ultimi ordini

  •  
    Stef, Waalwijk, Netherlands
  •  
    Dušan, KRAVANY NAD DUNAJOM, Slovakia
  •  
    Arno, Ehrenkirchen, Germany
  •  
    Costas, LARNACA , Cyprus
  •  
    Fulvio francesco, Santa Domenica Talao, Italy
  •  
    william, Dun, France
  •  
    Aymeric , Saint tricat, France
  •  
    Ricard, Sant Celoni, Spain
  •  
    Maureen, Enniscorthy Co Wexford , Ireland
  •  
    Paul, St. Vigil in Enneberg (BZ), Italy
  •  
    Ricardo jorge , Viseu , Portugal
  •  
    Radosav, Kragujevac, Serbia
  •  
    Sylvie, Neyruz, Switzerland
  •  
    Julien, Scionzier, France
  •  
    Zoran, Vinca, Serbia
  •  
    Josef, Hochdorf-Assenheim, Germany
  •  
    Davide, London, United Kingdom
  •  
    Kimberly, Victoria, Gozo, Malta
  •  
    Saša , Beograd, Serbia
  •  
    Ewa, Galway, Ireland
  •  
    Ioannis , Kato Achaia, Greece
  •  
    Samuele, Milano, Italy
  •  
    Dubravka, Niš , Serbia
  •  
    Theodoros, Grevena, Greece
  •  
    goderis, bredene, Belgium
  •  
    Vickie, SARONA, United States
  •  
    Maria, ÓBIDOS / LEIRIA, Portugal
  •  
    Emmanuel, Dijon, France
  •  
    Henri , Koumac, New Caledonia
  •  
    Manuel , Mülchi, Switzerland

Ci sono 1756 prodotti.

Visualizzati 1273-1284 su 1756 articoli

Semi di Barbaforte, Rafano Tedesco (Armoracia rusticana)

Spezie al rafano (Armoracia...

Prezzo 3,95 € SKU: Z 59
,
5/ 5
<h2><span style="font-size:14pt;"><strong><span class="tlid-translation translation"><span title="">Spezie al rafano (Armoracia rusticana)</span><br /><span title="" style="color:#ff0000;">Il prezzo è per pacchetto di 5 grammi di questa spezia.</span></span></strong></span></h2> <p><span>La </span><span><span>barbaforte</span></span><span>, chiamata anche </span><span><span>rafano rusticano</span></span><span>, </span><span><span>rafano tedesco</span></span><span>, o </span><span><span>cren</span></span><span> (Armoracia rusticana </span><span><span>L.</span></span><span>) è una </span><span><span>pianta</span></span><span> erbacea perenne delle </span><span><span>Crucifere</span></span><span>. Il genere Armoracia al quale appartiene è monospecifico.</span></p> <p><span>Si tratta di una pianta rustica e perenne, alta circa 50 cm, con foglie grandi e ruvide, di colore verde intenso. I fiori compaiono all'inizio dell'estate: si tratta di piccoli fiori bianchi con quattro petali disposti in croce e riuniti tra loro in racemi.</span></p> <p><span>È originaria dell'Europa centrorientale ma è diffusa in coltivazione, per la radice a rizoma dalla quale si ricava la salsa, sia in Europa sia in Nordamerica e in Asia occidentale.</span></p> <h2><strong><span>Coltivazione</span></strong></h2> <p><span>Il rafano cresce bene in un terreno asciutto e fertile, in mezz'ombra o in posizione soleggiata. Viene perlopiù coltivato come pianta annuale, con semina nel mese di febbraio, in terreno ben concimato e drenato, già preparato da alcuni mesi. Le piantine vanno distanziate di una trentina di centimetri l'una dall'altra, in file distanti tra loro 50 centimetri. La pianta non ama la siccità; pertanto, quando scarseggiano le piogge, è opportuna l'annaffiatura.</span></p> <h2><strong><span>Utilizzo fresco in cucina</span></strong></h2> <p><span>La radice del rafano ha un sapore dolce, leggermente piccante e soprattutto fortemente aromatico e balsamico (si avverte decisamente nelle vie respiratorie e causa lacrimazione). Il rafano è usato, nella cucina tradizionale della Basilicata, per la preparazione della cosiddetta rafanata materana, in cui il rizoma grattugiato fresco è unito a formaggio pecorino, uova sbattute, prezzemolo e pepe nero per la preparazione di una frittata alta anche alcuni centimetri, ricca pietanza tipica del periodo di Carnevale. Il rafano crudo è il condimento principe dello 'Ndrupp'c, o "intoppo", il ragù tipico della città di Potenza: viene grattugiato fresco, direttamente sul piatto di ragù appena preparato, in aggiunta al formaggio, e subito portato in tavola. Utilizzato il tal modo viene ironicamente definito dai Potentini "u tartuf' d'i povr' òmm" (trad. "il tartufo dei poveri"; letteralmente, "il tartufo dei poveri uomini"). Nella provincia di Potenza è utilizzata anche la foglia per aromatizzare minestre a base di verza. Viene anche utilizzato per creare un surrogato del wasabi</span></p> <p><span>Nella cucina triestina, il rafano grattugiato fresco è usato come condimento essenziale per gli antipasti a base di prosciutto cotto in crosta di pane o di prosciutto cotto tipo "Praga".</span></p> <h2><strong><span>La salsa</span></strong></h2> <p><span>Dalla radice grattugiata macinata e ridotta in pasta, con l'aggiunta di aromi come aceto, pangrattato, mela ed eventualmente un po' di zucchero, si ottiene una salsa piccante che viene accompagnata ad affettati, carni bollite, pesce affumicato e altre pietanze. Si usa, in particolar modo, nella cucina ebraica, in quelle tedesca ed Est europea. In Italia è diffusa soprattutto nel Triveneto, in particolar modo in Friuli-Venezia Giulia e in Provincia di Treviso, e la salsa prende il nome di cren (o kren) dal tedesco. È onnipresente come accompagnamento dei piatti a base di carne pure nella cucina sudtirolese, in particolare assieme allo speck. In Alto Adige inoltre è usanza portarne una porzione in chiesa in occasione della messa di Pasqua. Il kren cosi benedetto si dice abbia la virtù di allontanare i serpenti per un anno intero da chi ne abbia consumato in questa festività.</span></p> <p><span>Un'altra salsa di rafano viene preparata nella misura delle tre parti, cioè una parte di maionese, una di mollica di pane (ammollata nel latte, spremuta e infine ridotta in poltiglia) e una di radice grattata finemente, il tutto corretto di sale con un'aggiunta di aceto, che servirà alla conservazione ed a dare un pH corretto onde evitare il botulino a corto termine. Non si presta ad essere invasata.</span></p> <h2><em>How to Grow Horseradish from Seed</em></h2> <p><strong>Timing</strong></p> <p>For first season harvests, start the seeds indoors in January to February and transplant out in April. The goal is to achieve large, fully established roots that can be divided and/or replanted. If time is not pressing, direct sow any time from March into summer. Optimal soil temperature: 7-23°C (45-75°F).</p> <p><strong>Starting</strong><br />Sow seeds 5mm-1cm (¼-½”) deep in well cultivated, deep soiil. Seeds will sprout in 7-25 days, depending on conditions. Thin or transplant to 20cm (8″) apart in rows 40-50cm (16-20″) apart.</p> <p><strong>Growing</strong><br />Ideal pH: 6.0-6.8. Well drained, warm soil in full sun is best. Raised beds help with both drainage and warmth. Use 1 cup of complete organic fertilizer for every 3m (10′) of row. Newly emerged leaves are edible, or should be left to mature if growing for the roots. The flower petals are also edible — flowers should be removed before they set seeds, as they will self-sow with enthusiasm.</p> <p><strong>Harvest</strong><br />For the leaves, harvest as needed, shortly after they emerge, before they become woody. For the roots, harvest November through March. The roots can also be lifted and stored for spring planting to keep the crop going from season to season.</p> <p><strong>Diseases &amp; Pests</strong><br />In our experience, insects do not cause problems for horseradish.</p> <p><strong>Companion Planting</strong><br />Horseradish is thought to repel aphids and whiteflies, blister beetles, potato beetles, and some varieties of caterpillar. Its flowers attract beneficial predatory hoverflies.</p>
Z 59
Semi di Barbaforte, Rafano Tedesco (Armoracia rusticana)
  • Solo online

Semi di CAPPERO (Capparis spinosa)

Cappero di spezie (Capparis...

