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Semi di mandragola o erba...

Semi di mandragola o erba...

Prezzo 15,00 € SKU: MHS 16
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5/ 5
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><strong>Semi di mandragola o erba uomo (Mandragora officinarum)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Confezione da 5 semi.</strong></span></h2> <p>Il genere Mandragora comprende piante erbacee rustiche della famiglia delle Solanaceae diffuse in tutte le zone del Mediterraneo caratterizzate da un clima mite.</p> <p>Caratteristiche Mandragora</p> <p>La pianta chiamata comunemente mandragola o erba uomo si trova diffusa allo stato spontaneo nell’Africa del Nord, in Medio Oriente, in Europa. In Italia cresce nei campi incolti lungo nelle zone collinari e gli aridi sentieri di montagna esposte al sole.</p> <p>La mandragora è pianta erbacea di piccole dimensioni dotata di una resistente e robusta radice a fittone di colore scuro che, subito sotto il livello del terreno si biforca assumendo la forma caratteristica del copro umano.</p> <p>La parte aerea della pianta alta non più di 10 cm è formata da grandi foglie ovali-lanceolate, con apice appuntito disposte a formare una larga rosetta che si sviluppa a livello del terreno.</p> <p>La pagina fogliare è coriacea, reticolata e ruvida ed è percorsa da una spessa nervatura centrale bianco-verdastra. Il margine è ondulato e tutta la foglia compreso il breve picciolo sono ricoperti da una fitta ma corta peluria.</p> <p>Le foglie più interne e giovani sono di colore verde chiaro mentre quelle esterne e più mature sono di colore colore verde scuro.</p> <p>I fiori blu o bianchi sono campanule lunghe poco più di 2 cm, con corolla gamopetala che nella parte terminale si suddivide in 5 lobi triangolari con margini lievemente ondulati. I fiori compaiono al centro della rosetta di foglie riuniti in gruppi di 5 a 60. Dal centro del fiore sporgono 5 vistosi stami bilobati di colore giallo paglierino ed un lungo stilo lattescente.</p> <p>I frutti sono bacche tondeggianti uguali a quelle del Solanum capsicastrum, che da verdi quando sono immature virano al colore giallo-rossastro a maturazione fino a diventare nerastre quando seccano. Le bacche maturano in estate e come tutte le altre parti della mandragora emanano un odore sgradevole quasi fetido. Il frutto viene chiamato anche mela del diavolo per la sua elevata tossicità.</p> <p>I semi racchiusi all’interno delle bacche sono numerosi, piccoli, reniformi e dotati capaci germinare anche se in tempi molto lunghi.</p> <p>Singolare è il modo di comportarsi della Mandragora autumnalis rispetto alle stagioni. In estate la pianta scompare dal terreno andando in letargo e diventando ipogea, ma sotto lo strato della terra è perfettamente viva. In una calma e paziente attesa delle lunghe ombre autunnali rispunta in autunno dando spettacolo di sé nella stagione fredda!</p> <p>Fioritura</p> <p>La mandragora fiorisce in primavera e in autunno. Il suo comportamento rispetto alle stagioni è davvero singolare. In estate la pianta si rende invisibile, perde le foglie ed entra in riposo vegetativo. In autunno ricompare forte e rigogliosa emettendo nuove foglie e nuovi fiori.</p> <p>Coltivazione Mandragora</p> <p>Si tratta di una pianta magica che con opportuni accorgimenti si presta facilmente ad essere coltivata in piena terra ed in vaso. La coltivazione in vaso è sconsigliata perchè lo sviluppo eccessivo della radice circa 150 cm, richiederebbe vasi grandi e molto profondi.</p> <p>Coltivazione in piena terra</p> <p>La mandragora, magica, antropomorfa e nello stesso tempo velenosa per ingestione, viene comunque coltivata in piena terra come pianta ornamentale perenne e come buon auspicio.</p> <p>Esposizione</p> <p>Ama il luoghi luminosi e soleggiati anche se si sviluppa in maniera rigogliosa anche in quelli parzialmente ombreggiati. Non soffre il caldo e non teme il freddo ma mal sopporta le gelate notturne.</p> <p>Terreno</p> <p>Predilige terreni calcarei ben drenati. Il substrato di coltivazione adatto deve essere profondo, fertile e ben drenato per consentire il corretto sviluppo della radice che come è noto è lunga circa 150 cm. Non tollera il terreno umido o ghiaioso.</p> <p>Annaffiature</p> <p>Anche se è una pianta rustica che si accontenta delle acque piovane va comunque regolarmente annaffiata durante l’estate e soprattutto nei periodi di prolungata siccità. Un ridotto o scarso apporto di acqua ostacola la ripresa vegetativa della pianta.</p> <p>Concimazione</p> <p>La mandragora non ha particolari esigenze nutritive ma al momento dell’impianto un apporto di stallatico maturo sicuramente favorirà l’accrescimento e la fioritura.</p> <p>Moltiplicazione Mandragora</p> <p>La pianta in natura si riproduce spontaneamente per seme.<br />La semina si effettua in autunno stratificando i semi in un vaso contenete un substrato specifico fine e leggero, che va mantenuto umido fino alla comparsa dei germogli. I tempi di germinazione sono piuttosto lunghi (mesi) ma in compenso le giovani piantine potranno essere messe a dimora definitiva senza alcun problema in quanto sono molto resistenti al trapianto.</p> <p>Potatura Mandragora</p> <p>Per evitare diffusione di malattie fungine si recidono le foglie secche e quelle rovinate dalle lumache.</p> <p>Parassiti e malattie della Mandragora</p> <p>La mandragora è una pianta rustica resistente ai comuni parassiti animali come afidi e cocciniglie ma soffre il marciume delle radici a causa dei ristagni idrici nel terreno. Tra gli animali terricoli è appetita dalle lumache che in breve tempo erodono la rosetta di foglie fino a lasciare a nudo il corto caule.</p> <p>Cure e trattamenti</p> <p>La mandragora non necessita di particolari cure e per difenderla dall’attacco delle lumache basta cospargere intorno al suo colletto della comune cenere di camino e allontanare manualmente quelle si rendono visibili.</p> <p>Tossicità della Mandragora</p> <p>Si tratta di una pianta tossica che contiene potenti alcaloidi e pertanto non va coltivata nei luoghi frequentati da bambini piccoli che per semplice curiosità potrebbero essere invogliati ad ingoiare le bacche colorate. L’ingestione potrebbe far aumentare le pulsazioni cardiache, produrre effetti di eccitazione psicomotoria e psichica, allucinazioni, manifestazioni di riso convulso e stati deliranti.</p> <p>Usi in medicina</p> <p>Pur essendo possedendo velenosa la mandragora viene ancora oggi utilizzata nella medicina tradizionale come blando anestetico. La medicina omeopatica, con le droghe estratte dalla radice ed opportunamente dosate, cura le malattie dell’apparato respiratorio, l’epilessia, la depressione, l’insonnia e l’incontinenza urinaria.</p> <p>Curiosità</p> <p>Anticamente la radice della Mandragora, considerata magica per la sua caratteristica forma antropomorfa, veniva custodita avvolta in un panno rosso in un luogo nascosto per poi essere utilizzata per vari scopi quali: proteggere la salute del possessore, vincere e gettare il malocchio, avere o togliere fortuna e ricchezza, favorire la fertilità, stimolare l’amore, vincere le calamità e la morte.</p> <p>Secondo antiche leggende, gli incauti che estirpavano la pianta dal proprio terreno cadevano in disgrazia ed erano maledetti a vita. In molti casi il veleno che fuoriusciva con l’eradicazione portava alla pazzia e alla morte.</p> <p>Sempre nel passato la mandragora veniva usata come pianta allucinogena ed afrodisiaca. Inoltre era sfruttata da streghe come ingrediente principale di diverse pozioni magiche e per riti wodoo.</p> <p>Gli antichi Greci chiamavano la radice di Mandragola anthropomorphon per il suo aspetto antropomorfo che assume biforcandosi e ramificandosi ed erano capaci addirittura di poterne distinguere il sesso: mandragora maschio con radice bianca, grossa e carnosa e mandragora femmina con radice più piccola e nerastra.</p> <p>La mandragora è una pianta antichissima, viene citata infatti nella Bibbia nel libro della Genesi: Rachele richiese a Lia la radice di mandragora per ottenere la fecondità.</p> <p>Per la sua particolare forma questa pianta, è chiamata con nomi diversi: mela del Diavolo, Vecchietto barbuto, Vecchia signora e semi-homo.</p>
MHS 16 (5 S)
Semi di mandragola o erba uomo (Mandragora officinarum)
Semi di Belladonna (Atropa...

Semi di Belladonna (Atropa...

