci sono riscontri sulla presenza del noce già dall'era Terziaria in Europa. A seguito delle glaciazioni, alcuni esemplari sono riusciti ad arrivare nel bacino del Mediterraneo. Dunque, l'areale del noce nell'età quaternaria si estendeva dalla penisola balcanica fino all'Asia centrale. Sono ancora oggi presenti dei caratteristici boschi puri di noce in Kirghizistan, sulla catena montuosa Tien Shan.</p> <p> </p> <p>Il noce è un albero vigoroso e caratterizzato da un tronco solido, alto, dritto e con un portamento maestoso e presenta radici robuste inizialmente fittonanti e a maturità espanse e molto superficiali. Può raggiungere i 30 metri di altezza.</p> <p> </p> <p>Le foglie sono caduche, composte e alterne. È una pianta monoica in cui i fiori maschili sono riuniti in amenti penduli, lunghi 10–15 cm, con numerosi stami, che appaiono sui rami dell'anno precedente prima della comparsa delle foglie. I fiori unisessuali femminili si schiudono da gemme miste dopo quelli maschili (proterandria), sono solitari o riuniti in gruppi di 2-3, raramente 4, appaiono sui nuovi germogli dell'anno, contemporaneamente alle foglie.</p> <p> </p> <p>Il frutto è una drupa, composta dall'esocarpo (mallo) carnoso, fibroso, annerisce a maturità e libera l'endocarpo legnoso, cioè la noce vera e propria, costituita da due valve che racchiudono il gheriglio con elevato contenuto in lipidi.</p> <p> </p> <p><strong>Distribuzione e habitat</strong></p> <p>Il noce è stato introdotto in Europa tra il VII e il V secolo a.C. e in America nel XVII secolo da coloni inglesi. Il noce è una pianta introdotta in quasi tutte le regioni temperate, ma la sua diffusione originaria allo stato selvaggio è relativamente più limitata, compresa tra la Penisola balcanica meridionale e l'Asia centrale. Boschi spontanei di noci misti ad aceri si trovano ad esempio sulle montagne dell'Uzbekistan. Le nazioni che vantano una buona presenza di Juglans regia in coltura sono la Francia, la Grecia, la Bulgaria, la Serbia e la Romania in Europa; la Cina in Asia; la California (maggior produttore mondiale di noci) in America settentrionale e il Cile in America latina. Ultimamente si è stato introdotto anche in Nuova Zelanda e nella parte sud-orientale dell'Australia.</p> <p> </p> <p>In Italia è coltivato soprattutto in Campania, che produce oltre l'80% della produzione nazionale di frutto. Esistono in tutta Italia impianti specializzati da frutto e da legno, specialmente nella pianura padana, e in centro Italia. In Campania è molto utilizzata in impianti misti con noccioli e in agrumeti. Può dar luogo a modeste spontaneizzazioni in luoghi umidi e rocciosi. A volte si incontrano giovani piante in boschi di roverella, ma non hanno un seguito.</p> <p> </p> <p><strong>Coltivazione</strong></p> <p>Il noce comune (Juglans regia) tollera bene suoli debolmente acidi e calcarei, mentre il noce nero (Juglans nigra) necessita di terreni freschi e leggermente acidi. Il noce è un albero di facile coltivazione, ma il terreno su cui è coltivato deve essere ricco di sostanza organica. Bisogna prestare particolare attenzione all'apporto idrico nel mese di giugno, perché, in caso di mancanza d'acqua, i frutti risulteranno piccoli. L'acqua in tarda primavera è fondamentale anche perché è il momento dell'induzione fiorale (i futuri fiori dell'anno successivo). Siccità o gelate tardive in questo momento comprometterebbero il raccolto dell'anno successivo. Gli alberi coltivati sono innestati e cominciano a produrre al quinto-sesto anno. Sono in piena produzione dal 25º anno ai 70 anni. Il noce nero è talvolta usato come portinnesto perché resiste alla muffa soprattutto nelle zone umide.</p> <p> </p> <p>Il noce produce lo juglone che, per allelopatia, risulta tossico per altre specie di piante e non ne permette la crescita nei pressi del noce.</p> <p> </p> <p><strong>Usi</strong></p> <p>Il noce è largamente coltivato per i suoi molteplici usi:</p> <p> </p> <p><strong>Legno</strong></p> <p>Produce un legno duro, piacevolmente venato e dal colore caratteristico per la produzione di mobili, commercialmente noto in Italia come Noce nazionale.</p> <p> </p> <p><strong>Frutti</strong></p> <p>Le noci sono prevalentemente consumate come frutta secca. Possono tuttavia essere tritate per ottenere, per pressione, l'olio di noci, che conosce sia usi come olio alimentare, sia come olio siccativo nella pittura ad olio: il suo uso alimentare incontra un forte limite nella sua rapida tendenza a irrancidire.