Prezzo 1,75 € SKU: Z 62
,
5/ 5
<h2><span style="font-size:14pt;"><strong><span class="tlid-translation translation"><span title="" class="alt-edited">Cappero di spezie (Capparis spinosa)</span><br /><span title="" style="color:#ff0000;">Il prezzo è per pacchetto di 5 grammi di questa spezia.</span></span></strong></span></h2> <p>Il cappero (Capparis spinosa L., 1753) è un piccolo arbusto o suffrutice ramificato a portamento prostrato-ricadente. Della pianta si consumano i boccioli, detti capperi, e più raramente i frutti, noti come cucunci. Entrambi si conservano sott'olio, sotto aceto o sotto sale.</p> <p>Il portamento è cespitoso, con fusto subito ramificato e rami lignificati solo nella parte basale, spesso molto lunghi, dapprima eretti, poi striscianti o ricadenti.</p> <p>Le foglie sono alterne e picciolate, a lamina subrotonda e a margine intero, glabre o finemente pelose, di consistenza carnosa.La forma della lamina è ovata, il margine è liscio,le nervature sono pennate e non è una foglia composta.Il nome dato alla specie è dovuto alla presenza, alla base del picciolo, di due stipole trasformate in spine. Nella varietà inermis, la più comune, le stipole sono erbacee e cadono precocemente.</p> <p>I fiori sono solitari, ascellari, lungamente peduncolati, vistosi. Calice e corolla sono tetrameri, composti rispettivamente da 4 sepali verdi e 4 petali bianchi. L'androceo è composto da numerosi stami rosso-violacei, provvisti di filamenti molto lunghi. L'ovario è supero, con stimma sessile.</p> <p>Il frutto è una capsula oblunga e verde, a forma di fuso, portata da un peduncolo di 2–3 cm, fusiforme e carnosa, con polpa di colore rosaceo. Contiene numerosi semi reniformi, neri o giallastri, di 1–2 mm di dimensioni. A maturità si apre con una fessura longitudinale. Comunemente i frutti sono chiamati cucunci o cocunci.</p> <p><strong><em>Utilizzi</em></strong></p> <p><strong>Culinario</strong></p> <p>Le proprietà aromatiche sono contenute nei boccioli del fiore, comunemente chiamati capperi. Utilizzati in gastronomia da millenni, si raccolgono ancora chiusi e si conservano in macerazione sotto sale o sotto aceto. I capperi sono solitamente usati per aromatizzare le pietanze e si sposano bene con una grande varietà di cibi: dalla carne, al pesce, alla pasta.</p> <p>Il frutto, di sapore simile ma più delicato del cappero, è detto cucuncio, cocuncio o capperone e si trova in commercio sotto sale, sott'olio o sotto aceto. È usato tradizionalmente nella cucina eoliana per condire piatti di pesce. Gli eoliani usano anche dissalare i cucunci o i capperi e consumarli al pari di una qualsiasi verdura, di solito in insalata.</p> <p>In ambito culinario vengono utilizzate anche le giovani foglie come insalata, previa cottura per pochi minuti in acqua bollente.</p> <p>L'ampia diffusione in Sicilia e l'uso tradizionale che se ne fa nella cucina siciliana hanno portato i capperi ad essere inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) come prodotto tipico siciliano.[1] Il Cappero di Pantelleria ha invece ottenuto l'Indicazione geografica protetta (IGP).</p> <p>Sono note fin dall'antichità le proprietà afrodisiache del cappero.</p> <p><strong>Medicinale</strong></p> <p>I capperi contengono più quercetina in rapporto al peso che ogni altra pianta[4]. In erboristeria è utilizzata la corteccia della radice. I principi attivi hanno proprietà diuretiche e protettrici dei vasi sanguigni. Può essere utilizzata nella cura della gotta, delle emorroidi, delle varici. Un infuso preparato con radici di cappero e germogli giovani era utilizzato in medicina popolare per alleviare i reumatismi.</p> <p><strong>Tassonomia</strong></p> <p>Secondo il sistema Cronquist la famiglia delle Capparaceae appartiene all'ordine dei Capparales mentre l'Angiosperm Phylogeny Group la assegna all'ordine dei Brassicales.</p> <p><strong>Ciclo fenologico</strong></p> <p>La pianta entra in riposo durante i mesi freddi. In piena primavera riprende l'attività vegetativa e fiorisce nei mesi di maggio e giugno. La fioritura si protrae durante l'estate in condizioni di umidità favorevoli e in tarda estate riprende d'intensità per diminuire progressivamente al sopraggiungere dell'autunno.</p> <p><strong>Distribuzione</strong></p> <p>Il cappero è coltivato fin dall'antichità ed è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. È spontaneo solo su substrati calcarei: nel suo ambiente naturale cresce sulle rupi calcaree, nelle falesie, su vecchie mura, formando spesso cespi con rami ricadenti lunghi anche diversi metri. È una pianta eliofila e xerofila con esigenze idriche limitatissime.</p> <p><strong>Note colturali</strong></p> <p>Pur essendo una pianta rupicola, il cappero trae vantaggio dalla coltivazione in piena terra e irrigato moderatamente ha uno sviluppo più rigoglioso, producendo fiori da maggio a ottobre. Si propaga per seme o preferibilmente per talee.</p> <p>La talea si esegue in estate, prelevando un pezzo di 7–10 cm di un ramo legnoso di 2-3 anni d'età, quindi lo si pone in una cassetta riempita di torba e sabbia. Per favorire la radicazione è consigliato l'uso di polveri radicanti. Formatesi le radici, si prelevano le piantine e si invasano singolarmente in vasetti di circa 10 cm di diametro.</p> <p>La propagazione per seme è difficoltosa dato che la germinazione dei semi è buona solo se i semi sono seminati immediatamente dalla raccolta dai frutti, è invece molto difficoltosa (germinabilità del 5 - 10%) quando entrano in dormienza (cioè si essiccano), la preparazione con semi in acqua calda e poi in ammollo per qualche giorno aumenta la germinabilità. La possibilità di germinazione aumenta anche qualora la semina venga eseguita nei mesi invernali (dicembre - gennaio). Si semina in cassette, riempite di torba e sabbia, lasciate all'aperto nel periodo estivo e riparate in autunno–inverno. Nella primavera successiva si può trapiantare la nuova pianta direttamente nel terreno o singolarmente in un vaso. La semina può avvenire anche direttamente nelle fessure di muri a secco ben esposti al sole in autunno. Occorre però inserire i semi pressati in una manciata di muschio che proteggerà il seme durante l'inverno e lo terrà umido, altra soluzione: inserire dei semi dentro un fico maturo, o in una zolletta di fango pressato inserendo poi il tutto nella fessura del muro. Le piantine nasceranno verso maggio-giugno.</p>
Z 62
Semi di CAPPERO (Capparis spinosa)
  • Solo online
Foglie di alloro dalla...

Foglie di alloro dalla...

Prezzo 1,10 € SKU: Z 65
,
5/ 5
<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Foglie di alloro dalla Grecia - spezie</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong><span title="">Il prezzo è per pacchetto di 15 foglie.</span></strong></span></h2> <p><strong>Qui offriamo foglia di alloro, originaria della Grecia, coltivata privatamente senza l'uso di preparati chimici. Prodotto biologico puro.</strong></p> <p><strong>La foglia di alloro che acquisti nel negozio non può essere misurata dalla qualità o dall'aroma di questo prodotto locale. Raccolto naturalmente dall'albero, pulito e asciugato.</strong></p> <p>L'alloro (Laurus nobilis L., 1753) è una pianta aromatica appartenente alla famiglia Lauraceae, diffusa nelle zone di clima mediterraneo.</p> <p><strong>Morfologia</strong></p> <p>Si presenta, poiché sottoposto a potatura, in forma arbustiva di varie dimensioni ma è un vero e proprio albero alto fino a 10 m. È una pianta perenne.</p> <p>Il fusto è eretto, la corteccia verde nerastra.</p> <p>Le foglie, ovate, sono verde scuro, coriacee, lucide nella parte superiore e opache in quella inferiore e molto profumate.</p> <p>L'alloro è una pianta dioica che porta cioè fiori maschili e fiori femminili su piante separate. L'unisessualità è dovuta a fenomeni evolutivi di aborto a partire da fiori inizialmente completi. Nei fiori femminili infatti sono presenti 2-4 staminoidi (cioè residui di stami non funzionali). I fiori, di colore giallo chiaro, riuniti a formare una infiorescenza ad ombrella, compaiono a primavera.</p> <p>I frutti sono drupe nere e lucide (quando mature) con un solo seme.</p> <p><strong>Distribuzione</strong></p> <p>Diffuso lungo le zone costiere settentrionali del Mar Mediterraneo, dalla Spagna alla Grecia e nell'Asia Minore. In Italia cresce spontaneamente nelle zone centro-meridionali e lungo le coste, mentre nelle regioni settentrionali è coltivato. La diffusione e l'uso ampio che se ne fa nella cucina siciliana hanno portato l'alloro ad essere inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) come prodotto tipico siciliano.</p> <p>L'ampia diffusione spontanea in condizioni naturali ha fatto individuare uno specifico tipo di macchia: la macchia ad alloro o Lauretum. Si tratta della forma spontanea di associazione vegetale che si stabilisce nelle zone meno aride e più fresche dell'area occupata in generale dalla macchia.</p> <p><strong>Coltivazione</strong></p> <p>L'alloro è una pianta rustica, cresce bene in tutti i terreni e può essere coltivato in qualsiasi tipo di orto.</p> <p>La moltiplicazione della pianta può avvenire per seme, per moltiplicazione dei polloni oppure per talea.</p> <p><strong>Usi</strong></p> <p>Si utilizzano le foglie e se ne possono fare vari usi: in cucina, per aromatizzare carni e pesci, come rimedio casalingo per allontanare le tarme dagli armadi (ottimo e più profumato sostituto della canfora), per preparare decotti rinfrescanti e dalle qualità digestive o pediluvi, o trattato con alcool per ricavarne un profumato e aromatico liquore dalle proprietà digestive, stimolanti, antisettiche ed è utile contro tosse e bronchite.[2] Veniva inoltre utilizzato per preservare libri e pergamene e per preparare le classiche coroncine d'alloro.</p> <p><strong>Tradizione</strong></p> <p>Nella mitologia greco-romana l'alloro era una pianta sacra e simboleggiava la sapienza e la gloria: una corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei giochi Pitici o Delfici[3] e costituiva il massimo onore per un poeta che diveniva un poeta laureato. Da qui l'accezione figurativa di simbolo della vittoria, della fama, del trionfo e dell'onore[senza fonte]. Inoltre questa pianta era sacra ad Apollo poiché Dafne, la ninfa di cui il dio si invaghì, chiese che fosse eliminata la causa dell'invaghimento di Apollo nei suoi confronti, e dunque le fu tolto l'aspetto umano venendo trasformata in Alloro. Apollo a quel punto mise la pianta di Alloro nel suo giardino e giurò di portarne sul suo capo in forma di corone per sempre, e disse che allo stesso modo facessero i Romani durante le sfilate in Campidoglio. Sarebbe stato proprio Apollo, infatti, a rendere questo albero sempreverde.</p> <p><strong>Moda</strong></p> <p>Fred Perry adottò come simbolo dei suoi capi di abbigliamento due rami di alloro incrociati.</p> <p>.</p> </body> </html>
Z 65
Foglie di alloro dalla Grecia - spezie