Prezzo 3,75 € SKU: MHS 58
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Belladonna (Atropa belladonna)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</strong></span></h2> <p>Atropa Belladonna, o <span style="color: #000000;"><strong>ciliegia diavolo</strong></span>, è stata utilizzata per più di due millenni come medicina, cosmetici, veleno e pianta delle streghe. La Belladonna è una pianta perenne, seminata, ramificata che cresce fino a 1,5 metri di altezza, con foglie lunghe 12-13 cm e un fusto viola. Muore in inverno e germoglia di nuovo in primavera.</p> <p>Per secoli le streghe lo hanno utilizzato nelle formule, veneziane in genere, e soprattutto "signore della notte" per sgranare gli occhi, ed è attualmente utilizzato come rimedio contro la cinetosi, l'IBS e altri disturbi intestinali. Belladonna è stata anche usata per avvelenare interi eserciti durante la guerra. Si dice che Satana si occupasse personalmente di questa pianta e delle sue piccole "ciliegie del diavolo".</p> <p>Contiene alcaloidi psicotropi / tossici / salvavita, inclusa l'atropina. Questa pianta è una medicina, un allucinogeno e un veleno. La morte può (e accade) da persone male informate, ad esempio, mangiando troppe bacche mature nelle torte, quindi non farlo. I frutti di bosco sono deliziosi (li ho mangiati io e sono piuttosto gustosi). Questa è una pianta che è l'ingrediente principale della formula-bevanda segreta "Flying Formula" che le streghe usano da secoli.</p> <p>Questa erba può davvero farti sentire come se la tua anima stesse viaggiando, ma consumarne troppo può essere fatale. Può anche essere usato come antidoto per l'avvelenamento da gas.</p> <h3><strong>Cultura</strong></h3> <p>Può essere propagato mediante semina o talea, anche se è più consigliato l'uso di semi. I semi vanno messi in acqua calda qualche ora prima della semina. Hanno bisogno di tempo per germogliare e hanno bisogno di alta umidità e calore, e pur mantenendo tutte le condizioni necessarie, la germinazione non è eccezionale. Le piante apprezzeranno il substrato del compost con letame e un ambiente umido e ombreggiato. I nitrati e i sali di ammoniaca sono il miglior fertilizzante per raddoppiare la quantità di alcaloidi.</p> <h3><strong>WIKIPEDIA</strong></h3> <p>La<span> </span><b>belladonna</b><span> </span>è una<span> </span>pianta<span> </span>a<span> </span>fiore<span> </span>(angiosperme<span> </span>dicotiledoni) della famiglia delle<span> </span>Solanaceae.</p> <p>Il nome deriva dai suoi letali effetti e dall'impiego cosmetico.<span> </span><i>Atropo</i><span> </span>era infatti il nome (in greco:<span> </span><span dir="ltr" lang="grc" class="polytonic">Ἄτροπος</span>, cioè<span> </span><i>in nessun modo, l'immutabile, l'inevitabile</i>) di una delle tre<span> </span>Moire<span> </span>che, nella<span> </span>mitologia greca, taglia il filo della vita, ciò a ricordare che l'ingestione delle bacche di questa pianta causa la morte.</p> <p>L'epiteto specifico<span> </span><i>belladonna</i><span> </span>fa riferimento ad una pratica che risale al<span> </span>Rinascimento: le dame usavano un collirio basato su questa pianta per dare risalto e lucentezza agli occhi a causa della sua capacità di dilatare la<span> </span>pupilla, un effetto detto<span> </span>midriasi<span> </span>dovuto all'atropina, che agisce direttamente sul<span> </span>sistema nervoso parasimpatico.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Morfologia">Morfologia</span></h2> <div class="thumb tleft"> <div class="thumbinner"><img alt="Semi di Belladonna (Atropa belladonna)" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1f/Atropa_bella-donna0.jpg/142px-Atropa_bella-donna0.jpg" decoding="async" width="142" height="107" class="thumbimage" srcset="//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1f/Atropa_bella-donna0.jpg/213px-Atropa_bella-donna0.jpg 1.5x, //upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1f/Atropa_bella-donna0.jpg/284px-Atropa_bella-donna0.jpg 2x" data-file-width="640" data-file-height="480" title="Semi di Belladonna (Atropa belladonna)" /> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Bacca di Belladonna in formazione</div> </div> </div> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="Semi di Belladonna (Atropa belladonna)" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a0/Illustration_Atropa_bella-donna0.jpg/170px-Illustration_Atropa_bella-donna0.jpg" decoding="async" width="170" height="266" class="thumbimage" srcset="//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a0/Illustration_Atropa_bella-donna0.jpg/255px-Illustration_Atropa_bella-donna0.jpg 1.5x, //upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a0/Illustration_Atropa_bella-donna0.jpg/340px-Illustration_Atropa_bella-donna0.jpg 2x" data-file-width="1489" data-file-height="2332" title="Semi di Belladonna (Atropa belladonna)" /> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Illustrazione dal Flora tedesca</div> </div> </div> <p>Pianta erbacea e perenne, dotata di un grosso<span> </span>rizoma<span> </span>dal quale si sviluppa un fusto robusto, eretto e ramificato, di altezza compresa tra i 70–150 cm. Le<span> </span>foglie<span> </span>sono semplici, picciolate, di forma ovale-lanceolata, alternate nella zona superiore a foglie più piccole; come il fusto, sono ricoperte di peli ghiandolari responsabili dello sgradevole odore emanato dalla pianta.</p> <p>I<span> </span>fiori<span> </span>sono ermafroditi, ascellari e penduli; presentano un calice a 5 sepali ed una corolla a 5 petali di forma campanulata-tubulosa e di colore violaceo cupo; l'<i>androceo</i><span> </span>è composto da 5<span> </span><i>stami</i><span> </span>con<span> </span><i>antere</i><span> </span>molto sviluppate, il<span> </span><i>gineceo</i><span> </span>da un<span> </span>ovario<span> </span>biloculare con<span> </span><i>stilo</i><span> </span>unico e<span> </span><i>stigma</i><span> </span>bifido. La belladonna fiorisce nel periodo estivo e l'impollinazione<span> </span>è<span> </span><i>entomogama</i><span> </span>(tramite<span> </span>Insetti). I<span> </span>frutti<span> </span>sono lucide bacche nere, di piccole dimensioni, contornate dal calice che, durante la maturazione, si accresce aprendosi a stella.</p> <p>Nonostante l'aspetto invitante e il sapore gradevole, le bacche sono velenose per l'uomo<span> </span>e l'ingestione può provocare una diminuzione della<span> </span>sensibilità, forme di<span> </span>delirio,<span> </span>sete,<span> </span>vomito, seguiti, nei casi più gravi, da<span> </span>convulsioni<span> </span>e<span> </span>morte.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Habitat">Habitat</span></h2> <p>La belladonna cresce sporadica nelle zone montane e submontane fino ad una<span> </span>altitudine<span> </span>di 1400 metri. Predilige i suoli<span> </span>calcarei<span> </span>e i margini di<span> </span>boschi<span> </span>freschi e ombrosi, come le<span> </span>faggete. Allo stato selvatico è presente in<span> </span>Europa centrale,<span> </span>Africa settentrionale<span> </span>e<span> </span>Asia occidentale<span> </span>fino al<span> </span>Pakistan. In<span> </span>Italia<span> </span>si può incontrare nei boschi delle<span> </span>Alpi<span> </span>e<span> </span>Appennini.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Usi">Usi</span></h2> <table class="noprint disclaimer"> <tbody> <tr> <td> <div class="center"> <div class="floatnone"><img alt="Avvertenza" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f7/Nuvola_apps_important.svg/27px-Nuvola_apps_important.svg.png" decoding="async" title="Avvertenza" width="27" height="23" srcset="//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f7/Nuvola_apps_important.svg/41px-Nuvola_apps_important.svg.png 1.5x, //upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f7/Nuvola_apps_important.svg/54px-Nuvola_apps_important.svg.png 2x" data-file-width="600" data-file-height="500" /></div> </div> </td> <td><i>Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico:<span> </span>leggi le avvertenze.</i></td> </tr> </tbody> </table> <h3><span class="mw-headline" id="Medicina_accademica">Medicina accademica</span></h3> <p>In<span> </span><b>medicina dotta</b><span> </span>l'atropina isolata viene ancora usata come dilatatore di pupille e come miorilassante p. e. prima di interventi chirurgici.