</p> <p>Le noci vengono usate anche per la produzione di vino di noci. Per questo uso, per ora ancora di nicchia, si richiede la raccolta dei frutti molto giovani (verso la fine di giugno).</p> <p>Il mallo delle noci non completamente mature è usato anche per la produzione di nocino, liquore diffuso in Europa.</p> <p> </p> <p><strong>Foglie e germogli</strong></p> <p>Vengono usati per la produzione del vino di noci, facendoli macerare nell'alcool come base del vino.</p> <p> </p> <p><strong>Usi terapeutici</strong></p> <p>In passato il noce è stato molto utilizzato nel trattamento degli eczemi cronici, dell'artrite urica. Attualmente, le sue foglie, assunte per via orale (infuso, decotto, tisana), sono ancora ritenute utili nelle malattie del ricambio, quali diabete, gotta, e obesità; la pianta favorisce la diuresi, stimola la funzione epatica ed è utile nelle affezioni reumatiche e nel rachitismo.</p> <p>Per uso esterno è utilizzato contro le infiammazioni delle vie genitali femminili; gli impacchi del decotto delle foglie sono efficaci contro la congiuntivite, le dermatosi.</p> <p>L'olio di mallo di noce esercita una funzione protettiva contro i raggi solari, grazie alla presenza dello juglone.</p> <p> </p> </body> </html>
V 206
Semi di Giant Noce (Juglans regia)
Semi di Centocchio comune (Stellaria media) 1.55 - 1

Semi di Centocchio comune...

Prezzo 1,95 € SKU: MHS 81
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<h2 class=""><strong>Semi di Centocchio comune (Stellaria media)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;" class=""><strong>Prezzo per Pacchetto di 100 (0,046 g) semi.</strong></span></h2> <p>Centocchio comune (nome scientifico Stellaria media, (L.) Dominique Villars, 1789) è una piccola pianta (alta fino a 40 cm) bienne, di aspetto erbaceo e molto comune sul territorio italiano, appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae.</p> <p>Sia la famiglia (Caryophyllaceae) che il genere (Stellaria) sono abbastanza vasti: la prima comprende una settantina di generi, il secondo un centinaio e più di specie (alcune classificazioni ne elencano fino a 200).</p> <p>Questa specie appartiene alla sottofamiglia delle Alsinoideae caratterizzata dall'avere il calice dialisepalo.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Variabilità</strong></p> <p>La Stellaria media insieme ad altre due specie (Stellaria neglecta e Stellaria pallida) formano un instabile complesso polimorfo per la presenza di individui diploidi e tetraploidi. La variabilità si manifesta attraverso diversi caratteri; qui ne elenchiamo alcuni:</p> <p>la pelosità in generale,</p> <p>la forma delle foglie,</p> <p>la lunghezza delle varie parti delle piante,</p> <p>la forma dei sepali,</p> <p>lo sviluppo dei petali,</p> <p>il numero degli stami.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Etimologia</strong></p> <p>Il nome del genere (Stellaria) è di origine latina e fa riferimento alla forma stellata del fiore. I nomi comuni (specialmente quelli vernacolari) fanno facilmente riferimento agli animali pennuti (sia uccelli che animali da pollaio) che si cibano delle giovani piante e dei suoi semi.</p> <p>In inglese questa pianta si chiama: Chickweed; mentre i francesi la chiamano: Mouron des oiseaux; i tedeschi la chiamano: Vogelmiere.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Morfologia</strong></p> <p>&nbsp;</p> <p>Normalmente questa pianta è strisciante e piccola, ma in certi casi può arrivare fino a 80 cm di estensione. La forma biologica della pianta è emicriptofita bienne/terofita reptante (T rept/H bien) : piante a ciclo biennale con fusti striscianti e con gemme poste a livello del terreno.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Radici</strong></p> <p>Le radice sono sottili è sono del tipo fittonante.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Fusto</strong></p> <p>Il fusto è strisciante o sdraiato di colore rossastro, mentre i rami sono ascendenti a sezione cilindrica con 1 o 2 file di peli alternate presenti soprattutto negli internodi. È una pianta molto ramosa; la ramosità si sviluppa per propaggine ai nodi che spesso producono radici se sono a contatto col terreno.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Foglie</strong></p> <p>La forma delle foglie è ovata o ellittica – cuoriforme con base arrotondata e apice acuto; il margine è intero; sono inoltre glabre. Le foglie basali sono picciolate, quelle superiori sono sessili. Il picciolo e pubescente o cigliato. La disposizione delle foglie lungo il fusto è opposta. Dimensioni delle foglie: 1 – 2 cm.