Spezie zafferano  (Crocus sativus) 2.85 - 1

Spezie zafferano (Crocus...

Prezzo 2,85 € SKU: Z 66
,
5/ 5
<h2><span style="font-size:14pt;"><strong>Spezie zafferano (Crocus sativus)</strong></span></h2> <h2><span style="color:#f70303;font-size:14pt;"><strong><span class="tlid-translation translation"><span title="">Il prezzo è per pacchetto di 1 grammo di questa spezia.</span></span></strong></span></h2> <p><span>Lo zafferano ([ʣaffeˈra:no]) è una spezia che si ottiene dagli stigmi del fiore del Crocus sativus, conosciuto anche come zafferano vero, una pianta della famiglia delle Iridacee. La pianta di zafferano vero cresce fino a 20–30 cm e dà fino a quattro frutti, ognuno con tre stigmi color cremisi intenso. Gli steli e gli stigmi vengono raccolti e fatti seccare per essere usati principalmente in cucina, come condimento e colorante. Lo zafferano, annoverato tra le spezie più costose del mondo, è originario della Grecia o dell'Asia Minore[3][4] e fu coltivato per la prima volta in Grecia. Come clone geneticamente monomorfo, si è diffuso lentamente per la maggior parte dell'Eurasia e più tardi è stato portato in aree del Nord Africa, dell'America del Nord e dell'Oceania.</span></p> <p><span>Lo zafferano vero, la cui specie selvatica è sconosciuta, probabilmente discende dal Crocus cartwrightianus, originario dell'isola di Creta; il Crocus thomasii e il Crocus pallasii sono altri possibili precursori. La pianta è un triploide autoincompatibile il cui maschio è sterile; subisce una meiosi aberrante e quindi non è capace di riprodursi sessualmente in maniera indipendente. La propagazione avviene infatti con moltiplicazione vegetativa, attraverso la selezione di un clone iniziale o per ibridazione interspecifica. Se il C. sativus è una forma mutata del C. cartwrightianus, potrebbe essersi sviluppata come specie, preferita per i lunghi stigmi, da una selezione vegetale nella Creta della tarda età del bronzo.</span></p> <p><span>Il sapore dello zafferano e l'odore simile a fieno e iodoformio sono dovuti alle molecole picrocrocina e safranale. Contiene inoltre un pigmento carotenoide, la crocina, che dà una tonalità giallo-dorata ai piatti e ai tessuti. La sua storia documentata comincia con un trattato botanico assiro del VII secolo a.C. compilato sotto il regno di Sardanapalo e per oltre quattro millenni è stato commerciato ed usato. Attualmente la produzione iraniana di zafferano rappresenta il 90% di quella mondiale.</span></p> <p><strong><span>Etimologia</span></strong></p> <p><span>Il termine zafferano è attestato nella lingua italiana dal XIV secolo[5] e deriva dall'arabo zaʿfarān (</span><span>زَعْفَرَان</span><span>)[6], che equivale al persiano zaâfara[7], termine indicante il croco[8]. La parola è giunta alla lingua italiana attraverso la forma del latino medioevale safaranum, da cui deriva anche la forma spagnola azafran[9]. Una derivazione alternativa vorrebbe che zaʿfarān sia la forma resa in arabo della parola persiana </span><span>زرپران</span><span> zarparān, data da zar + par + -ān, propriamente ‘alle ali d'oro’[10]. Ancora più antico è l'accadico azupiranu, "zafferano". Nel latino classico il termine usato era invece crŏcum[11], prestito linguistico di provenienza semitica: è adattato dalla forma aramaica kurkema attraverso il termine arabo kurkum e gli intermedi greci krokos o karkum, che significa ancora "giallognolo"[12]. L'origine ultima potrebbe essere il sanscrito kunkumam, a meno che non sia anch'esso un prestito dalle lingue semitiche</span></p> <p><strong><span>Descrizione</span></strong></p> <p><span>La forma domestica del croco da zafferano, il Crocus sativus, è una pianta perenne delle Angiosperme che fiorisce in autunno, la cui forma selvatica è sconosciuta. Progenitore potrebbe essere il Crocus cartwrightianus, anch'essa angiosperma dalla fioritura autunnale, originaria della zona orientale del bacino mediterraneo. La forma domestica si è probabilmente originata quando il C. cartwrightianus è stato sottoposto ad un'intensiva selezione artificiale da parte di agricoltori alla ricerca di stigmi più lunghi. Altri possibili progenitori della pianta sono il C. thomasii e il C. pallasii.</span></p> <p><span>È una forma sterile triploide, ovvero avente tre copie di ogni cromosoma omologo a costituire il corredo genetico di ogni esemplare; il C. sativus ha un corredo aploide di otto cromosomi, per un totale quindi di 24. Essendo la pianta sterile, i fiori non riescono a riprodursi attraverso i semi, dovendo fare affidamento sull'intervento umano: gruppi di cormi, organi simili a bulbi che si trovano sottoterra e immagazzinano amido, devono essere scavati, divisi e ripiantati. Un cormo sopravvive per una stagione, producendo con la sua divisione vegetativa fino a dieci piccoli cormi che possono svilupparsi in nuove piante nella stagione successiva. I cormi compatti sono piccoli globi marroni che hanno un diametro di 5 cm, una base piatta e sono avvolti in una densa rete di fibre parallele, rivestimento chiamato "tunica del cormo". Il cormo inoltre sostiene delle fibre verticali sottili e simili ad una rete che crescono fino a 5 cm al di sopra del collo della pianta.</span></p> <p><span>La pianta cresce fino ad un'altezza di 20–30 cm e da essa germogliano 5-11 catafilli, foglie bianche e non fotosintetiche. Queste strutture coprono e proteggono come membrane le 5-11 foglie vere del croco quando sbocciano e si sviluppano. Queste ultime sono verdi, sottili, dritte e lanceolate, con un diametro di 1–3 mm e possono svilupparsi o dopo che i fiori si sono aperti (isteranzia) oppure contemporaneamente alla fioritura. I catafilli del C. sativus potrebbero comparire, secondo alcuni, prima della fioritura se nella stagione di crescita la pianta pianta viene irrigata presto. L'asse dei fiori ha delle piccole brattee, foglie specializzate che germogliano dallo stelo del fiore, il pedicello. Dopo l'estivazione in primavera, la pianta emette le sue foglie vere, ognuna lunga fino a 40 cm. In autunno compaiono le gemme viola. Solo nel mese di ottobre, dopo che la maggior parte delle altre piante ha liberato i propri semi, si sviluppano dei fiori dal colorito brillante che varia tra una leggera sfumatura pastello di lilla e un malva più scuro e screziato. I fiori hanno un profumo dolce, simile al miele. Appena terminata la fioritura, le piante raggiungono un'altezza media minore di 30 cm. Da ogni fiore spunta uno stilo a tre punte, ognuna delle quali termina con uno stigma cremisi intenso alto 25–30 mm.</span></p> <p><strong><span>Coltivazione</span></strong></p> <p><span>Il Crocus sativus cresce molto bene nella macchia mediterranea e in climi simili come chaparral californiano e matorral cileno, dove la brezza estiva, calda e secca, soffia su terre semi-aride. Può tuttavia sopravvivere anche a inverni freddi, tollerando temperature fino a -10 °C e brevi periodi coperto dalla neve. È necessaria l'irrigazione se cresce al di fuori di ambienti umidi come quello del Kashmir, dove ci sono precipitazioni medie annuali di 1000–1500 mm; rispetto alla zona di coltivazione principale, quella iraniana, le regioni di coltura in Spagna (500 mm annui) e in Grecia (400 mm annui) sono molto più secche. Ciò è possibile grazie alla tempistica della stagione umida locale: abbondanti piogge primaverili ed estati più secche costituiscono un clima ottimale. La pioggia immediatamente precedente alla fioritura aumenta il raccolto di zafferano, un tempo piovoso o freddo durante la fioritura invece promuove malattie e riduce il raccolto. Un'umidità persistente e condizioni di forte caldo danneggiano le coltivazioni; conigli, topi ed uccelli causano danni scavando i cormi. Nematodi, ruggini delle foglie e marcescenza dei cormi costituiscono altre minacce. Tuttavia l'inoculazione del bacillo del fieno può portare vantaggi ai coltivatori accelerando la crescita dei cormi e aumentando la biomassa di stigmi raccolti.</span></p> <p><span>La pianta sopravvive male in condizioni d'ombra, crescendo al meglio esposta alla piena luce solare. Ideali sono i terreni inclinati verso la luce del sole, come ad esempio quelli inclinati verso sud nell'emisfero boreale. La semina viene effettuata principalmente a giugno nell'emisfero settentrionale, dove i bulbi vengono piantati ad una profondità di 7–15 cm; le radici, lo stelo e le foglie possono svilupparsi tra ottobre e febbraio. La profondità e lo spazio tra i cormi sono fattori critici nel determinare i raccolti. Cormi "madre" piantati più in profondità producono zafferano di alta qualità, ma formano meno boccioli e cormi "figli". Gli agricoltori italiani ottimizzano la resa dei pistilli piantando a 15 cm di profondità e in file a una distanza di 2–3 cm; una profondità di 8–10 cm ottimizza invece la produzione di fiori e cormi. I coltivatori greci, marocchini e spagnoli impiegano profondità e distanze proprie, adattate ai loro ambienti.</span></p> <p><span>Il C. Sativus preferisce suoli argilloso-calcarei friabili, a bassa densità, ben irrigati e ben drenati e con alto contenuto organico. Letti coltivati tradizionalmente promuovo un buon drenaggio. Il contenuto organico dei suoli veniva storicamente incrementato con l'applicazione di 20-30 tonnellate di concime per ettaro. In seguito, senza ulteriori applicazioni di concime, venivano piantati i cormi. Dopo il periodo estivo di quiescenza, i cormi emettono le loro foglie strette ed iniziano a gemmare nella prima parte dell'autunno, a metà del quale, poi, fioriscono. La raccolta deve necessariamente essere fatta velocemente: dopo essere sbocciati all'alba, i fiori appassiscono velocemente con il passare del giorno; tutte le piante fioriscono in una finestra di una o due settimane. All'incirca 150 fiori insieme fruttano 1 g di pistilli di zafferano secchi; per produrre 12 g di zafferano secco (o 72 g umido e raccolto da poco) è necessario 1 kg di fiori. Un fiore appena colto ha una resa media di 30 mg di zafferano fresco o 7 mg di zafferano secco.</span></p> <p><span>Circa il 90% della produzione mondiale di zafferano arriva dall'Iran[13]. In Italia lo zafferano viene prodotto in diverse regioni, con il riconoscimento di denominazione di origine protetta per lo zafferano aquilano (Abruzzo, provincia dell'Aquila), lo zafferano di Sardegna (provincia del Sud Sardegna) e lo zafferano di San Gimignano (Toscana, provincia di Siena). Altre zone di coltivazione nella penisola sono a Montegiorgio, nelle Marche, e a Cascia e Città della Pieve, in Umbria.