</p> <h4><span class="mw-headline" id="Farmacognosia">Farmacognosia</span></h4> <p>Le foglie della belladonna contengono<span> </span>alcaloidi<span> </span>come atropina,<span> </span>scopolamina, L-giusciamina, con un contenuto complessivo di min. 0,3%. Nelle radici raggiunge min. 0,5%.<br />L'effetto complessivo è<span> </span>parasimpatolitico<span> </span>/<span> </span>anticolinergico<span> </span>per via di un'inibizione competitiva del recettore del trasmettitore neuromuscolare<span> </span>acetilcolina. Questo antagonismo incide prevalentemente sull'effetto<span> </span>muscarinico<span> </span>(meno sul<span> </span>nicotinico, sui gangli e sul terminale neuromuscolare). L'effetto è quindi indirizzato al<span> </span>neurovegetativo<span> </span>parasimpatico<span> </span>periferico di<span> </span>muscolatura liscia<span> </span>e al<span> </span>sistema nervoso centrale:</p> <ul> <li><i>tratto gastrointestinale e biliare</i>: cedimento di organi di muscolatura liscia e spasmolitico</li> <li><i>cuore</i>: positivamente<span> </span>dromotropo<span> </span>e<span> </span>cronotropo</li> <li><i>bronchi</i>: dilatazione, spasmolisi</li> <li><i>nervoso centrale</i>: parasimapatico stimolante: effetti su<span> </span>tremore<span> </span>e<span> </span>rigidità muscolare<span> </span>(malattia di Parkinson)<sup id="cite_ref-3" class="reference">[3]</sup></li> </ul> <h5><span class="mw-headline" id="Indicazioni">Indicazioni</span></h5> <p>Secondo la Guida all'uso dei farmaci del Ministero Italiano della Salute la belladonna è indicata sotto le voci di:</p> <ul> <li><i>Antiemorroidari lenitivi</i>:<sup id="cite_ref-4" class="reference">[4]</sup></li> <li><i>Antimuscarinici</i>:<sup id="cite_ref-5" class="reference">[5]</sup></li> </ul> <p>secondo la Commissione E del Ministero della salute germanico l'uso di<span> </span><i>Atropa belladonna</i><span> </span>è indicato contro:</p> <ul> <li>spasmi<span> </span>e<span> </span>coliche<span> </span>del tratto gastrointestinale e biliare</li> </ul> <p>secondo le esperienze fitoterapiche popolari è utile anche per alleviare le seguenti patologie:</p> <ul> <li>asma,<span> </span>dismenorrea<sup id="cite_ref-6" class="reference">[6]</sup>,<span> </span>tremore.</li> </ul> <h5><span class="mw-headline" id="Controindicazioni">Controindicazioni</span></h5> <p><span class="chiarimento" title="Il testo selezionato deve essere comprovato da una fonte affidabile. Modifica la pagina per aggiungere fonti.">Disturbi di ritmo<span> </span>tachicardiaco,<span> </span>iperplasia prostatica,<span> </span>glaucoma,<span> </span>edemi polmonari<span> </span>acuti e<span> </span>stenosi<span> </span>meccaniche nel tratto gastrointestinale.</span><sup class="noprint chiarimento-apice" title="Il testo selezionato deve essere comprovato da una fonte affidabile. Modifica la pagina per aggiungere fonti.">[<i>senza fonte</i>]</sup></p> <h5><span class="mw-headline" id="Effetti_collaterali">Effetti collaterali</span></h5> <ul> <li>bocca secca, diminuzione del<span> </span>sudore<span> </span>e</li> <li>(in sovradosaggio): disturbi di<span> </span>accomodazione, secchezza e<span> </span>rubor<span> </span>dermico,<span> </span>tachicardia, disturbi di<span> </span>minzione,<span> </span>allucinazioni<span> </span>e stati<span> </span>spastici.</li> </ul> <h5><span class="mw-headline" id="Lesioni_anatomiche">Lesioni anatomiche</span></h5> <p>Non sono né caratteristiche né costanti; consistono generalmente in una congestione intensa dei polmoni, e dei visceri addominali, della retina, delle meningi e del cervello, associata ad emorragie: in un caso osservato da Rosenberg, il cervello, il cervelletto ed il midollo allungato presentavano numerosi focolai d'emorragia capillare.</p> <h5><span class="mw-headline" id="Interazioni">Interazioni</span></h5> <p>Amplificazione degli effetti anticolinergici<span> </span>di<span> </span>antidepressivi triciclici,<span> </span>amantadina<span> </span>e<span> </span>chinidina.</p> <h5><span id="Avvelenamento_di_atropina_.28solanacee.29"></span><span class="mw-headline" id="Avvelenamento_di_atropina_(solanacee)">Avvelenamento di atropina (solanacee)</span></h5> <p>Le dosi tossiche sono individualmente molto variabili. I bambini sono di solito più sensibili degli adulti.</p> <p>I sintomi di un avvelenamento sono:</p> <ul> <li>mucose secche, difficoltà di lingua e deglutizione</li> <li>pupille midriatiche (aperte, senza riflesso) con paralisi di accomodazione e ipersensibilità del soggetto alla luce</li> <li>pelle secca e arrossata</li> <li>febbre, tachicardia</li> <li>atonia intestinale</li> <li>eccitazione centralnervosa (irrequietudine, confusione, ev. allucinazioni e spasmi)</li> <li>più tardi sonnolenza, coma e arresto cardio-respiratorio</li> </ul> <p>Sintomi dell'avvelenamento - Insorgono per lo più molto rapidamente e sono caratterizzati da un senso di aridità, di secchezza e di stringimento nella bocca e nelle fauci, nausea e raramente vomito, midriasi con insensibilità delle pupille alla luce, ambliopia e poi amaurosi; andatura barcollante (gli ammalati sembrano ebbri e non possono tenersi in piedi); vertigini seguite da deliqui; occhi sporgenti, iniettati di sangue, sguardo fisso, stupido o truce; polso frequente, piccolo o pieno e duro; dispnea; emissione involontaria di feci e di orina (paralisi degli sfinteri). La pelle è calda, sede di prurito intenso, coperta d'un esantema scarlattiniforme. Nei bambini si notano ordinariamente trisma e convulsioni; negli adulti delirio gaio o furioso, con allucinazioni, seguito da coma, convulsioni, talvolta tendenza a mordere, morte per paralisi generale in 24-36 ore. Nei casi non letali si osserva un lento e graduale miglioramento dei sintomi; talvolta insorge la febbre con profusi sudori, e la guarigione avviene dopo 4-8 giorni. L'avvelenamento per atropina non si differenzia da quello per belladonna che per una maggiore rapidità di decorso.</p> <h5><span class="mw-headline" id="Trattamento_di_avvelenamenti">Trattamento di avvelenamenti</span></h5> <ul> <li><b>Diagnosi differenziale</b><span> </span>da bambini: malattie infettive</li> <li><b>Primo soccorso</b>: svuotamento gastrico, fisostigmina. Cura come<span> </span>sindrome anticolinergico centrale</li> </ul> <h5><span class="mw-headline" id="Cura">Cura</span></h5> <p>Emetici, purganti, pompa gastrica. Gli antagonisti dell'atropina sono principalmente la<span> </span>pilocarpina, la<span> </span>morfina<span> </span>e l'idrato di cloralio. La morfina è solo indicata nello stadio dell'eccitamento, e non in quello del collasso terminale: in questo periodo può usarsi l'idrato di cloralio, avvertendo però che il cuore viene maggiormente indebolito dal cloralio che dalla morfina. Non si dovranno pertanto dimenticare gli eccitanti (caffè, alcool, etere; ecc.) ed i rivulsivi cutanei (affusioni fredde sul capo, senapismi sul petto e sui polpacci ecc.).</p> <h3><span class="mw-headline" id="Medicina_alternativa_e_complementare">Medicina alternativa e complementare</span></h3> <p>In<span> </span>fitoterapia<span> </span>la belladonna è usata da tempo immemorabile dai medici per le sue doti<span> </span>spasmolitiche.</p> <div class="thumb tright"> <div class="thumbinner"><img alt="Semi di Belladonna (Atropa belladonna)" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c4/Atropina.png/220px-Atropina.png" decoding="async" width="220" height="145" class="thumbimage" srcset="//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c4/Atropina.png/330px-Atropina.png 1.5x, //upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c4/Atropina.png 2x" data-file-width="386" data-file-height="255" title="Semi di Belladonna (Atropa belladonna)" /> <div class="thumbcaption"> <div class="magnify"></div> Struttura chimica dell'atropina</div> </div> </div> <p>Il principio attivo della pianta è l'<b>atropina</b><span> </span>o DL-giusciamina. Si trova in tutte le Solanacee: in dosi terapeuticamente rilevanti in<span> </span>Datura stramonium,<span> </span>Hyoscyamus niger,<span> </span>Solanum nigrum; in dosi più basse in piante coltivate come<span> </span>patate<span> </span>e<span> </span>pomodori.</p> </body> </html>
MHS 58 (5 S)
Semi di Belladonna (Atropa belladonna)