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Infiorescenza</strong></p> <p>L'infiorescenza a dicasio normalmente si trova all'apice della ramosità, ma a volte è disposta all'ascella di brattee verdi (in questo caso si tratta di un singolo fiore). I peduncoli di sostegno del fiore sono lievemente riflessi. Lunghezza dei peduncoli fiorali: 1 – 3 cm.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Fiori</strong></p> <p>I fiori sono pentameri, ermafroditi, attinomorfi, dialipetali ed eteroclamidati.</p> <p>Calice: i 5 sepali sono liberi fra di loro ed hanno la forma ovale-oblunga con apice ottuso, sono lunghi 3 – 5 mm. I sepali sono inoltre cigliati.</p> <p>Corolla: i 5 petali, anche questi liberi sono bilobati (cioè divisi in due parti fin quasi alla base) e completamente bianchi, sono uguali o lunghi 2/3 dei sepali (a volte sono mancanti). I petali durante la notte o in caso di cattivo tempo si chiudono.</p> <p>Androceo: gli stami sono variabili (normalmente sono da 3 a 5, ma possono arrivare fino a 10 e a volte addirittura sono completamente assenti).</p> <p>Gineceo: l'ovario e supero e sincarpico; gli stili sono 3.</p> <p>Fioritura: normalmente da aprile a giugno; secondo le zone più o meno temperate cresce in preferenza nei mesi invernali quando il terreno è umido o ricco d'acqua e può fiorire da gennaio a dicembre; .</p> <p>Impollinazione: tramite api e mosche.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Frutti</strong></p> <p>Il frutto consiste in una capsula ovale (o piriforme) deiscente (a maturità) per 6 denti lunghi un terzo della lunghezza della capsula mentre la capsula può essere lunga 1,5 – 2 volte il calice che è persistente. All'interno sono contenuti diversi semi reniformi appiattiti di colore brunastro provvisti sul dorso di 4 serie di protuberanze tondeggianti. La dimensione dei semi va da 0,8 a 1,3 mm.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Distribuzione e habitat</strong></p> <p>Geoelemento: il geoelemento di questa specie è Cosmop. ossia “Cosmopolita”, è quindi una pianta relativa a tutte le zone del mondo, nessuna in particolare evidenza. Probabilmente si tratta di una pianta archeofita, inizialmente di origine mediterranea, e poi in seguito divenuta cosmopolita.</p> <p>Diffusione: la specie è diffusa in tutto il mondo e in Italia è comunissima.</p> <p>Habitat: questa pianta si trova un po' dappertutto nei campi coltivati, nelle zone frequentate dal bestiame, nei giardini ma anche in zone ruderali e sui margini di strade e sentieri. È facile trovarla anche nei centri urbani (è una pianta sinantropa). In effetti questa pianta è indifferente al tipo di suolo; comunque è nitrofila.</p> <p>Diffusione altitudinale: dal piano fino a 1600 m s.l.m., raramente fino a 2500 m s.l.m..</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong><em>Usi</em></strong></p> <p><strong>Farmacia</strong></p> <p>Sostanze presenti: saponine, sali alcalini, tannino, vitamine del gruppo B e C.</p> <p>Proprietà curative: diuretiche (facilita il rilascio dell'urina), vulnerarie (guarisce ferite) e astringenti (limita la secrezione dei liquidi), galattogoga (aumenta la secrezione lattea), carminativa (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali), espettorante (favorisce l'espulsione delle secrezioni bronchiali), lassativa (ha proprietà purgative) e diaforetica (agevola la traspirazione cutanea).</p> <p>Parti usate: foglie e semi, raccolti in estate; si usa sotto forma di infuso o tintura. Le parti prima vanno essiccate al sole. Vengono consigliati anche bagni al “Centocchio” per depurare la pelle (prurito, eczema, foruncoli) oppure impacchi sulle parti irritate. È usato in Omeopatia.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Cucina</strong></p> <p>In alcune zone il “Centocchio” viene mangiato in insalata (solo le parti apicali) o cotto; ma si deve fare attenzione per la presenza di saponina.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Giardinaggio</strong></p> <p>Il “Centocchio” se coltivato in giardino o in vaso non presenta particolari difficoltà. Deve essere sistemato in una zona semi – ombreggiante e va annaffiato molto spesso (il terreno deve risultare sempre umido). Si riproduce esclusivamente per seme, anche se i fusti possono emettere radici avventizie. In un anno una pianta può produrre oltre diecimila semi che (si dice) rimangono quiescenti, nel terreno, fino a 80 anni.</p>
MHS 81 (0,046 g)
Semi di Centocchio comune (Stellaria media) 1.55 - 1
Semi di Cetrioli Carosello Barattiere

Semi di cetrioli Carosello...