</span></p> <p><strong><span>Chimica</span></strong></p> <p><span>Lo zafferano contiene più di 150 composti volatili ed aromatici ed ha anche svariati composti attivi non volatili, molti dei quali sono carotenoidi, tra cui si possono citare zeaxantina, licopene ed α- e β-carotene. Il colore giallo-arancione dorato dello zafferano però è dovuto principalmente all'α-crocina, l'estere di trans-crocetina e di di-(β-D-gentiobiosile), avente il nome IUPAC di acido 8,8-diapo-8,8-carotenoico. Ciò significa che la crocina alla base dell'aroma dello zafferano è un estere digentiobiosico del carotenoide crocetina. Le crocine stesse sono una serie di carotenoidi idrofilici, esteri polieni della crocetina o monoglicosilici o diglicosilici. La crocetina è un acido dicarbossilico polienico coniugato che è liposolubile, essendo idrofobico. Quando la crocetina è esterificata con due molecole di gentobiosio, uno zucchero idrosolubile, il prodotto è anch'esso idrosolubile. L'α-crocina che ne risulta è un pigmento carotenoide che può costituire più del 10% della massa di zafferano secco. I due gentobiosi esterificati rendono l'α-crocina ideale per colorare piatti a base acquosa e non lipidici, come pietanze a base di riso.</span></p> <p><span>Il glucoside amaro picrocrocina è responsabile del sapore dello zafferano. La picrocrocina (formula chimica: C16H26O7; nome sistematico: 4-(β-D-glucopyranosyloxy)-2,6,6- trimethylcyclohex-1-ene-1-carboxaldehyde) è l'unione di una subunità aldeidica conosciuta come safranale (nome sistematico: 2,6,6-trimetilcicloesa-1,3-diene-1-carbossialdeide) con un carboidrato. Ha delle proprietà insetticide e pesticide e può costituire fino al 4% dello zafferano secco. La picrocrocina è una versione troncata del carotenoide zeaxantina prodotta attraverso clivaggio ossidativo ed è anche il glicoside dell'aldeide terpenica safranale.</span></p> <p><span>Quando lo zafferano, dopo la raccolta, viene fatto seccare, il calore e l'azione enzimatica dividono la picrocrocina in D-glucosio e una molecola libera di safranale. Il safranale, un olio volatile, dona allo zafferano gran parte del suo caratteristico aroma; esso è meno amaro della picrocrocina e in alcuni saggi può arrivare a costituire fino al 70% della frazione volatile dello zafferano secco. Un altro elemento determinante per l'aroma dello zafferano è il 2-idrossi-4,4,6-trimetil-2,5-cicloesadien-1-one, che quando viene fatto seccare come il fieno, produce un profumo descritto come quello dello zafferano. I chimici ritengono che questo abbia l'influenza più forte nel determinare il profumo dello zafferano, nonostante la sua presenza quantitativamente minore rispetto al safranale. Lo zafferano secco è molto sensibile alle fluttuazioni di pH e i suoi legami chimici si rompono rapidamente in presenza di luce ed agenti ossidanti. Per questo motivo deve essere conservato in contenitori ermetici, per minimizzare il contatto con l'ossigeno atmosferico. Lo zafferano è però piuttosto resistente al calore.</span></p> <p><strong><span>Classi e categorie ISO 3632</span></strong></p> <p>Lo zafferano non è tutto della stessa qualità e intensità. L'intensità dipende da vari fattori, tra cui la quantità di stilo raccolto insieme allo stigma rosso e l'età dello zafferano stesso. <span>La maggior presenza di stilo nella parte raccolta significa una minore intensità per grammo di zafferano, poiché il colore e il profumo sono concentrati negli stigmi. Lo zafferano da Spagna, Iran e Kashmir viene classificato in classi in base alle quantità relative di stigmi rossi e stili gialli. Le classi dello zafferano iraniano sono: "sargol" (solo le punte degli stigmi rossi, la classe con la maggior intensità), "pushal" or "pushali" (stigmi rossi più alcuni stili gialli, intensità più bassa), "bunch" (stigmi rossi più una maggiore quantità di stili gialli, presentato in piccoli mazzetti come fascetti di grano in miniatura) e "konge" (solo stili gialli, per cui viene rivendicato l'avere un aroma, ma con uno scarso potenziale colorante). Le classi dello zafferano spagnolo sono: "coupé" (il più intenso, come il "sargol" iraniano), "mancha" (come il "pushal" iraniano), e, in ordine di intensità decrescente, "rio", "standard" e "sierra". Il nome "mancha" nella classificazione spagnola può avere due significati: una classe generica di zafferano oppure una varietà di qualità molto alta coltivata in Spagna, con una specifica origine geografica. Il vero zafferano La Mancha coltivato in Spagna ha il riconoscimento di prodotto DOP, indicato sull'etichetta. I coltivatori spagnoli hanno lottato molto per ottenere questo status poiché si sono resi conto che le importazioni di zafferano iraniano rietichettato in Spagna e venduto come zafferano La Mancha stavano danneggiando il marchio originale.</span></p> <p><span>Le nazioni che producono quantità minori di zafferano non hanno termini specifici per le diverse classi e possono produrne solo una. Di contro, i produttori artigianali in Europa e Nuova Zelanda hanno la maggior parte del lavoro nella raccolta di zafferano mirata all'alta qualità, offrendo solo un prodotto di classe estremamente alta.</span></p> <p><span>In aggiunta alle descrizioni basate sul metodo di raccolta, lo zafferano può essere categorizzato in base allo standard internazionale ISO 3632[14] dopo misurazioni in laboratorio del contenuto in crocina (responsabile del tipico colore), picrocrocina (responsabile del gusto) e safranale (responsabile dell'aroma). Spesso però sull'etichetta del prodotto non c'è una chiara informazione riguardo alla classe e solo una piccola parte dello zafferano in vendita pronto nel Regno Unito è etichettato con la categoria ISO. Questa mancanza di informazioni rende difficile per gli acquirenti condurre delle scelte consapevoli al momento di comparare i prezzi ed acquistare zafferano.</span></p> <p><span>Secondo lo standard ISO 3632 è dirimente anche la determinazione del contenuto che non provenga dagli stigmi ("contenuto in scarti floreali") e di altre sostanze estranee come materiali inorganici (le "ceneri" della chimica analitica, residuali dopo la combustione di un campione). Gli standard per la classificazione vengono stabiliti dall'Organizzazione internazionale per la normazione, una federazione di organizzazioni nazionali di standardizzazione. L'ISO 3632 riguarda unicamente lo zafferano e fissa tre categorie: III (di qualità più bassa), II e I (di qualità più alta). Precedentemente esisteva anche una categoria IV, al di sotto della III. I campioni vengono assegnati alle varie categorie valutando il contenuto di crocina e picrocrocina nella spezia, rivelato dalla misura dell'assorbanza specifica all'analisi per spettrofotometria. Il safranale è trattato in maniera leggermente diversa, poiché le misurazioni non vengono distinte in base a valori soglia, ma i campioni di ogni categoria devono restituire un valore tra 20 e 50.</span></p> <p><span>Questi dati vengono misurati attraverso analisi spettrofotometriche eseguite in laboratori certificati presenti in tutto il mondo. Una maggiore assorbanza indica maggiori livelli di crocina, picrocrocina e safranale, e di conseguenza un maggior potenziale colorante, ed è anche segno di una maggiore intensità per grammo. Il valore di assorbanza della crocina è chiamato "forza colorante" dello zafferano esaminato e può variare da un minimo inferiore ad 80 (tipico della categorie IV) fino ad un massimo di 200 ed oltre (per la categoria I). I campioni migliori (costituiti dalle punte degli stigmi, per la maggior parte rosso-marroncine, selezionate dai fiori più pregiati) forniscono all'esame una forza colorante superiore a 250, rendendo uno zafferano di questo livello quattro volte più intenso di uno di categoria IV. I prezzi di mercato delle diverse varietà dipendono da queste categorie ISO. Il sargol e il coupé ricadono generalmente nella categoria I dell'ISO 3632, il pushal e il mancha nella II. Su molte delle etichette delle confezioni di zafferano non vengono indicate né la categoria ISO 3632 né la forza colorante (che misura la crocina contenuta).</span></p> <p><span>Molti coltivatori, commercianti e consumatori però rifiutano i risultati di questi test di laboratorio. Alcune persone preferiscono un metodo più olistico, campionando i lotti di pistilli in base a gusto, aroma, flessibilità ed altre caratteristiche in una maniera simile a quella praticata dai degustatori di vino professionisti. Le informazioni sulle classi ISO 3632 e sulla forza colorante permettono comunque ai consumatori di fare comparazioni istantanee tra la qualità di diversi marchi, senza la necessità di acquistare e saggiare lo zafferano. In particolare, i consumatori possono calcolare il valore economico in base al prezzo per unità di forza colorante invece che in base al prezzo per grammo, vista l'ampia gamma di forza colorante che i diversi tipi di zafferano possono avere.</span></p> <p><span>Nonostante tentativi per controllare la qualità e per una standardizzazione, una lunga storia di adulterazione dello zafferano, in particolare nelle varietà più economichea, continua ancora in tempi moderni. Sofisticazioni sono state documentate per la prima volta in Europa nel Medio Evo, quando chi veniva trovato a vendere zafferano adulterato veniva giustiziato secondo il codice Safranschou. Metodi tipici includono il mescolamento in sostanze diverse come barbabietola, fibre di melograno, fibre di seta tinte di rosso, e gli stami gialli del croco, senza sapore e senza odore. Un altro metodo è quello quello di bagnare le fibre di zafferano con sostanze viscide come miele o oli vegetali per aumentarne il peso. Lo zafferano in polvere è comunque di più facile adulterazione, con curcuma paprica e altre polveri usate come riempitivi per allungare la miscela. La sofisticazione può consistere anche nella vendita di miscele di diverse classi di zafferano etichettate in modo fallace. In India infatti, lo zafferano di alta intensità del Kashmir viene spesso venuto e mescolato con un più economico zafferano iraniano d'importazione, fenomeno che è costato ai coltivatori del Kashmir molti dei loro guadagni.</span></p>
Z 66
Spezie zafferano  (Crocus sativus) 2.85 - 1
  • Solo online