Bulbo di Crocus Viola

Bulbo di Crocus Viola

Prezzo 3,50 € SKU: F 81 P
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Bulbo di Crocus Viola</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per pacchetto di 3 bulbo<span title="">.</span></strong></span></h2> <p><span style="color: #000000; font-size: 11pt;"><span class="tlid-translation translation"><span title=""><i><strong>Questa varietà è famosa per la sua deliziosa fragranza.</strong> </i></span></span></span></p> <p><span style="color: #000000; font-size: 11pt;"><span class="tlid-translation translation"><span title="">Crocus <small> L. 1753</small> è un genere di piante spermatofite monocotiledoni appartenenti alla famiglia delle Iridaceae. Sono piante erbacee perenni dal fiore a forma di coppa. La famiglia delle Iridaceae comprende un gruppo abbastanza omogeneo di piante con un'ottantina di generi e circa 1000-1500 specie (il numero dipende dalle varie classificazioni), mentre il genere Crocus comprende circa 80 specie di cui una trentina sono coltivate e 15 sono presenti nella flora spontanea italiana.<br />Questo fiore è mortale se ingerito, e provoca forte mal di testa se annusato. Le altezze di queste piante sono variabili da pochi centimetri fino a 30 cm (almeno per le specie europee). La forma biologica prevalente in questo genere è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi (organo di riserva che annualmente produce nuovi fusti, foglie e fiori). </span></span></span></p> <p><span style="color: #000000; font-size: 11pt;"><span class="tlid-translation translation"><span title="">Il genere è originario dell'Europa (principalmente Spagna, Balcani e Mediterraneo orientale), dell'Africa nord-occidentale e dell'Asia minore e centrale fino alla Cina occidentale. Da questo esteso areale possiamo citare due specie: quella dell'estremo orientale, il Crocus alatavicus dei Monti Altai dell'Asia centrale e quella posta più a nord, il Crocus albiflorus delle altitudini montane delle Alpi.<br />Delle specie spontanee della nostra flora solo 6 vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato</span></span><span class="tlid-translation translation"><span title=""> e alla diffusione delle specie alpine.</span></span></span></p> <h1><span style="color: #ff0000;"><a href="https://www.seeds-gallery.shop/it/home/bulbi-di-zafferano-crocus-sativus.html" target="_blank" title="Bulbo di Zafferano (Crocus sativus) può essere acquistato qui" style="color: #ff0000;" rel="noreferrer noopener"><span style="font-size: 13pt;"><strong>Bulbo di Zafferano (Crocus sativus) può essere acquistato qui</strong></span></a></span></h1> </body> </html>
F 81 P
Bulbo di Crocus Viola

Bulbo di Crocus Giallo

Bulbo di Crocus Giallo

Prezzo 3,50 € SKU: F 81 Y
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Bulbo di Crocus Giallo</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per pacchetto di 3 bulbo<span title="">.</span></strong></span></h2> <p><span style="color: #000000; font-size: 11pt;"><span class="tlid-translation translation"><span title=""><i><strong>Questa varietà è famosa per la sua deliziosa fragranza.</strong> </i></span></span></span></p> <p><span style="color: #000000; font-size: 11pt;"><span class="tlid-translation translation"><span title="">Crocus <small> L. 1753</small> è un genere di piante spermatofite monocotiledoni appartenenti alla famiglia delle Iridaceae. Sono piante erbacee perenni dal fiore a forma di coppa. La famiglia delle Iridaceae comprende un gruppo abbastanza omogeneo di piante con un'ottantina di generi e circa 1000-1500 specie (il numero dipende dalle varie classificazioni), mentre il genere Crocus comprende circa 80 specie di cui una trentina sono coltivate e 15 sono presenti nella flora spontanea italiana.<br />Questo fiore è mortale se ingerito, e provoca forte mal di testa se annusato. Le altezze di queste piante sono variabili da pochi centimetri fino a 30 cm (almeno per le specie europee). La forma biologica prevalente in questo genere è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi (organo di riserva che annualmente produce nuovi fusti, foglie e fiori). </span></span></span></p> <p><span style="color: #000000; font-size: 11pt;"><span class="tlid-translation translation"><span title="">Il genere è originario dell'Europa (principalmente Spagna, Balcani e Mediterraneo orientale), dell'Africa nord-occidentale e dell'Asia minore e centrale fino alla Cina occidentale. Da questo esteso areale possiamo citare due specie: quella dell'estremo orientale, il Crocus alatavicus dei Monti Altai dell'Asia centrale e quella posta più a nord, il Crocus albiflorus delle altitudini montane delle Alpi.<br />Delle specie spontanee della nostra flora solo 6 vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato</span></span><span class="tlid-translation translation"><span title=""> e alla diffusione delle specie alpine.</span></span></span></p> <h1><span style="color: #ff0000;"><a href="https://www.seeds-gallery.shop/it/home/bulbi-di-zafferano-crocus-sativus.html" target="_blank" title="Bulbo di Zafferano (Crocus sativus) può essere acquistato qui" style="color: #ff0000;" rel="noreferrer noopener"><span style="font-size: 13pt;"><strong>Bulbo di Zafferano (Crocus sativus) può essere acquistato qui</strong></span></a></span></h1> </body> </html>
F 81 Y
Bulbo di Crocus Giallo

Semi di Fiore di Giada Nera...

Semi di Fiore di Giada Nera...

Prezzo 12,50 € SKU: T 74 B
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Fiore di Giada Nera (Mucuna nigricans)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 1 semi.</strong></span></h2> <p>Questa è una bellissima vite in fiore. I fiori viola scuro appaiono ravvicinati in grappoli simili a grappoli, lunghi fino a 30 cm e con un diametro di 15 cm. Rampicante legnoso molto vigoroso - durante la stagione più calda questa vite può crescere 60 cm o più a settimana. Gli steli possono raggiungere fino a 18 m di lunghezza</p> </body> </html>
T 74 B
Semi di Fiore di Giada Nera (Mucuna nigricans)
Semi di Iperico, Erba di...

Semi di Iperico, Erba di...