Prezzo 1,45 € SKU: PK 9
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<h2 class=""><strong>Semi di Cetrioli Carosello Barattiere</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 5 o 10 semi.</strong></span></h2> <p>Vecchia varietà pugliese (Italia), cetriolo-melone ovale dolce con pelle verde chiaro liscia e croccante. L'interno bianco rivela una carne tenera sapida che è amara e non provoca indigestione come altri cetrioli. I frutti sono di 500 grammi di peso, rotondi, verde scuro, lisci, senza peli sulla pelle, contengono meno zuccheri semplici e meno sodio rispetto alle specie di cetriolo.</p> <p>Una varietà resistente alla siccità che funziona bene nella maggior parte dei luoghi, compresi i climi caldi.</p> <p>Periodo di maturazione: 60 giorni</p> <h2>COME SEMINARE:</h2> <p>La semina della Pianta Carosello Barattiere può essere effettuata o in piena terra o in vaso. Il terreno deve essere lavorato e si predilige un terreno abbastanza soffice, umido e leggero. I semi vanno distanziati tra loro di 3-4 volte il loro diametro e vanno interrati sempre in base al loro diametro (sempre 3-4 volte) in profondità. I semi abbastanza piccoli invece vanno lasciati quasi in superficie. Dopo aver proceduto con la semina si passa ad una leggera innaffiatura a pioggia o con un normale spruzzino in modo tale da non smuovere i piccoli semi e successivamente si procede con il compattare il terreno ed eliminare eventuali bolle d'aria. Duranta la germinazione bisogna mantenere il terreno costantemente umido senza eccedere. Le tempistiche di germinazione variano da pianta a pianta.</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
PK 9 (5 S)
Semi di Cetrioli Carosello Barattiere
Semi di UVE BARRETTA 2.25 - 1

Semi di UVE BARRETTA

Prezzo 2,25 € SKU: V 160
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<h2><strong><em><span style="text-decoration:underline;">Semi di UVE BARRETTA</span></em></strong></h2> <h3><span style="color:#ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</strong></span></h3> <p>Finger table grapes have elongated purple drupes. They look like small maroon chili peppers, tightly clustered together on bright green stems. The grapes have a crisp, thin skin over pale flesh. Witch Fingers have a very sweet flavor, not overly tannic and low in acidity. The overall taste is reminiscent of plums. Fingers is a grape grown for its flavor and appearance.</p> <p> </p> <p><strong>Seasons/Availability</strong></p> <p>Fingers grapes are available for a short time mid-summer.</p> <p> </p> <p><strong>Current Facts</strong></p> <p>Fingers grapes were created by a process of hybridization, using hand pollination, between an American cultivar developed by the University Of Arkansas Division Of Agriculture and a Mediterranean variety. Using these techniques, producers came up with a great tasting grape with a very interesting look.</p> <p> </p> <p><strong>Applications</strong></p> <p>Finger grapes were grown to be table grapes, enjoyed fresh out of hand. They would make a nice addition to fruit salads, offering something different than the average red grape. Witch Finger grapes pair well with mild cheeses and nuts and make a great snack for kids who find both the shape and taste appealing.</p> <p> </p> <p><strong>Geography/History</strong></p> <p>Finger grapes are grown exclusively for commercial distribution at only one vineyard in the San Joaquin Valley near Bakersfield, California. These finger-shaped grapes were developed through a breeding program with International Fruit Genetics, and were first grown in 2002. It took several years of selective breeding to find the perfect crop. They are sold at local farmer’s markets in Southern California and packaged for commercial markets nationwide.</p> <p> </p>
V 160
Semi di UVE BARRETTA 2.25 - 1