Spezie di L'Aneto...

Spezie di L'Aneto...

Prezzo 2,60 € SKU: Z 67
,
5/ 5
<h2><span style="font-size:14pt;"><strong>S<span class="tlid-translation translation"><span title="" class="alt-edited">pezie </span></span> di L'Aneto puzzolente (Anethum Graveolens)</strong></span></h2> <h2><span style="font-size:14pt;"><strong><span style="color:#ff0000;"><span class="tlid-translation translation"><span title="">Il prezzo è per pacchetto di 5 grammi di questa spezia.</span></span></span></strong></span></h2> <div>L'Aneto puzzolente (nome scientifico Anethum graveolens L.) è una pianta erbacea dai piccoli fiori appartenente alla famiglia delle Apiaceae.</div> <div>Etimologia</div> <div>Il nome del genere deriva dal greco « anethon » (Anice), il quale deriva a sua volta dall'antico egizio. Questa termine può essere tradotto con allontana i malori in riferimento alle proprietà medicamentose. L'epiteto specifico graveolens deriva dal latino « gravis » (pesante, forte) et « olens » (sentore), in quanto ha un odore forte[1].</div> <div>Il binomio scientifico attualmente accettato (Anethum graveolens) è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione ”Species Plantarum” del 1753.</div> <div>Descrizione</div> <div>L'altezza di queste piante annuali (ma in alcuni casi anche biennali[2]) varia da 0,2 a 1 m (massimo 1,5 m). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia sono piante che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo fondamentalmente annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme; sono inoltre munite di asse fiorale eretto e spesso privo di (o con poche) foglie. Tutta la pianta è glauca e aromatica ma con un odore sgradevole.</div> <div>Radici</div> <div>Le radici sono secondarie da fittone.</div> <div>Fusto </div> <div>Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è un fittone.</div> <div>Parte epigea: la pianta ha una aspetto caulescente con un fusto ramoso solo nella parte alta. I fusti sono eretti, un po' gracili, a sezione cilindrica con superficie striata. I fusti inoltre sono articolati in nodi e internodi.</div> <div>Foglie</div> <div>Le foglie, a disposizione spiralata, sono del tipo pinnato-composto (3 – 4 pennatosette) con segmenti filiformi, il contorno della lamina è più o meno romboidale; i segmenti basali sono più ovati, quelli dell'ultimo ordine sono capillari. I vari segmenti si presentano con una nervatura mediana. Il colore è glauco. La larghezza delle foglie è circa di 1 mm; in particolare i segmenti più esterni hanno le seguenti dimensioni: larghezza 0,5 mm; lunghezza 4 – 20 mm.</div> <div>Frutti</div> <div>I frutti sono degli diacheni (composti da due mericarpi – ossia due acheni saldati lungo l'asse centrale) chiamati anche frutti secchi schizocarpici. Sono alati, derivati dalle ali dei due singoli frutti saldati insieme. Sono piccoli a forma ovale, appiattiti sul dorso e a coste preminenti, di colore bruno e con superficie liscia e glabra; una volta raggiunta la maturazione in agosto-settembre si scindono in due parti. Dimensione del frutto: 4 – 5 mm.</div> <div>Riproduzione</div> <div>Impollinazione: l'impollinazione è garantita soprattutto da diversi insetti, come api e vespe in quanto sono piante nettarifere (impollinazione entomogama).</div> <div>Riproduzione: la fecondazione avviene tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).</div> <div>Distribuzione e habitat</div> <div>Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Sud Ovest Asiatico. Questa specie è di origine asiatica e successivamente naturalizzatasi in Europa meridionale; quindi in Italia è da considerare specie “esotica naturalizzata”[5] o “avventizia”[7].</div> <div>Distribuzione: questa specie è poco diffusa sul territorio italiano; è considerata rara. Si trova in parte al nord (Veneto, Friuli Venezia Giulia e forse in Liguria e Trentino Alto Adige) e in parte al centro (Marche, Abruzzo e Molise). Fuori dall'Italia (sempre nelle Alpi) si trova in Francia (dipartimento di Drôme) e in Austria (Länder del Vorarlberg, Tirolo Settentrionale, Carinzia, Stiria, Austria Inferiore). Sugli altri rilievi europei si trova nel Massiccio Centrale e nei Monti Balcani.</div> <div>Habitat: l'habitat tipico sono gli incolti e orti (coltivi utilitari). Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.</div> <div>Distribuzione altitudinale: l'Aneto si trova raramente al di sotto dei 600 metri, mentre sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1000 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte montano.</div> <div> <table cellspacing="0" cellpadding="0" border="1"><tbody><tr><td colspan="2" width="100%" valign="top"> <p><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Seeds</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>all year round</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Cover lightly with substrate</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>min. 15 ° C</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>2-3 weeks</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Water regularly during the growing season</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong> </strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><br /><span><em>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena. </em><em>All Rights Reserved.</em></span></p> </td> </tr></tbody></table></div>
Z 67
Spezie di L'Aneto puzzolente (Anethum Graveolens)