Prezzo 1,95 € SKU: MHS 45
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5/ 5
<h2><strong>Semi di Iperico o Erba di san Giovanni o Scacciadiavoli</strong></h2> <h2><strong><span style="color: #ff0000;" class="">Prezzo per Pacchetto di 1000 (0.1g) semi.</span> </strong></h2> <p>L'iperico (L.) o erba di san Giovanni o scacciadiavoli (Hypericum perforatum), è una pianta officinale del genere Hypericum con proprietà antidepressive e antivirali.</p> <p><strong>Morfologia</strong></p> <p>È una pianta perenne semisempreverde, glabra, con fusto eretto percorso da due strisce longitudinali in rilievo. È ben riconoscibile anche quando non è in fioritura perché ha le foglioline che in controluce appaiono bucherellate, in realtà sono piccole vescichette oleose da cui deriva il nome perforatum, mentre ai margini sono visibili dei punti neri, strutture ghiandolari contenenti Ipericina(da ciò il nome erba dell'olio rosso), queste strutture ghiandolari sono presenti soprattutto nei petali. Le foglie sono opposte oblunghe. I fiori giallo oro hanno 5 petali delicati. Sono riuniti in corimbi che raggiungono la fioritura massima verso il 24 giugno (ricorrenza di San Giovanni) da cui il nome popolare di "erba di San Giovanni".</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Habitat</strong></p> <p>Preferisce boschi radi e luminosi, comunque all'aperto per tutto l'anno, poiché non teme il freddo. Originario dell'arcipelago britannico, è oggi diffuso in tutte le regioni d'Italia e in tutto il mondo. Predilige posizioni soleggiate o semiombreggiate e asciutte come campi abbandonati ed ambienti ruderali.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Usi</strong></p> <p>Alcuni studi clinici randomizzati hanno dimostrato che l'iperico ha un'efficacia paragonabile ad alcuni psicofarmaci nella cura della depressione lieve e moderata . A volte è utilizzato, associato ad altri prodotti, anche per il trattamento fitoterapico di alcune forme d'ansia.</p> <p>&nbsp;</p> <p>Il principio inizialmente ritenuto attivo era l'ipericina, ma i recenti sviluppi hanno chiarito che molte classi chimiche sono da considerarsi corresponsabili dell'attività: naftodiantroni (ipericina, pseudoipericina), floroglucinoli (iperforina), flavonoidi (amentoflavone), ed altri composti con probabili effetti di sinergia sia farmacodinamica sia farmacocinetica.</p> <p>&nbsp;</p> <p>L'iperforina è in grado di inibire il reuptake (ricaptazione) della serotonina in modo diverso dagli SSRI (Selective Serotonin Reuptake Inhibitor), in particolare si pensa che l'iperico riduca il gradiente di sodio intracellulare agendo su una pompa Na+/Cl-. Tale gradiente è infatti sfruttato dallo stesso trasportatore per il reuptake. Possiede proprietà antibatteriche e antinfiammatorie e viene consigliato nel trattamento di emorroidi, ferite, piaghe.</p> <p>&nbsp;</p> <p><strong>Controindicazioni</strong></p> <p>&nbsp;&nbsp;&nbsp; Allattamento al seno (senza supervisione professionale)</p> <p>&nbsp;&nbsp;&nbsp; Trattamento solarium o UV (dopo assunzione di dosaggi estremamente elevati di estratto secco titolato in ipericina o di ipericina isolata)</p> <p>&nbsp;&nbsp;&nbsp; Contraccettivi orali (preparazioni a base di hypericum perforatum non devono essere somministrate contemporaneamente a contraccettivi orali in quanto si potrebbe avere una perdita di efficacia anti-concezionale)</p> <p>&nbsp;&nbsp;&nbsp; Trattamenti anticoagulanti orali con somministrazione di warfarin.</p> <p>&nbsp;</p> <p>Non esistono rischi di fotosensibilizzazione in caso di assunzione di dosaggi normali di estratti idroalcolici di iperico, ma persone appartenenti a fototipi sensibili (pelle chiara, capelli biondi, occhi azzurri) dovrebbero fare attenzione a sottoporsi a trattamenti UV in caso di assunzione regolare.</p> <p>&nbsp;</p> <p>Sono stati evidenziate interazioni con altri farmaci, metabolizzati dal sistema enzimatico microsomiale P450, in quanto la pianta è un forte induttore del CYP 3A4, enzima che metabolizza l'80% dei farmaci in commercio, alcuni tra i tanti il warfarin, gli antiepilettici e gli anticoncezionali. Inoltre essendo inibitore in particolare dei CYP-2C9 e 2C19 presenta interazioni con immunosoppressori (ciclosporina), glicosidi cardiache (digossina) in caso di dosi di iperico superiori a 1 grammo/die (peso secco), inibitori non-nucleosidici della trascrittasi inversa HIV (nevirapina), altri inibitori della proteasi inversa HIV (indinavir), chemoterapici (irinotecan). È sconsigliato l'uso contemporaneo con SSRI, a causa dei possibili effetti di addizione e superamento della dose tossica.</p> <p>&nbsp;</p> <p>Non tutti gli studi clinici hanno ottenuto risultati concordi (vedere ad esempio: Linde et al.).</p> <p>&nbsp;</p> <p>Per degradare l'ipericina basta far macerare la pianta in olio (anche di girasole o di oliva) al sole. Si ottiene così l'Olio di iperico rosso usato topicamente come cicatrizzante, ma che ovviamente ha perso l'attività di blando antidepressivo come fitocomplesso.</p> <p>&nbsp;</p> <p>In Italia una disposizione del Ministero della Salute limita la quantità di ipericina presente in prodotti erboristici a 21 microgrammi al giorno, quindi molto inferiore ai dosaggi dimostrati utili per la cura della depressione.</p> <p>&nbsp;</p> <p>Tra gli usi popolari più conosciuti c'è l'Olio di iperico, un oleolita fatto macerando la pianta nell'olio di oliva al Sole per 6-7 giorni. Efficace per la cura e la pulizia delle ferite, eritemi, bruciature, piaghe purulente.</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
MHS 45 (1000 S)
Semi di Iperico, Erba di san Giovanni (Hypericum perforatum)

Questa pianta è resistente all'inverno e al gelo. Vedi di più nella descrizione.

Semi di oleandro bianco...

Semi di oleandro bianco...

Prezzo 1,95 € SKU: T 62 W
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di oleandro bianco (Nerium oleander)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p>L'oleandro (Nerium oleander L., 1753) è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Apocynaceae, unica specie del genere Nerium. È forse originario dell'Asia ma è naturalizzato e spontaneo nelle regioni mediterranee e diffusamente coltivato a scopo ornamentale.</p> <p>L'oleandro ha un portamento arbustivo, con fusti generalmente poco ramificati che partono dalla ceppaia, dapprima eretti, poi arcuati verso l'esterno. I rami giovani sono verdi e glabri. I fusti e i rami vecchi hanno una corteccia di colore grigiastro.</p> <p>Le foglie, velenose come i fusti, sono glabre e coriacee, disposte a verticilli di 2-3, brevemente picciolate, con margine intero e nervatura centrale robusta e prominente. La lamina è lanceolata, acuta all'apice, larga 1–2 cm e lunga 10–14 cm.</p> <p>I fiori sono grandi e vistosi, a simmetria raggiata, disposti in cime terminali. Il calice è diviso in cinque lobi lanceolati, di colore roseo o bianco nelle forme spontanee. La corolla è tubulosa e poi suddivisa in 5 lobi, di colore variabile dal bianco al rosa e al rosso carminio. Le varietà coltivate sono a fiore doppio e sono quasi tutte profumate. L'androceo è formato da 5 stami, con filamenti saldati al tubo corollino. L'ovario è supero, formato da due carpelli pluriovulari. La fioritura è abbondante e scalare, ha inizio nei mesi di aprile o maggio e si protrae per tutta l'estate fino all'autunno.</p> <p>Il frutto è un follicolo fusiforme, stretto e allungato, lungo 10–15 cm. A maturità si apre longitudinalmente lasciando fuoriuscire i semi. Il seme ha dimensione variabile dai 3 ai 5 mm di lunghezza e circa 1 mm di diametro ed è sormontato da una peluria disposta ad ombrello (pappo) che permette al seme di essere trasportato dal vento anche per lunghe distanze.</p> <p><strong>Esigenze e adattamento</strong></p> <p>L'oleandro è una specie termofila ed eliofila, abbastanza rustica. Trae vantaggio dall'umidità del terreno rispondendo con uno spiccato rigoglio vegetativo, tuttavia ha caratteri xerofitici dovuti alla modificazione degli stomi fogliari che gli permettono di resistere a lunghi periodi di siccità. Teme il freddo, pertanto in ambienti freddi fuori dalla sua zona fitoclimatica deve essere posto in luoghi riparati e soleggiati. Viene coltivato in tutta Italia a scopo ornamentale e spesso è usato lungo le strade perché non richiede particolari cure colturali.</p> <p>Nonostante il portamento cespuglioso per natura, può essere allevato ad albero per realizzare viali alberati suggestivi per la fioritura abbondante, lunga e variegata nei colori. In questo caso richiede frequenti interventi di spollonatura per rimuovere i polloni basali emessi dalla ceppaia.</p> <p><strong>Ecologia</strong></p> <p>L'oleandro ha un areale piuttosto vasto che si estende nella fascia temperata calda dal Giappone al bacino del Mediterraneo. In Italia vegeta spontaneamente nella zona fitoclimatica del Lauretum presso i litorali, inoltrandosi all'interno fino ai 1000 metri d'altitudine lungo i corsi d'acqua. In effetti si tratta di un elemento comune e inconfondibile della vegetazione riparia degli ambienti mediterranei, quasi sempre associato ad altre specie riparie quali l'ontano, la tamerice, l'agno casto. S'insedia sia sui suoli sabbiosi alla foce dei fiumi o lungo la loro riva, sia sui greti sassosi, formando spesso una fitta vegetazione.</p> <p>L'associazione vegetale riparia con una marcata presenza dell'oleandro è una particolare cenosi vegetale che prende il nome di macchia ad oleandro e agno casto, di estensione limitata. Si tratta di una naturale prosecuzione dell'oleo-ceratonion, dal momento che le due cenosi gradano l'una verso l'altra con associazioni intermedie che vedono contemporaneamente la presenza dell'oleandro e di elementi tipici della macchia termoxerofila (lentisco, carrubo, mirto, ecc.). Un caso singolare, forse unico in natura, si rinviene nella Gola di Gorropu fra il Supramonte di Orgosolo e quello di Urzulei in Sardegna: in questo caso la macchia ad oleandro e agno casto si inoltra fino ai 1000 metri, confinando con la lecceta primaria.</p> <p><strong>Avversità</strong></p> <p>Tra le avversità tipiche di questa pianta si annovera la rogna dell'oleandro, la quale viene curata attraverso la potatura della parte malata e la successiva somministrazione di fungicidi rameici.</p> <p><strong>Farmacognosia</strong></p> <p>L'oleandro è una delle piante più tossiche che si conoscano. Tutta la pianta (foglie, corteccia, semi) è tossica per qualsiasi specie animale. Se ingerita porta a:</p> <p>tachicardia con aumento della frequenza respiratoria</p> <p>disturbi gastrici, tra cui vomito, nausea e bruciore</p> <p>disturbi sul sistema nervoso centrale, tra cui assopimento.</p> <p>Responsabile di questa estrema tossicità è, insieme agli alcaloidi, l'oleandrina, un glicoside cardiotossico (con struttura simile alla ouabaina) e inibitore della pompa sodio-potassio a livello di membrana cellulare.</p> <p>Ma l'oleandro contiene una serie di altri principi tossici, che si conservano anche dopo l'essiccamento.</p> <p>L'oleandro fa parte delle piante che contengono cardenolidi.</p> <p>Le specie animali più colpite sono gli equini, i bovini e i piccoli carnivori. Nel cavallo abbiamo anche la comparsa di gravi e profonde lesioni a livello della mucosa orale. La morte sopraggiunge per collasso cardio-respiratorio solo nel caso in cui se ne ingeriscano grandi quantità.</p> <p>Le sue proprietà tossiche sono state usate come "arma" per l'omicidio descritto nel film White Oleander. Al riguardo la storia racconta che diversi soldati delle truppe napoleoniche morirono per avvelenamento dopo aver usato rami di oleandro come spiedi nella cottura della carne alla brace, durante le campagne militari in Italia.</p> </body> </html>
T 62 W
Semi di oleandro bianco (Nerium oleander)

Questa pianta è resistente all'inverno e al gelo. Vedi di più nella descrizione.

Semi di oleandro rosso...

Semi di oleandro rosso...

Prezzo 1,95 € SKU: T 62 R
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5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di oleandro rosso (Oleander Nerium)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p>L'oleandro (Nerium oleander L., 1753) è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Apocynaceae, unica specie del genere Nerium[1]. È forse originario dell'Asia ma è naturalizzato e spontaneo nelle regioni mediterranee e diffusamente coltivato a scopo ornamentale.</p> <p>L'oleandro ha un portamento arbustivo, con fusti generalmente poco ramificati che partono dalla ceppaia, dapprima eretti, poi arcuati verso l'esterno. I rami giovani sono verdi e glabri. I fusti e i rami vecchi hanno una corteccia di colore grigiastro.</p> <p>Le foglie, velenose come i fusti, sono glabre e coriacee, disposte a verticilli di 2-3, brevemente picciolate, con margine intero e nervatura centrale robusta e prominente. La lamina è lanceolata, acuta all'apice, larga 1–2 cm e lunga 10–14 cm.</p> <p>I fiori sono grandi e vistosi, a simmetria raggiata, disposti in cime terminali. Il calice è diviso in cinque lobi lanceolati, di colore roseo o bianco nelle forme spontanee. La corolla è tubulosa e poi suddivisa in 5 lobi, di colore variabile dal bianco al rosa e al rosso carminio. Le varietà coltivate sono a fiore doppio e sono quasi tutte profumate. L'androceo è formato da 5 stami, con filamenti saldati al tubo corollino. L'ovario è supero, formato da due carpelli pluriovulari. La fioritura è abbondante e scalare, ha inizio nei mesi di aprile o maggio e si protrae per tutta l'estate fino all'autunno.</p> <p>Il frutto è un follicolo fusiforme, stretto e allungato, lungo 10–15 cm. A maturità si apre longitudinalmente lasciando fuoriuscire i semi. Il seme ha dimensione variabile dai 3 ai 5 mm di lunghezza e circa 1 mm di diametro ed è sormontato da una peluria disposta ad ombrello (pappo) che permette al seme di essere trasportato dal vento anche per lunghe distanze.</p> <p><strong>Esigenze e adattamento</strong></p> <p>L'oleandro è una specie termofila ed eliofila, abbastanza rustica. Trae vantaggio dall'umidità del terreno rispondendo con uno spiccato rigoglio vegetativo, tuttavia ha caratteri xerofitici dovuti alla modificazione degli stomi fogliari che gli permettono di resistere a lunghi periodi di siccità. Teme il freddo, pertanto in ambienti freddi fuori dalla sua zona fitoclimatica deve essere posto in luoghi riparati e soleggiati. Viene coltivato in tutta Italia a scopo ornamentale e spesso è usato lungo le strade perché non richiede particolari cure colturali.</p> <p>Nonostante il portamento cespuglioso per natura, può essere allevato ad albero per realizzare viali alberati suggestivi per la fioritura abbondante, lunga e variegata nei colori. In questo caso richiede frequenti interventi di spollonatura per rimuovere i polloni basali emessi dalla ceppaia.</p> <p><strong>Ecologia</strong></p> <p>L'oleandro ha un areale piuttosto vasto che si estende nella fascia temperata calda dal Giappone al bacino del Mediterraneo. In Italia vegeta spontaneamente nella zona fitoclimatica del Lauretum presso i litorali, inoltrandosi all'interno fino ai 1000 metri d'altitudine lungo i corsi d'acqua. In effetti si tratta di un elemento comune e inconfondibile della vegetazione riparia degli ambienti mediterranei, quasi sempre associato ad altre specie riparie quali l'ontano, la tamerice, l'agno casto. S'insedia sia sui suoli sabbiosi alla foce dei fiumi o lungo la loro riva, sia sui greti sassosi, formando spesso una fitta vegetazione.</p> <p>L'associazione vegetale riparia con una marcata presenza dell'oleandro è una particolare cenosi vegetale che prende il nome di macchia ad oleandro e agno casto, di estensione limitata. Si tratta di una naturale prosecuzione dell'oleo-ceratonion, dal momento che le due cenosi gradano l'una verso l'altra con associazioni intermedie che vedono contemporaneamente la presenza dell'oleandro e di elementi tipici della macchia termoxerofila (lentisco, carrubo, mirto, ecc.). Un caso singolare, forse unico in natura, si rinviene nella Gola di Gorropu fra il Supramonte di Orgosolo e quello di Urzulei in Sardegna: in questo caso la macchia ad oleandro e agno casto si inoltra fino ai 1000 metri, confinando con la lecceta primaria.</p> <p><strong>Avversità</strong></p> <p>Tra le avversità tipiche di questa pianta si annovera la rogna dell'oleandro, la quale viene curata attraverso la potatura della parte malata e la successiva somministrazione di fungicidi rameici.</p> <p><strong>Farmacognosia</strong></p> <p>L'oleandro è una delle piante più tossiche che si conoscano. Tutta la pianta (foglie, corteccia, semi) è tossica per qualsiasi specie animale. Se ingerita porta a:</p> <p>tachicardia con aumento della frequenza respiratoria</p> <p>disturbi gastrici, tra cui vomito, nausea e bruciore</p> <p>disturbi sul sistema nervoso centrale, tra cui assopimento.</p> <p>Responsabile di questa estrema tossicità è, insieme agli alcaloidi, l'oleandrina, un glicoside cardiotossico (con struttura simile alla ouabaina) e inibitore della pompa sodio-potassio a livello di membrana cellulare.</p> <p>Ma l'oleandro contiene una serie di altri principi tossici, che si conservano anche dopo l'essiccamento.</p> <p>L'oleandro fa parte delle piante che contengono cardenolidi.</p> <p>Le specie animali più colpite sono gli equini, i bovini e i piccoli carnivori. Nel cavallo abbiamo anche la comparsa di gravi e profonde lesioni a livello della mucosa orale. La morte sopraggiunge per collasso cardio-respiratorio solo nel caso in cui se ne ingeriscano grandi quantità.</p> <p>Le sue proprietà tossiche sono state usate come "arma" per l'omicidio descritto nel film White Oleander. Al riguardo la storia racconta che diversi soldati delle truppe napoleoniche morirono per avvelenamento dopo aver usato rami di oleandro come spiedi nella cottura della carne alla brace, durante le campagne militari in Italia.</p> </body> </html>
T 62 R
Semi di oleandro rosso (Oleander Nerium)

Questa pianta è resistente all'inverno e al gelo. Vedi di più nella descrizione.
Semi di Oleandro (Nerium...

Semi di Oleandro (Nerium...