Spezia di maggiorana...

Spezia di maggiorana...

Prezzo 1,80 € SKU: Z 71
,
5/ 5
<div> <h2><span style="font-size:14pt;"><strong><span class="tlid-translation translation"><span title="">Spezia di maggiorana (Origanum Majorana)</span></span></strong></span></h2> <h3><span style="font-size:14pt;"><strong><span style="color:#ff0000;"><span class="tlid-translation translation"><span title="">Il prezzo è per pacchetto di 5 grammi di questa spezia.</span></span></span></strong></span></h3> <div>Pianta erbacea perenne originaria dell’Africa settentrionale; in Europa e in Italia è diffusa come pianta aromatica. Nelle zone fredde viene coltivata come annuale.</div> <div>Caratteri botanici</div> <div>Pianta perenne nelle zone desertiche di origine, presenta fusti eretti o ascendenti, alti fino a 60 cm. Le foglie sono opposte, ovato-ellittiche, pelose e verde chiaro-biancastre. I fiori, violacei o rosei, sono riuniti in dense spighette che formano delle pannocchie terminali.</div> <div>Coltivazione</div> <div>Può essere propagato per semina (da effettuare in primavera) o per divisione delle piante accestite (in primavera o dopo la fioritura).</div> <div>Raccolta e conservazione</div> <div>Raccogliere le foglie e le estremità fiorite all’inizio della fioritura. Fare essiccare in luogo ombroso e ventilato.</div> <div>Uso in cucina e proprietà terapeutiche</div> <div>Molto impiegata in cucina per aromatizzare carni in umido, funghi, legumi, salse, insalate di pomodori, ecc. Entra nella composizione di vermuth e liquori a base di erbe.</div> <div>Il profumo della maggiorana è più dolce e speziato rispetto a quello dell’origano, che è invece più fresco e pungente.</div> <div>Proprietà terapeutiche: sedative, antispasmodiche, tonico-stimolanti, diaforetiche. Per uso esterno, viene impiegato per frizioni antireumatiche. </div> </div> <div> <table cellspacing="0" cellpadding="0" border="1"><tbody><tr><td colspan="2" width="100%" valign="top"> <p><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Seeds</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>all year round </span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Needs Light to germinate! Just sprinkle on the surface of the substrate + gently press</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>18-25 ° C</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>until it germinates </span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Water regularly during the growing season</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong> </strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><br /><span><em>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena. </em><em>All Rights Reserved.</em></span></p> </td> </tr></tbody></table></div>
Z 71
Spezia di maggiorana (Origanum Majorana)

Spezie di salvia (Salvia officinalis) 1.95 - 2

Spezie di salvia (Salvia...

Prezzo 1,95 € SKU: Z 72
,
5/ 5
<h2><span style="font-size:14pt;"><strong>Spezie di salvia (Salvia officinalis)</strong></span></h2> <h3><span style="font-size:14pt;"><strong><span style="color:#ff0000;"><span class="tlid-translation translation"><span title="">Il prezzo è per pacchetto di 5 grammi di questa spezia.</span></span></span></strong></span></h3> <div>La pianta che viene chiamata popolarmente salvia senza altre qualificazioni, o salvia comune, è descritta con il nome scientifico di Salvia officinalis, una delle quasi 1000 specie appartenenti al genere Salvia.</div> <div>Descrizione</div> <div>La salvia comune è un piccolo arbusto sempreverde.</div> <div>Le foglie semplici, feltrose al tatto, hanno un colore verde-grigiastro e un odore caratteristico. La forma è ovale con margine crenato, nervature penninervie, attaccatura picciolata con inserimento semplice.</div> <div>I fiori violacei sono riuniti in infiorescenze e hanno il caratteristico aspetto asimmetrico proprio della famiglia delle Lamiacee.</div> <div>I frutti si formano alla base dei fiori e contengono i minuscoli semi ovoidali di colore marrone scuro.</div> <div>Distribuzione e habitat</div> <div>La salvia comune è originaria del bacino del Mediterraneo e anche in Italia può essere trovata allo stato spontaneo.</div> <div>Usi </div> <div>In cucina</div> <div>La Salvia trova impiego in cucina fin dai tempi antichi.</div> <div>Nonostante la sua origine mediterranea, la presenza della salvia per aromatizzare carni di vario genere è consolidata da secoli in quasi tutte le tradizioni culinarie d'Europa. Meno comune ma non raro è il suo impiego per cibi di tipo diverso: pasta (notissimi in Italia i tortelloni burro e salvia), formaggi (p.es. alcuni formaggi alle erbe), foglie di salvia fritte e anche zuppe.</div> <div>In Medio Oriente la salvia viene usata per aromatizzare l'arrosto di montone.</div> <div>In erboristeria</div> <div>Il nome stesso di questa pianta è testimone delle virtù che gli antichi Romani le riconoscevano: infatti salvia ha la stessa radice del verbo salvare e della parola salus (salvezza, ma anche salute).</div> <div>Presso i Romani la salvia doveva essere raccolta con un rituale particolare, senza l'intervento di oggetti di ferro, in tunica bianca e con i piedi scalzi e ben lavati.</div> <div>Prima e dopo i Romani, dagli Egizi alla farmacopea medioevale, la salvia fu sempre apprezzatissima in erboristeria e non a caso Linneo le attribuì il nome di officinalis.</div> <div>Tra i principali effetti, la salvia ha efficacia antisettica ed è anche digestiva e calmante. Le sono attribuiti altri effetti, ma non su tutti c'è concordia di vedute.</div> <div>Secondo un'antica tradizione inoltre la Salvia officinalis può essere utilizzata per curare un'eccessiva sudorazione: si prepara un infuso con la Salvia officinalis e si praticano tamponamenti della zona da trattare.</div> <div>Nel giardinaggio</div> <div>I fiori della salvia e anche l'aspetto d'insieme della pianta sono stati sempre apprezzati nel giardinaggio.</div> <div>La Salvia officinalis, come altre specie dello stesso genere, è pertanto utilizzata come pianta ornamentale.</div> <div>In cosmetica</div> <div>L'estratto di salvia è un eccellente fissatore per profumi. Rafforza le gengive ed è indicato per lo smalto dei denti (vedi).</div> <div>Tossicità della Salvia Comune</div> <div>La salvia contiene un chetone complesso, il tujone, che può risultare tossico ad alte dosi. Ciò ha impatto sia sull'uso culinario che su quello medicinale e spiega perché la salvia è stata usata come aroma ma non, per esempio, come insalata.</div> <div>La normativa europea ha stabilito un limite massimo al contenuto di tujone nei cibi, che è di 25 mg/kg nel caso di cibi aromatizzati con la salvia. Negli Stati Uniti attualmente la legge fissa un tetto al contenuto di tujone, ma non è applicabile ai cibi preparati con la salvia.</div> <div>Quelle Wikipedia <table cellspacing="0" cellpadding="0" border="1"><tbody><tr><td colspan="2" width="100%" valign="top"> <p align="center"><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>Seeds</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>0</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>0</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>all year round</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>Needs Light to germinate! Just sprinkle on the surface of the substrate + gently press</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>10-15°C</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>10 - 45 days</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p align="center"><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p align="center"><span>Water regularly during the growing season</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"><span> </span></td> <td valign="top"> <p align="center"><br /><span><em>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena. </em><em>All Rights Reserved.</em></span></p> </td> </tr></tbody></table></div>
Z 72
Spezie di salvia (Salvia officinalis) 1.95 - 2

Semi di Menta Piperita

Spezie alla menta piperita...

Prezzo 2,50 € SKU: Z 74
,
5/ 5
<div id="idTab1" class="rte"> <h2><span style="font-size:14pt;"><strong><span class="tlid-translation translation"><span title="">Spezie alla menta piperita (Mentha piperita)</span><br /><span title="" style="color:#ff0000;">Il prezzo è per pacchetto di 5 grammi og questa spezia.</span></span></strong></span></h2> <br /><p>È una pianta erbacea perenne, stolonifera e molto rustica. Si semina a primavera o estate e si trapianta a file distanti cm.30-35. In cucina si utilizza per aromatizzare le insalate, le patate, i pomodori, le melanzane, le zucchine, i funghi e le salse.</p> <p><strong>WIKIPEDIA:</strong></p> <p>La menta piperita (Mentha × piperita) è una pianta erbacea perenne, stolonifera, fortemente aromatica, che appartiene alla famiglia delle Labiate (Lamiaceae), e al genere Mentha. È ibrida tra la Mentha aquatica e la M. spicata (chiamata anche Mentha viridis).</p> <p>La pianta è originaria dell'Europa e la coltivazione è diffusa in tutto il mondo . Talvolta la si trova allo stato selvatico insieme alle sue specie di origine.</p> <p><strong>Descrizione</strong></p> <p>La menta piperita è un'erba alta da qualche cm a circa 70 cm, con steli eretti e radici rizomatose che si espandono notevolmente nel suolo.</p> <p>Le foglie sono opposte, semplici, lanceolate e ricoperte di una leggera peluria di colore verde brillante.</p> <p>I fiori sono raccolti in cime terminali, coniche, che fioriscono a partire dal basso verso l'alto. I singoli fiori, simpetali e irregolari, sono piccoli, di colore bianco, rosa o viola; la corolla, parzialmente fusa in un tubo, si apre in due labbra, la superiore con un solo lobo, l'inferiore con 3 lobi disuguali. La fioritura avviene in piena estate e prosegue fino all'autunno.</p> <p>Il frutto è una capsula che contiene da 1 a 4 semi.</p> <p><strong>Coltivazione</strong></p> <p>Di facile coltivazione, predilige una zona poco ombrosa e umida.</p> <p>La moltiplicazione avviene per talea, oppure per divisione dei cespi, a fine settembre. Alla base della pianta si formano degli "stoloni" da cui hanno origine nuovi germogli che verranno usati per rinnovare le colture. Se coltivata in zone di scarsa umidità, la pianta guadagnerà in ricchezza di essenza ma perderà in sviluppo.</p> <p>La pianta della menta è facilmente attaccata da funghi parassiti (Puccinia menthae); i suoi steli e le foglie si riempiono di rigonfiamenti e puntini rossastri che poi si evolvono in macchioline nerastre, le piante infette vanno eliminate e bruciate. Viene, inoltre, attaccata dalle lumache che ne sono ghiotte.</p> <p>La raccolta della menta viene fatta quando la pianta è completamente fiorita e portata nelle apposite distillerie, mentre per uso domestico viene essiccata in luogo fresco e arieggiato.</p> <p><strong>Utilizzo</strong></p> <p>Di sapore intenso, viene raramente utilizzata in cucina dove si preferiscono altre specie di menta; della menta piperita viene perlopiù utilizzata l'essenza nella preparazione di bevande e prodotti dolciari.</p> <p>Nell'aromaterapia viene consigliata come tonificante del sistema nervoso, dell'apparato digerente, del fegato, dell'intestino, per ridurre gli spasmi e la flatulenza. Si rivela un efficace espettorante, analgesico e antisettico. Si utilizza nel caso di cattiva digestione, nausea, diarrea, raffreddore, influenza, acne, mal di denti, emicrania.</p> <p>Viene utilizzata anche in industria farmaceutica come aromatizzante (collutori, dentifrici, tisane), è antinevralgico e decongestionante delle prime vie aeree.</p> </div>
Z 74
Semi di Menta Piperita
Greco Olimpo Oregno BIO Spezie (Origanum vulgare) 1.5 - 2

Greco Olimpo Oregno BIO...

Prezzo 1,50 € SKU: Z 32
,
5/ 5
<h2><span style="font-size:14pt;"><strong><span class="tlid-translation translation"><span title=""><span class="tlid-translation translation" lang="it" xml:lang="it">Greco Olimpo Oregno BIO</span> Spezie (Origanum vulgare)</span><br /><span title="" style="color:#ff0000;">Il prezzo è per pacchetto di 5 grammi di questa spezia.</span></span></strong></span></h2> <p><span title=""><span class="tlid-translation translation" lang="it" xml:lang="it">Origano selvatico di montagna non coltivato quindi consideralo come BIO<br />    Naturalmente asciugato all'aria<br />    Aria sigillata in pacchi<br />    Trattato e pulito a mano, non macchine<br />    Dalla Grecia, posizione esatta Olympus Skotina - Pieria (leggi anche il paragrafo Origanum per vedere la qualità dell'Oregano greco)<br />    Migliore qualità Origanum vulgare ssp. hirtum (leggi anche il paragrafo Origanum vulgare sulle sottosezioni)<br /><br />Origanum: origano<br />Le piante qui in Grecia che chiamiamo origano non appartengono a una specie ma a più di una. Tutti hanno lo stesso odore caratteristico di "origano" che ci permette di chiamarli tutti con lo stesso nome comune. Queste specie sono:<br />* Origanum vulgare (origano greco)<br />* Coridothymus capitatus (origano spagnolo)<br />* Origanum onites (origano turco)<br />* Symeja thymbra<br />  L'origano greco supera quello spagnolo e quello turco perché contiene una maggiore quantità di olio essenziale, che varia da 1,8-8,2 ml / 100 gr di peso secco.<br /><br />Origanum vulgare<br />Anche all'interno della stessa specie ci sono significative differenze morfologiche e chimiche che ci hanno costretto a dividere il tipo regolare in almeno tre sottospecie<br />Origanum vulgare ssp. hirtum<br />Origanum vulgare ssp. vulgare<br />Origanum vulgare ssp. viridulum<br />Dalle tre sottospecie di cui sopra, l'Origanum vulgare ssp. L'hirtum è ampiamente utilizzato nell'industria alimentare con il termine commerciale internazionale "origano greco" ed è considerato il migliore in tutto il mondo tra le specie utilizzate come origano (origano).</span></span></p>
Z 32
Greco Olimpo Oregno BIO Spezie (Origanum vulgare) 1.5 - 2

Spezia di finocchio (Foeniculum vulgare) 2.25 - 1

Spezia di finocchio...