Prezzo 1,95 € SKU: T 62
,
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Semi di Oleandro (Nerium oleander)</strong></span></h2> <h2><span style="color: #ff0000; font-size: 14pt;"><strong>Prezzo per confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p>L'oleandro (Nerium oleander L., 1753) è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Apocynaceae, unica specie del genere Nerium[1]. È forse originario dell'Asia ma è naturalizzato e spontaneo nelle regioni mediterranee e diffusamente coltivato a scopo ornamentale.</p> <p>L'oleandro ha un portamento arbustivo, con fusti generalmente poco ramificati che partono dalla ceppaia, dapprima eretti, poi arcuati verso l'esterno. I rami giovani sono verdi e glabri. I fusti e i rami vecchi hanno una corteccia di colore grigiastro.</p> <p>Le foglie, velenose come i fusti, sono glabre e coriacee, disposte a verticilli di 2-3, brevemente picciolate, con margine intero e nervatura centrale robusta e prominente. La lamina è lanceolata, acuta all'apice, larga 1–2 cm e lunga 10–14 cm.</p> <p>I fiori sono grandi e vistosi, a simmetria raggiata, disposti in cime terminali. Il calice è diviso in cinque lobi lanceolati, di colore roseo o bianco nelle forme spontanee. La corolla è tubulosa e poi suddivisa in 5 lobi, di colore variabile dal bianco al rosa e al rosso carminio. Le varietà coltivate sono a fiore doppio e sono quasi tutte profumate. L'androceo è formato da 5 stami, con filamenti saldati al tubo corollino. L'ovario è supero, formato da due carpelli pluriovulari. La fioritura è abbondante e scalare, ha inizio nei mesi di aprile o maggio e si protrae per tutta l'estate fino all'autunno.</p> <p>Il frutto è un follicolo fusiforme, stretto e allungato, lungo 10–15 cm. A maturità si apre longitudinalmente lasciando fuoriuscire i semi. Il seme ha dimensione variabile dai 3 ai 5 mm di lunghezza e circa 1 mm di diametro ed è sormontato da una peluria disposta ad ombrello (pappo) che permette al seme di essere trasportato dal vento anche per lunghe distanze.</p> <p><strong>Esigenze e adattamento</strong></p> <p>L'oleandro è una specie termofila ed eliofila, abbastanza rustica. Trae vantaggio dall'umidità del terreno rispondendo con uno spiccato rigoglio vegetativo, tuttavia ha caratteri xerofitici dovuti alla modificazione degli stomi fogliari che gli permettono di resistere a lunghi periodi di siccità. Teme il freddo, pertanto in ambienti freddi fuori dalla sua zona fitoclimatica deve essere posto in luoghi riparati e soleggiati. Viene coltivato in tutta Italia a scopo ornamentale e spesso è usato lungo le strade perché non richiede particolari cure colturali.</p> <p>Nonostante il portamento cespuglioso per natura, può essere allevato ad albero per realizzare viali alberati suggestivi per la fioritura abbondante, lunga e variegata nei colori. In questo caso richiede frequenti interventi di spollonatura per rimuovere i polloni basali emessi dalla ceppaia.</p> <p><strong>Ecologia</strong></p> <p>L'oleandro ha un areale piuttosto vasto che si estende nella fascia temperata calda dal Giappone al bacino del Mediterraneo. In Italia vegeta spontaneamente nella zona fitoclimatica del Lauretum presso i litorali, inoltrandosi all'interno fino ai 1000 metri d'altitudine lungo i corsi d'acqua. In effetti si tratta di un elemento comune e inconfondibile della vegetazione riparia degli ambienti mediterranei, quasi sempre associato ad altre specie riparie quali l'ontano, la tamerice, l'agno casto. S'insedia sia sui suoli sabbiosi alla foce dei fiumi o lungo la loro riva, sia sui greti sassosi, formando spesso una fitta vegetazione.</p> <p>L'associazione vegetale riparia con una marcata presenza dell'oleandro è una particolare cenosi vegetale che prende il nome di macchia ad oleandro e agno casto, di estensione limitata. Si tratta di una naturale prosecuzione dell'oleo-ceratonion, dal momento che le due cenosi gradano l'una verso l'altra con associazioni intermedie che vedono contemporaneamente la presenza dell'oleandro e di elementi tipici della macchia termoxerofila (lentisco, carrubo, mirto, ecc.). Un caso singolare, forse unico in natura, si rinviene nella Gola di Gorropu fra il Supramonte di Orgosolo e quello di Urzulei in Sardegna: in questo caso la macchia ad oleandro e agno casto si inoltra fino ai 1000 metri, confinando con la lecceta primaria.</p> <p><strong>Avversità</strong></p> <p>Tra le avversità tipiche di questa pianta si annovera la rogna dell'oleandro, la quale viene curata attraverso la potatura della parte malata e la successiva somministrazione di fungicidi rameici.</p> <p><strong>Farmacognosia</strong></p> <p>L'oleandro è una delle piante più tossiche che si conoscano. Tutta la pianta (foglie, corteccia, semi) è tossica per qualsiasi specie animale. Se ingerita porta a:</p> <p>tachicardia con aumento della frequenza respiratoria</p> <p>disturbi gastrici, tra cui vomito, nausea e bruciore</p> <p>disturbi sul sistema nervoso centrale, tra cui assopimento.</p> <p>Responsabile di questa estrema tossicità è, insieme agli alcaloidi, l'oleandrina, un glicoside cardiotossico (con struttura simile alla ouabaina) e inibitore della pompa sodio-potassio a livello di membrana cellulare.</p> <p>Ma l'oleandro contiene una serie di altri principi tossici, che si conservano anche dopo l'essiccamento.</p> <p>L'oleandro fa parte delle piante che contengono cardenolidi.</p> <p>Le specie animali più colpite sono gli equini, i bovini e i piccoli carnivori. Nel cavallo abbiamo anche la comparsa di gravi e profonde lesioni a livello della mucosa orale. La morte sopraggiunge per collasso cardio-respiratorio solo nel caso in cui se ne ingeriscano grandi quantità.</p> <p>Le sue proprietà tossiche sono state usate come "arma" per l'omicidio descritto nel film White Oleander. Al riguardo la storia racconta che diversi soldati delle truppe napoleoniche morirono per avvelenamento dopo aver usato rami di oleandro come spiedi nella cottura della carne alla brace, durante le campagne militari in Italia.</p> </body> </html>
T 62 P
Semi di Oleandro (Nerium oleander)
Semi di cipolla di mare...

Semi di cipolla di mare...

Prezzo 3,80 € SKU: CT 23
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di cipolla di mare (Albuca bracteata) </strong></h2> <h2><strong><span style="color: #ff0000;">Prezzo per Pacchetto di 3 semi.</span> </strong></h2> <p>Albuca bracteata (sin. Ornithogalum longebracteatum), è conosciuta con i nomi comuni di cipolla incinta, falsa cipolla di mare e cipolla di mare. È una specie di pianta bulbosa della famiglia delle Asparagaceae. I suoi steli fiorali possono raggiungere un'altezza di 90 cm e possono portare fino a 100 fiori bianco-verdastri.</p> <p>Foglie lanceolate a forma di cinghia, lunghe 60 cm (2 piedi) e larghe 2,5 cm (1 in), sporgono da un bulbo voluminoso che è in gran parte fuori terra. Le radici sono bianche e succulente. Molti fiori piccoli, profumati, bianchi, con un diametro di 0,5 cm e una vena mediana verde, si trovano su racemi che possono raggiungere i 70-90 cm di altezza. La fioritura avviene solitamente dalla primavera fino all'inizio dell'inverno (da maggio ad agosto nell'emisfero settentrionale), con 50-100 fiori per gambo. Una pianta può avere fino a 300 fiori contemporaneamente. Le capsule di frutta sono lunghe 10 mm e hanno un diametro di 6 mm. I semi sono oblunghi con dimensioni di 4 per 1,5 mm. L'Albuca bracteata è una criptophyta, poiché il fogliame muore durante i periodi di siccità.</p> <p>Spesso coltivata come pianta ornamentale. La pianta è molto adattabile e quindi ideale per la coltivazione in contenitori. Preferisce il sole diretto. Il supporto deve essere ben drenato.</p> <p>Resiste a temperature fino a -5 ° C.</p> <p>In medicina, le foglie schiacciate della pianta sono usate per trattare tagli e contusioni. Secondo alcune fonti, l'effetto medicinale di questa pianta è simile a quello dell'aloe vera.</p> </body> </html>
CT 23 (3 S)
Semi di cipolla di mare (Albuca bracteata)

Questa pianta ha frutti giganti
Semi di Roselle Gigante...

Semi di Roselle Gigante...