Prezzo 2,25 € SKU: Z 33
,
5/ 5
<h2><span style="font-size:14pt;"><strong><span class="tlid-translation translation"><span title="">Spezia di finocchio (Foeniculum vulgare)</span><br /><span title="" style="color:#ff0000;">Il prezzo è per pacchetto di 5 grammi di questa spezia.</span></span></strong></span></h2> <p>Il finocchio (Foeniculum vulgare Mill.) è una pianta erbacea mediterranea della famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere).</p> <p>Conosciuto fin dall'antichità per le sue proprietà aromatiche, la sua coltivazione orticola sembra che risalga al 1500.</p> <h3><strong>Morfologia</strong></h3> <p>Si distinguono le varietà di finocchio selvatico dalle varietà di produzione orticola (dolce).</p> <p>Il finocchio selvatico è una pianta spontanea, perenne, dal fusto ramificato, alta fino a 2m. Possiede foglie che ricordano il fieno (da cui il nome foeniculum), di colore verde e produce in estate ombrelle di piccoli fiori gialli. Seguono i frutti (acheni), prima verdi e poi grigiastri. Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamente chiamati "semi").</p> <p>Il finocchio coltivato (o dolce) è una pianta annuale o biennale con radice a fittone. Raggiunge i 60-80 cm di altezza. Si consuma la grossa guaina a grumolo bianco che si sviluppa alla base.</p> <h3><strong>Coltivazione</strong></h3> <p>Il finocchio è ampiamente coltivato negli orti per la produzione del grumolo, una struttura compatta costituita dall'insieme delle guaine fogliari, che si presentano di colore biancastro, carnose, strettamente appressate le une alle altre attorno ad un brevissimo fusto conico, direttamente a livello del terreno. La raccolta dei grumoli avviene in tutte le stagioni, secondo le zone di produzione. Si adatta a qualsiasi terreno di medio impasto con presenza di sostanza organica. Le piante vengono disposte in file e distanziate di circa 25 cm l'una dall'altra. La raccolta del grumolo avviene dopo circa 90 giorni dalla semina. Richiede frequenti e abbondanti irrigazioni e preferisce un clima temperato di tipo mediterraneo.</p> <h3><strong>La raccolta del finocchio selvatico</strong></h3> <p>La raccolta del fiore del finocchio selvatico avviene in Italia appena il fiore è "aperto", normalmente a partire dalla metà d'agosto fino a settembre inoltrato. Il fiore si può usare fresco o si può essiccare, all'aperto, alla luce, ma lontano dai raggi diretti del sole, che farebbero evaporare gli olii essenziali. I diacheni si possono raccogliere all'inizio dell'autunno, quando è avvenuta la trasformazione del fiore in frutto. Le "barbe" o foglie e i teneri germogli si possono cogliere dalla primavera all'autunno inoltrato.</p> <h3><strong>Uso in fitoterapia</strong></h3> <p>Contiene: anetolo (da cui dipende il suo aroma), fencone, chetone anisico, dipinene, canfene, fellandrene, dipentene e acido metilcavicolo.</p> <p>È emmenagogo, diuretico, carminativo, antiemetico, aromatico, antispasmodico, antiinfiammatorio, tonico epatico. È utilizzato per chi ha difficoltà digestive, aerofagia, vomito e nell'allattamento per ridurre le coliche d'aria nei bambini. È noto infatti che una tisana fatta con i semi di questa pianta sia molto efficace nel trattamento di gonfiori addominali da aerofagia.</p> <p>Inoltre combatte i processi fermentativi dell'intestino crasso, e quindi diminuisce il gas intestinale. Quindi può essere utile per ridurre la componente dolorosa della sindrome da colon irritabile.[1] A dosi elevate (concentrati nell'olio essenziale estratto dai semi), i principi attivi in esso contenuti possono avere effetti allucinogeni.</p> <h3><strong>In cucina</strong></h3> <p>In cucina si possono usare tutte le parti del finocchio. Il grumolo bianco (erroneamente ritenuto un bulbo) del finocchio coltivato si può mangiare crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato e si può aggiungere agli stufati.</p> <p>Per quanto riguarda il finocchio selvatico, chiamato in cucina anche "finocchina" o "finocchietto", si usano sia i fiori freschi o essiccati, sia i frutti o "diacheni", impropriamente chiamati "semi", che sono più o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietà, sia le foglie (o "barba"), sia i rametti più o meno grandi utilizzati nelle Marche per cucinare i bombetti (lumachine di mare); le foglie si usano fresche e sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, insalate e formaggi: nella "pasta con le sarde", nota ricetta siciliana, le foglie del finocchio selvatico sono uno degli ingredienti essenziali.</p> <p>I fiori si usano per aromatizzare le castagne bollite, i funghi al forno o in padella, le olive in salamoia e le carni di maiale (in particolare la "porchetta" dell'Alto Lazio). I cosiddetti "semi" si usano soprattutto per aromatizzare tarallini (Puglia), ciambelle o altri dolci casalinghi e per speziare vino caldo o tisane. È in uso nelle regioni costiere del Tirreno, un "liquore di finocchietto", per il quale s'utilizzano i fiori freschi e/o i "semi" e le foglie.</p> <h3><strong>Curiosità</strong></h3> <p>L'espressione "lasciarsi infinocchiare" deriva dall'abitudine dei cantinieri di offrire spicchi di finocchio orticolo a chi si presentava per acquistare il vino custodito nelle botti. Il grumolo infatti contiene sostanze aromatiche che rendono gustoso anche un vino di qualità scadente o prossimo all'acetificazione.</p> <p>La comune distinzione tra finocchio femmina e finocchio maschio è solo formale: il primo è di forma allungata e il secondo tondeggiante. Il cosiddetto finocchio maschio, più apprezzato sotto l'aspetto merceologico perché meno fibroso e più carnoso, si ottiene grazie al concorso di fattori ambientali associati alla natura del terreno e alla sua sistemazione superficiale e ad un'adeguata tecnica colturale.</p> <p><span><strong>Seminare semi di finocchio direttamente nel terreno in primavera, quando il terreno è caldo, e le piante sottili a 12-18 centimetri. Le piante possono essere propagate per divisione in primavera. Finocchio preferisce terreno umido ma ben drenato, con un pH compreso tra 4,8 e 8,2.</strong></span></p>
Z 33
Spezia di finocchio (Foeniculum vulgare) 2.25 - 1

Semi di Citronella, Lemon grass (Cymbopogon citratus)

Spezie di citronella -...

Prezzo 2,55 € SKU: Z 47
,
5/ 5
<h2><span style="font-size:14pt;"><strong><span class="tlid-translation translation"><span title="">Spezie di citronella - tritate (Cymbopogon citratus)</span><br /><span title="" style="color:#ff0000;">Il prezzo è per pacchetto di 5 grammi di questa spezia.</span></span></strong></span></h2> <p>Da questa erba aromatica si estrae la Citronella, essenza usata come repellente per le zanzare. Molto usata anche in campo erboristico e nella cucina orientale. Le foglie se stropicciate rilasciano nell'aria un delicato profumo di limone. ATTENZIONE: il margine delle foglie è piuttosto tagliente.</p> <p>Famiglia: Poaceae</p> <p>Ciclo di vita: perenne</p> <p>Tipo di pianta: erbacea</p> <p>Uso: bordo misto, aiuola, scarpate</p> <p>Altezza: 100 cm</p> <p>Larghezza: 60 cm</p> <p>Foglie decorative in: maggio-ottobre</p> <p>Semina in: mar, apr, mag, giu, lug,</p> <p>Sinonimi:</p> <p>Citronella, Lemon grass</p>
Z 47
Semi di Citronella, Lemon grass (Cymbopogon citratus)

Spezie di grano saraceno (Fagopyrum esculentum) 1.85 - 1

Spezie di grano saraceno...

Prezzo 1,85 € SKU: Z 49
,
5/ 5
<h2><span style="font-size:14pt;"><strong><span class="tlid-translation translation"><span title="">Spezie di grano saraceno (Fagopyrum esculentum)</span><br /><span title="" style="color:#ff0000;">Il prezzo è per pacchetto di 5 grammi di questa spezia.</span></span></strong></span></h2> <p>Il grano saraceno (Fagopyrum esculentum) è una specie di pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Poligonacee. Il nome scientifico Fagopyrum deriva dalla combinazione del latino fagus (faggio), per via degli acheni triangolari simili a quelli delle faggiòle, e dal greco πυρός pyrós (frumento). È una pianta erbacea, annuale, compie il suo ciclo biologico in 80-120 giorni. Raggiunge un'altezza che varia, a seconda delle varietà, dai 60 ai 120 centimetri.</p> <p>Per le sue caratteristiche nutrizionali e l'impiego alimentare, questo vegetale è stato sempre collocato commercialmente tra i cereali, pur non appartenendo il grano saraceno alla famiglia delle Graminee, in quanto il termine cereale non è botanico e scientifico bensì merceologico e letterario.</p> <p>L'apparato radicale fascicolato è composto da radici poco sviluppate; il fusto cilindrico, glabro; il culmo principale presenta diversi rami con infiorescenza apicale, presenta un colore che va dal verde all'inizio del ciclo per poi virare verso il rosso al momento della maturazione e della morte della pianta; il numero di culmi dipende soprattutto dalla fertilità del terreno e dalla densità di semina. Le foglie ovato-triangolari acuminate, alterne, peduncolate alla base e sessili verso la parte distale della pianta. Le infiorescenze raccolte in panicoli laschi hanno fiori bianchi o rosa a seconda della varietà raccolte con calice formato da cinque sepali verdi. Gli stami sono otto, l'ovario è monospermo sormontato da uno stilo terminale con tre stigmi. Le piante sono auto sterili, l'impollinazione avviene in entomofilia o anemofile tra piante della stessa specie o tra piante di specie diverse. Il frutto è un achenio di forma triangolare; il pericarpo può presentare un colore variante dal bruno al nero, più o meno lucido con eventuali screziature, avvolge l'endosperma e l'embrione composto da due cotiledoni.</p> <p>Nel tardo Medioevo la pianta raggiunse l'Europa arrivando sulle coste del mar Nero e poi raggiunse il Meclemburgo e nell'Eifel (Germania) dove è documentata nel XV secolo con il nome di Heenisch, cioè l'odierno Heidenkorn, vale a dire "grano dei pagani" e nel XVII secolo in Svizzera dove è conosciuto con il nome di Heyden o Heidenkorn, a metà del XVI secolo la pianta è documentata per la prima volta in Italia in un atto relativo alle proprietà della famiglia Besta di Teglio in Valtellina con il nome di formentone, la pianta venne poi introdotta nel Ducato di Modena nel 1621 ad opera del commerciante di origine ebraica Donato Donati[1][2]. Più recentemente, alcuni ricercatori hanno indicato la zona dell'Himalaia orientale come probabile centro di addomesticazione primario.</p> <p><strong>Usi alimentari</strong></p> <p>Si consuma nelle minestre, specialmente di verdure e, in forma di farina, per la polenta saracena, crespelle e la preparazione della pasta alimentare (famosi i pizzoccheri e le manfrigole della Valtellina, la soba giapponese e i bliny (блины) russi) o anche come porridge come la kasha e la greckha della cucina slava e per la preparazione di dolci o biscotti.</p>
Z 49
Spezie di grano saraceno (Fagopyrum esculentum) 1.85 - 1