Prezzo 3,50 € SKU: MHS 19 G
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<h2 class=""><strong>Semi di Roselle Gigante (Hibiscus sabdariffa)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;" class=""><strong>Prezzo per confezione da 5 semi.</strong></span></h2> <div><strong><span style="color: #000000; font-size: 18px;">I frutti di questa rosella sono due volte più grandi di qualsiasi altra rosella.</span></strong><br>Appartenente alla famiglia delle Malvacee.</div> <div><strong>Descrizione</strong></div> <div>Il Carcade è un arbusto che può raggiungere i &nbsp;2 m di altezza, le foglie hanno da 3 a 5 lobuli e i fiori sono gialli o rossicci.</div> <div>Questa pianta è originaria del Sudan, e viene coltivata in Egitto, a Ceylon e nelle regioni tropicali del Messico.</div> <p><strong>Proprietà</strong></p> <p><strong>Le proprietà di questa pianta sono:</strong></p> <p>additivo naturale</p> <p>diuretico</p> <p>tonificante</p> <p>blando lassativo</p> <p>digestivo</p> <p>HIBISCUS SABDARIFFA</p> <p>L’ibisco, che viene detto comunemnete carcadè o tè rosa di Abissinia,&nbsp; fa parte della Famiglia delle Malvacee, di cui fanno anche parte la malva ed il cotone. Le parti utilizzati in Fitoterapia sono i fiori, le foglie, le radici e i semi.</p> <p>I principi attivi dell’ Ibisco sono rappresentati dalla vitmamina C, da acidi organici ( acido citrico, malico e tartrico), da mucillagini che hanno azione lassativa, da antociani con una potente azione antiossidante che va a contrastare i radicali liberi che sono responsabili di numerosi stati patologici dell’organismo umano. Dai semi di Ibisco viene ricavato un olio essenziale in cui vi sono grandi quantità di Vitamina E e di acidi grassi essenziali importanti in quanto contrastano la formazione delle placche ateromasiche nelle arterie e&nbsp; quindi agiscono abbassando i livelli di colestrolo. Le foglie dell‘Ibisco hanno proprietà emollienti, diuretiche, rinfrescanti e sedative; i fiori hanno un’azione diuretica e azione stimolante la produzione delle fibre collagene quindi con effetto antirughe; le radici, per il loro sapore amaro, sono utilizzate per la preparazione di amari e aperitivi, quindi hanno un’azione digestiva e tonica sulla mucosa dello stomaco e un’azione emolliente contro la tosse catarrale.</p> <p>&nbsp;</p> <p>Si consiglia di bere l’infuso di fiori di Ibisco nel trattamento della cellulite di primo stadio, cioè quando la cellulite è allo stadio iniziale e quindi si ha solo l’edema e la ritenzione idrica, e quando bisogna migliorare la digestione. L’ibisco non contiene principi attivi eccitanti, e può essere utilizzato dai soggetti che non tpllerano il tè ed il caffè; il decotto delle radici&nbsp; è un ottimo rimedio per la tosse.</p> <p><strong>Usi clinici dell’ Ibisco:</strong></p> <p>Nell’Astenia, tosse e asma: si consiglia di bere una tazza di decotto di radici di Ibisco 2/3 volte al giorno per cirac 1 mese.</p> <p>Nelle Vampate di calore: si consiglia di bere 2/3 tazze al giorno di infuso di fiori di Ibisco</p> <p>Nella Cellulite di primo stadio: si consiglia di bere 2/3 tazze di infuso di fiori di Ibisco al giorno e aggiungere anche un pezzetto di radice di zenzero finemente tritata.</p> <p>Nella Intolleranza alla caffeina: si consiglia di bere l’infuso ricavato sai fiori di Ibisco sia caldo che freddo</p> <p>Nelle Rughe e pelle del viso ipotonica: si consiglia di bere 2/3 tazze al giorno di infuso di fiori di Ibisco ed utilizzare lo stesso infuso come tonico dopo avere effettuato un’accurata pulizia della pelle del viso.</p> <p><strong>Preparazioni semplici di Ibisco da preparare a casa:</strong></p> <p>Infuso: mettere un cucchiao di petali di fiori essiccati di Ibisco in una tazza da tè con acqua calda, coprire e lasciare per circa 10 minuti, filtrare bene e bere. Se si vuole si può aggiungere una scorza di limone e un cucchiaino di miele.</p> <p>Decotto: mettere 2 cucchiai di radici di Ibisco in mezzo litro di acqua fredda, fare bollire a fuoco basso per 10 minuti, filtrare ed utilizzare freddo per lavaggi o frizioni.</p> <table> <tbody> <tr> <td> <p><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td> <p><span>Seeds</span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td> <p><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td> <p><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td> <p><span>all year round</span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td> <p><span>Cover lightly with substrate</span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td> <p><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td> <p><span>18-22°C</span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td> <p><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td> <p><span>7 - 40 days</span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td> <p><span>Water regularly during the growing season</span></p> </td> </tr> <tr> <td nowrap="nowrap">&nbsp;</td> <td> <p><br><span><em>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena.&nbsp;</em><em>All Rights Reserved.</em></span></p> </td> </tr> </tbody> </table>
MHS 19 G (5 S)
Semi di Roselle Gigante (Hibiscus sabdariffa)
Semi di Yucca (Yucca...

Semi di Yucca (Yucca...

Prezzo 2,35 € SKU: CT 8
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<h2 class=""><strong>Semi di Yucca (Yucca filamentosa)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</strong></span></h2> La Yucca filamentosa (Yucca filamentosa L.) fa parte della stessa Famiglia delle Agavi, le Asparagaceae, anche se alcuni le inseriscono in un’altra Famiglia, le Agavaceae. E’ un arbusto del Sud-Est degli Stati Uniti. Negli States la Yucca filamentosa la possiamo trovare spontaneamente sulle spiagge al riparo delle dune, nei campi, nelle lande in pieno sole, e sui pendii rocciosi. Adattabile nei terreni argillosi, o argillosi-limosi. In Italia il Genere Yucca si è propagato in maniera casuale in Lombardia, Veneto, Sicilia, Puglia e Sardegna, anche se nelle regioni settentrionali è molto rara incontrarla spontaneamente. Negli States le Yucche filamentose possono crescere fino a 15 metri. Nelle nostre regioni, invece, può crescere fino a 1 – 2 metri di altezza. La Yucca filamentosa ha rosette basali di foglie sempreverdi, appiattite fra di loro, lunghe fino a 50 cm, di color verde glaucescente, lanceolate, filamentose, strette e taglienti, dalla consistenza rigida e dall’apice appuntito/spinoso. I fiori dal colore bianco cremoso lunghi tra i 5-8 cm sono riuniti in lunghe pannocchie erette tra 50 cm e 150 cm e fioriscono a fine primavera/estate (giugno – luglio). La Yucca è dotata sia di fiori maschili che femminili (dioica).<br /><br />La Yucca filamentosa cresce in terreni drenati, sabbiosi, argillosi (umidi ma non ama i ristagni di acqua che fanno marcire le radici e tollera la siccità, essendo un’essenza che vive in luoghi semi-desertici). Può crescere in terreni poveri di nutrienti, anche se ama terreni ricchi di sostanze nutritive. Non disdegna terreni sia subacidi, sia leggermente basici (da 5.5 fino a 7.5). Cresce sia in posizioni di mezz’ombra o in piena luce, anche se in piena luce ha la sua massima fioritura. La Yucca sopporta i venti, anche forti. Come clima predilige il clima marittimo (non disdegna di crescere, comunque, nel Nord d’Italia, l’importante è che si protegga dagli improvvisi cali di temperatura).<br /><br />Reidratare i semi in acqua tiepida per circa 24 ore prima di seminarli. Se ci si avvale di Acido Gibberellico, disciogliere tale stimola-germinazione in acqua, e reidratare con tale composto i semi.<br /><br />La Yucca si può seminare all’esterno a fine inverno o inizio primavera. Invece in casa/serra si può coltivare tutto l’anno, ma sempre con le accortezze del caso. Si semina ad una profondità di 0.5 cm di profondità.<br /><br />Le temperature di germinazione sono tra i 15-21 °C. Hanno bisogno di terriccio leggero con della sostanza organica (rapporto 2:1) e ben drenato, insieme ad un po’ di sabbia grossa e sul fondo del vaso uno strato di argilla espansa. Si consigliano vasi di terracotta poiché la Yucca ha una notevole velocità di espansione delle radici e ogni anno diventa sempre più pesante anche il trasporto, quindi è necessario dotarsi di un vaso robusto (all’inizio vasi di diametro tra 15-20 cm, poi aumentare il diametro fino ad un massimo di 50 cm nei rinvasi successivi). La germinazione richiede 3 o 4 settimane in posizione ombrosa. Mantenere il terriccio moderatamente umido e trapiantare le piccole Yucche entro 8 settimane in vasi singoli leggermente più grandi e in pieno sole. Fare in modo che tra gli intervalli di ogni travaso il terriccio si asciughi per non incappare in marciumi radicali.<br /><br />Si rinvasa ogni anno in primavera con un bell’apporto di torba nel vaso di terracotta, come si è già descritto prima. Quando il vaso di terracotta raggiunge dimensioni di 50 cm di diametro, si consiglia fortemente di trapiantare la Yucca nel terreno nudo, se siete dotati di giardino.<br /><br />All’esterno la Yucca ama la luce del sole anche diretta. Ama intervalli di temperatura tra i 25°C – 30°C e 10°. Tollera i 0°C ma solo per brevi periodi. Se avete la vostra Yucca in vaso, si può trasportare sul balcone tra aprile e ottobre.<br /><br />Di mattina presto si nebulizzi spesso la pianta in prossimità della chioma nel periodo estivo.<br /><br />Il miglior periodo di irrigazione delle Yucche si ha tra aprile e ottobre, facendo in modo da non creare ristagni di acqua nel sottovaso.Tra i mesi di aprile e ottobre concimare la Yucca ogni 30 giorni con un concime liquido contenente elevate dosi di azoto (N) tra aprile e ottobre.
CT 8 (5 S)
Semi di Yucca (Yucca filamentosa)